Eleven

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Tre o quattro giorni dopo, Tae stava sbattendo ripetutamente la testa contro il finestrino, nella speranza di rompersi qualcosa, mentre Jin provava la sua parte per il provino.

"Jin, forse dovresti scegliere tra guidare e provare. Non ti è ancora dato di fare tutto insieme."

Ma lui no. Era mezz'ora abbondante che Jin faceva vocalizzi strani con la gola per prepararsi a dare il meglio di sè.

Il provino in questione era la massima occasione che si sarebbe mai potuta desiderare: la giuria, di personaggi acclamati sulla scena del teatro avrebbe selezionato i sei migliori tra tutti i partecipanti per far parte di una prestigiosa compagnia teatrale, e Jin non avrebbe mai potuto farsi sfuggire tale opportunità.
E Tae, che sebbene volesse con tutto il cuore che Jin chiudesse definitivamente la bocca, tuttavia voleva anche che il ragazzo superasse la selezione, e così era andato con lui per fare il tifo per lui e solo per lui.

Tae lanciò un urletto colpendo involontariamente il finestrino più forte di quanto volesse. Jin aveva bruacamente girato tutto il volante verso destra e in un attimo la macchina aveva imboccato quella che doveva essere la loro uscita, lasciando l'autostrada.

"Jin!"
Jin sogghignò e fece spallucce, mentre il suo cuginetto si massaggiava la testa dolorante.

Ben presto però, dovettero fermarsi in coda. C'erano parecchie vetture, molte più di quante Tae ricordasse fosse abituale trovare in quel tratto di strada. 

"Cavolo. Siamo qui da un'eternità. Arriverò tardi."

"Cavolo. Quando arriveremo avranno già finito e non avranno avuto modo di assistere alla performance dell'attore migliore del secolo."

"Cavolo. Da quanto siamo in coda?"

Tae guardò l'orologio: "Quattro minuti, Jin."

Ogni minuto che passava, Jin diventava sempre più e più nervoso, mentre Tae ad un certo punto fu convinto che sarebbe scoppiato. E se non fosse scoppiato, avrebbe aperto il finestrino e si sarebbe gettato fuori.

Alla fine, restarono in coda per più di un quarto d'ora, con pochi passi in avanti, poco per volta.

Poi, in un istante, tutti cominciarono a muoversi e la fila prese a disperdersi. Qualcosa doveva essere successo tale da bloccare e poi dopo sbloccare il traffico.

Ad ogni modo, tra i borbottii di Jin, giunsero alla fine ad un grandissimo parcheggio. Furono indirizzati verso un posto vuoto da un uomo in giacchino catarifrangente e Jin spense il motore. Nell'abitacolo scese il silenzio. Jin fece un grosso sospiro, sicuramente per calmare i nervi tesissimi.

Tae fece una voce grave, di chi sta dicendo qualcosa che cambierà il corso della storia: "Jin, comunque vada, sarà un successone."
Jin si voltò quindi verso Taehyung e gli fece un sorriso tirato.
All'unisono, spalancarono le portiere e furono fuori.

Non sarebbe stato difficile capire dove andare: tutti convergevano verso lo stesso luogo, all'interno di un padiglione formato da un telo di plastica rigida e tenuto su da un gioco di tiranti in metallo.

Jin si fermò di fronte ad una guardia (che era un energumeno) e gli domandò qualcosa che Tae neppure riuscì a sentire con tutta quella confusione, Tae seppe solo che subito dopo fu trascinato fuori dal mare di persone e messo in una stanza con un altro mare di persone. Era un gioco da ragazzi trovarsi appiccicati al mondo...

Questi erano ragazzi e ragazze in costume di scena. Nulla di speciale: era loro richiesto di interpretare joker, indistintamente, per maschi e femmine. Obiettivamente paritario e interessante. Solo che in quella stanza i colori dominanti erano adesso verde e viola, il che a colpo d'occhio non risultava essere proprio la cosa più carina che ci sia. La metà dei presenti, però, erano persone in abiti comuni, sicuramente qui solo per sostenere i loro amici o vicini. 

Save me : TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora