Three

591 39 0
                                    

"Tae, Tae ci sei? Stai staccando la testa a Stella!"

Tae si riscosse all'istante, mettendo a fuoco alternativamente davanti a lui Sakura dal viso crucciato e la bambola che aveva in mano a cui stava spazzolando i capelli.

Aveva accettato la richiesta, se si può dire, gentile di Sakura di aiutarla a pettinare le sue bambole, ma era da subito sembrato palese che stesse pensando proprio a tutto, meno che a far bene il proprio lavoro; ne era prova la testa quasi staccata di Stella.

"Scusami Stella, cioè, volevo dire Sakura. Scusami Sakura, vabbe scusami anche tu Stella. La riparo, ti riparo, Stella."

E corse fuori dalla stanza, ma non gli sfuggì che Sakura aveva fatto ruotare gli occhi. Già, aveva tanta pazienza quella bambina.

Tae entrò in bagno e aprì il mobiletto dietro allo specchio, dove sapeva ci fosse una ottima colla attaccatutto.

"Dai Stella, ti riattacco la testa." E cominciò a spargere la colla, riunendo i due pezzi e pressandoli insieme finchè la colla non ebbe fatto presa.

Per un attimo si sentì Dio: se fosse così semplice creare legami, l'uomo sarebbe Dio, ma nell'ottica secondo cui la causa deve avere almeno tanta perfezione quanto l'effetto, non era possibile.
Infatti la testa era venuta storta.

"No dai Stella, collabora!"

La mattina dopo svegliarsi fu traumatico.
Pioveva a dirotto, e per Tae questo era paragonabile ad essere pugnalato alle spalle da una primavera che era arrivata ma non era arrivata.

Si alzò dal letto, e appena mise i piedi a terra, se ne pentì istantaneamente: faceva freddissimo. Pensandoci bene, aveva fatto giusto in tempo a mangiare un gelato dopo il freddo invernale, prima che la temperatura crollasse di nuovo.

Poi si illuminò: oggi doveva presentare la sua collezione di foto al professore, perché fosse approvata prima di entrare nella competizione vera e propria.

Solo un paio di studenti per scuola potevano infatti partecipare, così, prima di poter competere a livello internazionale, quanto meno doveva esserne in grado a livello scolastico.

Arrivò a scuola perfettamente zuppo, e già questo non fu un buon inizio, però il ragazzo non volle perdere subito la speranza. 

Alla fine dell'ora fermò il suo professore: "Professor Nakamoto, potrei mostrarle le fotografie per il concorso?" E al cenno del professore, Taehyung cominciò a tirare fuori dalla busta le stampe e a disporle sulla cattedra, dando una breve spiegazione del significato di ogni scatto e alcune caratteristiche tecniche. 

Gli scatti variavano da scatti della città a prati sterminati a giochi di luce ad alcuni animali, ad una tavola imbandita di piatti tipici marocchini. Il filo conduttore della collezione era il giallo e come spuntava fuori da momenti di vita quotidiana, illuminando il beige, marrone e grigio di sfondo.

Il professore osservò in silenzio, facendo dapprima ruotare una matita tra le belle dita affusolate, e poi prendendo in mano quegli scatti che evidentemente lo stupirono di più. Quando Tae ebbe finito, mise le mani dietro la schiena e attese. Guardando il proprio lavoro, non poteva che dirsi pienamente soddisfatto. Ogni scatto lo rappresentava; la sua tecnica era a tal punto migliorata negli ultimi due anni che non gli ci era neppure voluto più di tanto per recuperare tutto il materiale. 

"E… basta?" La domanda del professore lo lasciò basito. 

"Sono diciotto scatti, come richiesto." rispose Tae, senza riuscire a dare alla sua frase una grande convinzione.

"Sono richiesti diciotto scatti di cui quattro devono essere scatti di soggetti umani, in particolare, quattro soggetti umani diversi l'uno dall'altro."

Save me : TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora