Ten

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Tae, una notte, si sollevò dal letto come la mummia si solleva dal sarcofago nei film horror, con gli occhi spalancati e una vaga aria di possessione da parte di qualche demone.

Era molto probabilmente stato impossessato per davvero: si ricordò tutto di colpo che ancora non aveva portato a stampare le sue foto per il concorso! Per quanto ancora avesse un pochino di tempo prima della consegna dei lavori, comunque doveva sbrigarsi.

Si ripromise di andare al negozio di Suga l'indomani.
Si stese e si riaddormentò.

Il giorno dopo era domenica, giorno perfetto per andare al negozio, dato che il suo amico lavorava sette giorni su sette ad orari però abbastanza strani.

Vestito di tutto punto e quasi pronto per uscire, gli venne un'idea. Tirò fuori il cellulare. Poi scosse la testa e lo mise di nuovo in tasca.

"No, ma perchè non dovrei?" si disse ritirandolo fuori.

"No, Tae, forse è meglio di no…" e fece per rimettere il telefono al suo posto.

"Tae! Forza Tae!" si disse e nello stesso momento cercò in rubrica il numero che gli serviva. Premette il pulsante di chiamata e avvicinò il dispositivo all'orecchio, attendendo un segno dall'altro lato.

Ogni bip non fece altro se non aumentare l'agitazione del ragazzo.

'Se non risponde entro i prossimi tre bip, riattacco.' si disse.

'Forse è impegnato e lo sto disturbando.' Ah che peccato, beh ci aveva provato eh.

'Si dai ora riatt…'

"Pronto, Tae?" La voce di Jungkook fece tremare fin nelle ossa Tae, il cui coraggio era a questo punto completamente scomparso.

"C-ciao Jungkook. Ti disturbo?" Doveva pur tastare il terreno prima di buttarsi.

"No, certo. Tu non mi disturberesti mai." Awwwww. Tae si sciolse un pochino.

"Kook, v-volevo chiederti se ti andasse di venire con me perchè ho delle foto ma non una stampante e poi c'è bisogno di qualcuno bravo per renderle belle, cioè ancora più belle perchè sono già belle dato che ci siete voi, ecco forse non quella del gatto che andrebbe un pochino sistemata, ma le altre sono belle. Quindi, vieni con me?"

Tae si fermò un attimo, pronunciando l'ultima frase con l'ultimo pochetto di fiato che gli era rimasto. Poi, attese e prese una boccata d'aria.

Dall'altro lato, sentì una risata delicata: "Tae, non ho capito assolutamente nulla ma okay, ci sto!"

"Okay Kookie, allora ci vediamo al centro commerciale a mezzogiorno. Ah, vestiti comodo, dopo ti porto in un luogo." E senza attendere una risposta, riattaccò.

Ebbe giusto il tempo di afferrare al volo uno zainetto e infilarci dentro una coperta e un po' di soldi e stringersi la macchina fotografica al collo, e fu fuori. 

Era un giorno pieno di luce e dall'aria tiepida e piacevolissima, così Tae attese volentieri il pullman.

Si aspettava di trovare anche Kook alla fermata, ma evidentemente doveva essere altrove e non a casa, così prese il pullman da solo. 

Appena si sedette, si rese conto che il suo cuore batteva come completamente impazzito da quando era uscito di casa.
Anzi, da quando aveva composto il numero di cellulare di Jungkook. Tae non sapeva esattamente come e dove avesse trovato il coraggio di farlo, ma dio mio! aveva davvero appena invitato Jungkook ad uscire con lui!

Cioè, quello a cui aveva pensato non era chissà cosa, ma sperava a Jungkook piacesse, e poi era sempre stato un suo grande sogno fare un picnic in primavera con qualcuno di speciale - e Jin non era la persona più adatta.

Save me : TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora