"Jungkook! Al telefono!"
Jungkook scattò in piedi alla fortissima voce del padre, capace anche di superare il ronzio del ventilatore che gli teneva compagnia da ormai un mese a questa parte.
In quel momento, troppo calato nei suoi pensieri, non aveva ancora metabolizzato il significato della frase, ma quando se ne rese conto, fece un paio di respiri profondi e si spazzolò i vestiti, poi aprì la porta della sua camera, ormai quasi sempre chiusa a chiave.
Chi lo chiamava sul telefono di casa?
"Ti ringrazio. Chi è?" non lo chiamava neppure più papà.
"Un ragazzo che sta piangendo."
E se ne andò mollandogli sgarbatamente il telefono in mano, della serie : Rispondi e veditela tu.
Leggermente preoccupato, Jungkook afferrò la cornetta.
"Pronto?""J-jungkook…" una voce irriconoscibile.
Jungkook sgranò gli occhi: "Taehyung! Che succede!?"
"V-vieni qui. V-vieni ti p-prego…"
"Taehyung, sei solo? Prendi un respiro e spiegami. Cosa sta succedendo?" Troppe parole, rischiava addirittura di farlo spaventare di più. Eppure Jungkook non sapeva che invece al solo suono della sua voce, Taehyung, chiuso dentro l'armadio al buio, aveva ricominciato a respirare per la prima volta da un'ora a questa parte.
"La nonna, j-jungkook… la nonna ha avuto un infarto. E- e i medici avevano detto…" ma non ce la fece a finire e tutto ciò che si poteva sentire dall'altra parte erano singhiozzi spezzati.
"Tae… amore mio… mi dispiace così tanto. Sto arrivando." e riattaccò senza attendere oltre.
Jungkook mise al volo le scarpe senza neppure slacciarle e volò fuori dalla porta in un attimo.
Non si diresse però alla fermata del pullman: di corsa ci voleva probabilmente lo stesso tempo, ma certo era più semplice per lui muoversi per placare i pensieri, che non aspettare immobile un mezzo che se avesse potuto, avrebbe guidato lui stesso molto più velocemente - ai limiti del legalmente e fisicamente possibile.
Corse per un quarto d'ora e arrivato davanti alla porta di casa di Tae, bussò. Saltellava sul posto. Cos'altro poteva fare per tenere a freno l'ansia dell'attesa?
Un istante dopo la porta si aprì e rivelò la piccola figura di una Sakura con gli occhi rossi e le occhiaie di chi piange da molto.
Non faceva più rumore di risate nè giochi.Appena mise a fuoco la figura di Jungkook, però, i suoi occhi si riempirono di lacrime e lei portò le mani al viso, lasciando un sigulto.
Lui la prese in braccio ed entrando chiuse la porta alle loro spalle.
"Shhh, ci sono qui io." intanto le accarezzava le spalle e i capelli e le lasciava dolci baci sulla fronte, aspettando che si calmasse.
"La mamma non c'è, vero?" lei semplicemente annuì.
Aveva smesso di singhiozzare, ma teneva ancora le mani sugli occhi: era in quell'equilibrio instabile di chi è crollato e sta rimettendo insieme i pezzi.
"Mi sai dire dov'è il tuo fratellone?" parlò piano e con la voce più gentile e delicata che potesse trovare. Eppure, lei fece segno di no con la testa. No che non lo sapeva? Strano.
Forse doveva provare con una domanda a cui fosse possibile rispondere anche solo si e no.
"Il fratellone è in camera sua?" Lei fece di si con la testa.
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Save me : Taekook
Teen Fiction"Ci hai messo un po'..." Jungkook cercava di riprendere fiato: "Per quanto io possa fare tardi, arriverò sempre."