Entrato nell'enorme salone, Hizashi si concesse un attimo per contemplarne le mura e l'arredamento: ovunque era pieno di oggetti antichi, quadri raffiguranti paesaggi di cui non aveva mai nemmeno sentito parlare, incorniciati dalle più belle e sfarzose cornici; l'enorme tavolo era sempre adornato con fiori che parevano appena colti e da frutta fresca adagiata in più vassoi d'argento.
Ormai, dopo diversi mesi, aveva imparato a muoversi agilmente tra le tante stanze e corridoi del castello, ma quel salone riusciva a colpirlo ogni volta che varcava la soglia.
A dargli una sensazione ancora più calda, era proprio il camino, immancabilmente acceso; a contribuire a quel senso di conforto era la sicurezza che, di fronte al fuoco scoppiettante, seduto sulla sua comoda poltrona, vi era lui. Sempre.
Posò il vassoio su di un piccolo tavolino, proprio vicino alla poltrona, attirando l'attenzione del padrone di casa.«Eccovi la cena, Aizawa-sama.» Lui alzò appena lo sguardo, scrutando il cibo contenuto nei piatti; emanava tutto un profumo invitante, profumo al quale si stava pian piano abituando.
«Dovreste mangiare, prima che si raffreddi.» Il sorriso del giovane era genuino come sempre, quasi fosse davvero felice di essere lì con lui. Cosa ci potesse trovare un ragazzo della sua età in una vita monotona come quella, per lui, era un mistero.
Fece un cenno con la mano, in modo da rispedirlo in cucina e lasciarlo alla sua lettura; quella sera però, il biondo sembrava di un altro avviso.«Starò qui finché non mangerete. E' inutile che fate finta, so che date tutto ai gatti appena me ne vado.»
Il suo tono era strano, quasi scherzoso.
Stava per negare, ma neanche a farlo apposta alcuni dei suoi gatti avevano già cominciato ad avvicinarsi, muovendo le code sinuose e iniziando a produrre qualche miagolio sommesso.
«E va bene.» Era così abituato al silenzio, a non dover parlare, che la sua voce gli uscì roca e attutita.
Bevve un sorso d'acqua, prima di poggiarsi il vassoio sulle ginocchia e osservarne le pietanze; l'odore era buono, l'aspetto pure. Portò un primo boccone alla bocca, sotto lo sguardo attento e trepidante di Hizashi, seduto sul pavimento proprio di fronte a lui.Mangiò giusto la metà di quello che il biondo aveva cucinato, lasciando che il resto fosse divorato dalle sue bestioline, ormai impazienti.
«Molto buono, grazie.»
«Sa, mi chiedo come facciate a sopravvivere...» Sbuffò, portando via i piatti minuziosamente puliti dalle bocche fameliche dei gatti.
Ad Aizawa, in cuor suo, spiaceva non dare soddisfazione a quel giovane così bravo e solare, né in quella, né in altre piccole cose.
Non voleva però che quella che doveva essere una semplice riconoscenza si tramutasse in qualcosa di più, come un'amicizia: affezionarsi al ragazzo e lasciare che lui facesse altrettanto, sarebbe stato solo un dolore in più che lui non era pronto a sopportare.Ripensava spesso al loro primo incontro, all'uomo che lo aveva condotto da lui, in quel castello così isolato dal resto del mondo.
Un mercante di schiavi: ecco chi era stato uno dei pochi che negli anni aveva avuto l'ardire di andare a disturbarlo. Gli aveva presentato Hizashi solo con indosso uno straccio, nonostante la nevicata intensa, e delle catene a polsi e caviglie.
Non aveva interesse nel comprarlo, né per salvargli la vita né per necessità di compagnia o aiuto nel castello. Era stato il suo sguardo a colpirlo: nonostante il freddo e la pelle al limite della cianosi, gli occhi erano vivi e vivaci, di un verde brillante; appena i loro sguardi si erano incrociati gli aveva sorriso, in modo dolce.
Subito dopo si era lasciato cadere sulla neve, svenuto.Aveva dovuto comunque pagare quell'uomo squallido per poter prendere il ragazzo e portarlo dentro al castello; ma una volta fatto quello aveva potuto occuparsi di lui.
Lo aveva scaldato, nutrito e vestito, aveva atteso la sua ripresa con molta pazienza e, al suo risveglio, aveva lasciato che gironzolasse in giro. Poteva andarsene quando voleva, ma aveva deciso di rimanere lì, a lavorare per lui per sdebitarsi e guadagnarsi vitto e alloggio.
Erano mesi ormai che il giovane viveva lì con lui e non gli aveva mai dato un problema, anzi si dava da fare al di là di ogni sua aspettativa.
Ritirava il carico settimanale di cibo e scorte, teneva pulito, cucinava e si occupava persino dei gatti...
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Anytime, anywhere and anyway [EraserMic]
Fanfiction"Sempre, ovunque e comunque", in ogni epoca, in ogni universo: Aizawa e Mic sempre insieme, alla ricerca l'uno dell'altro. Un insieme di OneShot - AU, con i nostri due personaggi sempre come protagonisti. Linee guida nel primo capitolo 😉 Come semp...