Nineteen

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"O mio dio, si sta svegliando." Jungkook la riconobbe come una voce di donna.

La prima persona che trovò nel suo campo visivo fu però il volto di Taehyung che lo guardava con un misto di apprensione, di tristezza e… quella era forse anche un po' di rabbia? 

"Jungkook!" gli occhi di Taehyung si inumidirono all'istante, mentre si chinava su di lui per raccoglierlo in un doloroso abbraccio.

Jungkook respirò a pieni polmoni il profumo dolce di shampoo dei capelli del ragazzo più piccolo, e appena si allontanò, potè cogliere con uno sguardo lo spazio in cui si trovava: una stanza di ospedale come di solito sono. Bianche, funzionali, asettiche.

Però fu stupito della quantità di persone sedute sulle sedioline accanto al suo letto.

C'era la mamma di Tae con gli occhi lucidi e due grandi borse sotto gli occhi.

C'era Namjoon che aveva la mano sollevata su alcuni schermi accanto al suo letto e ora lo guardava con sollievo.

C'era Jin un passo dietro di lui, e poi poco più in là, Hobi, che sembrava dormire su una sedia con gli occhi chiusi e la testa abbandonata sulla spalla.

Fuori dalla porta, Suga e Jimin a debita distanza, ma vicini più di quanto Kook si sarebbe mai aspettato di vederli.
Jimin teneva per mano, ovviamente, Sakura, mentre Suga teneva al guinzaglio un tranquillo e obbediente Cane come non lo aveva mai visto. Suga instaurava quel classico clima di terrore che solo lui poteva.

E poi, sopra di lui, il viso di Taehyung.

Allungò una mano e lo accarezzò con dolcezza. Taehyung chiuse gli occhi pieni di lacrime e si appoggiò, accogliendo il suo tocco.

Forse c'era una possibilità ancora.

Forse non valeva davvero nulla.
Forse c'era speranza di vivere anche per uno come lui. 

Forse.

"Non se ne parla."

"Tae… ti ho detto che starò bene."

"No Kookie. Non se ne parla. Non tornerai a vivere da solo fino al momento in cui ti sarai ripreso del tutto. Fine del discorso."

"No Taehyung. Non posso pesarvi a questo livello."

Purtroppo, Tae non sarebbe mai riuscito ad essere tanto assertivo come avrebbe voluto essere. Così, lì si infilava la capacità retorica di Jungkook nel cercare di convincerlo a farlo andar via.

"Tae, lo sai che ora che non ci sarà più papà a vivere con me non ci saranno nemmeno più pericoli, vero?"

"Jungkook, Taehyung ha ragione. Non ti permetteremo di tornare da solo a casa fino al momento in cui sarai perfettamente rimesso. Queste sono le mie ultime parole." le mamme hanno un potere unico nel comandare a bacchetta quella società maschilista in cui viviamo.

E niente, fu così che Jungkook alloggiò per un po' a casa Kim, fino a che non fu di nuovo capace di badare a se stesso e ancora dopo, quando ritornò anche a lavoro.

Per quanto riguarda il padre, la questione fu rapidamente archiviata: morto sul colpo, e la colpa non era che sua, come testimoniarono chiaramente alcune microcamere posizionate all'ingresso dell'abitazione di Jungkook e suo padre, scagionando quindi immediatamente Jungkook da qualunque accusa.

Ovviamente, come era perfettamente comprensibile, Jungkook fu licenziato in tronco dalla scuola, ma senza ombra di dubbio, se anche non avessero deciso loro di licenziarlo, sarebbe stato lui stesso a tirarsi fuori: chi voleva prendere in giro? Lui non era tagliato per fare il segretario...

Save me : TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora