Twelve

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Jungkook provò per tre giorni a chiamarlo, ma le cose non andarono come sperato: il telefono era spento, o squillava a vuoto, o Jungkook si vedeva riattaccare in faccia.

Il quarto giorno, Jungkook si presentò sotto casa di Taehyung.

L'ansia lo stava corrodendo dentro ad ogni passo, fino a che giunse sul tappetino di fronte alla villetta.

Si schiarì la voce per darsi forza e poi premette il campanello.

Venne da lui ad aprire la madre di Taehyung, con alcuni fogli tra le mani e gli occhiali inforcati.

"Salve, può poggiarlo lì" disse in sua direzione, indicando un punto accanto alla porta. Jungkook restò fermo, leggermente interdetto. Quando si accorse che non si muoveva, la donna sollevò gli occhi, e si sistemò gli occhiali sul naso.

"Oh, ragazzo perdonami, aspettavo il postino. Ad ogni modo, cerchi Taehyung? È nella sua stanza."
E lei gli fece cenno di entrare. 

"No… a dir il vero non vorrei essere d'impiccio. Se può…" e fu interrotto da un urlo disumano di bambina. "Jungkooooooook" Sakura stava correndo da lui e gli si buttò addosso in un grande abbraccio. Jungkook la strinse forte, e lei lo prese come gioco e lo strinse ancora più forte, rischiando anche di farlo cadere. Jungkook rise.

"Certo che sei fortissima!" le disse lui, accarezzandole la schiena.

"Jungkook, sei tornato per giocare con me, vero?"

Lui guardò la madre sperando in un qualche tipo di appoggio. La madre lo capì al volo e cercò di dissuadere Sakura, mentre il ragazzo camminava entrando in casa.

"...Ciao, Jungkook." Tutti si voltarono verso le scale che scendevano dal piano di sopra. 

"Tae." Disse Jungkook atono. Il gelo scese nella stanza.

"Che ci fai qui?"

"Non sono riuscito in alcun modo a contattarti e volevo sapere come stessi… mi manchi, Taehyung."

Taehyung si diresse verso la porta, infilandosi le scarpe con un colpo secco, mentre tutti lo fissavano. Poi, arrivò giusto davanti a Jungkook.

"Mamma, andiamo a fare un giro, tornerò presto."

Tornerò, non torneremo. Questo fu il primo pensiero di Jungkook; dopo di che, Tae chiuse la porta alle sue spalle.

Cominciarono a passeggiare in direzione del lungomare. Ci voleva in effetti un po' di strada, ma ci potevano tranquillamente arrivare prima che facesse buio.

Per il primo lungo tratto di strada, stettero in silenzio. Sembrò loro un'eternità. 

Tae attese che fosse Jungkook a parlare per primo. D'altra parte, era stato lui a presentarsi a casa sua.

Ben presto però, si accorse che Jungkook non avrebbe spiccicato parola, e allora cominciò disperatamente a cercare un qualcosa di cui parlare.

In effetti, studi scientifici di questa o quella università indicano come uno dei modi migliori per trovare uno spunto sia semplicemente guardarsi attorno, ma questo attorno non è che desse i migliori indizi. Tae allora cominciò a pensare alla sua vita.

Poteva parlare di Sakura. Si carino. Altro? Poteva parlare di quando stava per ruzzolare giù per le scale questa mattina. Come no.

Poteva parlare della mostra di foto.

La mostra! 

"Cavoli, devo ancora presentare gli scatti per la mostra!" saltò su, bloccandosi all'istante sul posto.

Save me : TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora