La serata si concluse piuttosto in fretta, il tempo insieme a Natalie scorreva piú veloce. Quel pomeriggio gli diede conferma dei suoi sentimenti, era perdutamente innamorato di quella ragazza. Lo faceva soffrire il pensiero di lei con quel bastardo ma stranamente si fidava di lei, non ne conosceva le ragioni ma era evidente che anche lei avesse i suoi motivi per non averlo piú fra i piedi. Aveva paura, era inutile negarlo a se stesso. Stavano correndo entrambi un rischio, lei ancora di piú per aver avuto il coraggio di andare a dirlo alla polizia ed era proprio questo che la differenziava da Laura: lei era riuscita a fare qualcosa per cambiare tutto, per ottenere giustizia. Laura rimase ferma, passiva, accettando il suo destino in silenzio. Gli venne in mente ricordandosi tutti i momenti trascorsi insieme a lei, per tanto tempo gli era mancata. Spesso e volentieri si sentiva molto solo, aveva quest'abilitá di farlo sempre ridere facendolo scappare mentalmente da tutti i problemi momentanei. Natalie invece lo isolava completamente; accanto a lei sentiva speranza, gli dava gioia, si sentiva vivo.
Il giorno dopo doveva lavorare nel pomeriggio, il pensiero di Laura peró gli ronzava in mente. Voleva chiamarla, ma cosa le avrebbe detto? Come avrebbe giustificato questo contatto improvviso?
Era sparito nonostante lei i primi tempi lo avesse pregato di restarle al suo fianco, di non chiudersi in se stesso; cercava di fargli capire che aveva paura, che non voleva morire, ma lui era rimasto troppo ferito. Non meritava di stare con una persona che non voleva prendersi la responsabilitá delle sue azioni, e aveva subito una conseguenza fin troppo dura per aver soltanto cercato di aiutarla. Chiunque avrebbe fatto il possibile, smosso qualsiasi cosa pur di vedere tutto cambiare, da soli non si va da nessuna parte. Da soli non abbiamo potere. Provó comunque a chiamarla, sperando che lei accettasse di incontrarlo; nonostante tutto voleva informarla, dirle che le cose stavano prendendo la direzione giusta e chiederle scusa per essere sparito in quel modo. Il telefono squilló per diversi secondi, poi rispose qualcuno ma non era lei.
<<Pronto?>> la voce sembrava proprio quella della madre.
<<...Laura?>> chiese Brian emozionato.
<<Laura non é disponibile. Chi la cerca?>> disse la signora freddamente.
<<Sono Brian, Brian Montgomery. Stavamo insieme tempo fa, lei é la madre vero?>>
Si sentí chiaramente un sussulto provenire dall'altra parte del telefono.
<<Brian, ma certo che mi ricordo di te. Sí, sono proprio io. Laura al momento non sta molto bene, é ricoverata in un ospedale psichiatrico.>>
Quella notizia lo scioccó, non si aspettava minimanente che potesse fare una fine simile.
<<Perché? Cosa le é successo?>>
<<Poco tempo dopo che vi siete lasciati lei cadde in una profonda depressione, mista a frequenti attacchi isterici. Era arrivata a non mangiare né bere, dovevamo costringerla. Ha tentato il suicidio numerose volte, era violenta, si faceva del male. La portammo da uno psichiatra e lui le diagnosticó un disturbo grave di schizofrenia. Non avevamo altra scelta, cosí ora é nelle mani dei medici. Sono bravissimi, lei ora sta meglio ma continua ad avere degli episodi per cui deve stare ancora sotto osservazione.>>
Gli serví un momento per riuscire a parlare. Depressione, schizofrenia, tutte cose avvenute sicuramente a causa di quegli eventi. Inizió a pensare che inevitabilente lui aveva causato parte di questo malessere, i sensi di colpa iniziarono ad assalirlo. Sapeva che Richard aveva fatto la maggior parte del lavoro sporco, ma lui aveva contribuito a farla finire inevitabilmente in quel posto. Era preoccupato, la trattavano davvero bene come dichiarava la madre? Quanti progressi aveva fatto? Voleva sapere ora piú che mai come stava, parlarle, vederla. Era stato uno stupido a terminare la relazione in quel modo, sparendo da un giorno all'altro per sempre; era troppo impegnato ad essere in collera con il mondo da lasciare dietro coloro che lo amavano. D'altro canto lei lo aveva ferito molto e il suo rifiuto di aiutarlo non riusciva proprio ad accettarlo, peró non poteva e non doveva finire cosí. Voleva parlarne, anche solo per un'ultima volta, concludere tutto in modo pacifico. Forse incosciamente pensava di farlo per lavarsi la coscienza, ma credeva fosse la cosa giusta da fare. Mai e poi mai avrebbe immaginato che nella sua vita sarebbero successe cose del genere, sicuramente un giorno avrebbe avuto tanto da raccontare ai suoi figli.
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La ragazza dai capelli neri
ChickLitNatalie é una ragazza appartenente ad una famiglia ricca, che attraverserá un periodo di profonda riflessione sul suo stile di vita grazie ad un incontro speciale.