Your Voice

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Avvolto nel nero della notte, illuminata flebilmente solo dai raggi lunari, e dal suo mantello, anch'esso nero, Shota Aizawa si avvicinò alle mura del castello. Ovunque era pieno di ossa e cadaveri appartenuti quasi sicuramente a coloro che, come lui, avevano intrapreso quel viaggio.
A conti fatti era una missione di suicida, come l'avrebbero definita molti.
Era riuscito ad attraversare il ponte di corda abbastanza agilmente e, con quasi altrettanta facilità, iniziò la scalata della parete.
Era insolito che un cavaliere viaggiasse senza armatura, ma questo oltre a renderlo suo malgrado troppo simile a un comune ladro, lo aveva avvantaggiato spesso: questa era una di quelle volte: senza il peso del metallo scalare era più semplice e, soprattutto, meno rumoroso.
Ci mise diverse ore, ma prima dell'alba era quasi arrivato: la finestra della stanza più remota, della torre più alta, era ora a pochi metri da lui.
Entrò di soppiatto, allerta.

I suoi occhi, già abituati all'oscurità, individuarono subito un letto al lato opposto della stanza, e una figura adagiatavi sopra.
"Buongiorno principessa" In quell'esatto momento, iniziò a pregustare la sua ricompensa.
Si avvicinò, silenzioso e guardingo; prese un fiammifero e accese lo stoppino di una piccola candela, posta sopra al comodino di fianco al letto.
Illuminò una chioma bionda, che copriva in parte il viso, mentre il resto del corpo era avvolto in calde e spesse coperte.
Guardò fuori dalla finestra, intravedendo una prima timida luce: doveva sbrigarsi se voleva andare via prima dell'alba. Con una mano afferrò la spalla della giovane e la scosse, non troppo dolcemente, con l'intendo di svegliarla.
Un paio di occhi verdi si lo fissarono di scatto e subito la ragazza si mosse svelta, rannicchiandosi contro il muro, le coperte ancora premute sul corpo.

«Mi scusi, non volevo spaventarla. Sono venuto a salvarla e-» un ruggito smosse le fondamenta del castello diroccato, annunciando ai due il risveglio del temuto drago.
«Merda. E' meglio se ci muoviamo, ho faticato per evitare di incontrare quella bestiaccia.» La bionda però non mosse un muscolo, rimanendo ferma al suo posto.
«Senta, non ho tempo per le presentazioni e tutto il resto, dobbiamo andare.» Gli porse la mano, ancora sporca di calce e con dei piccoli graffi dovuti alla scalata.

La ragazza si mosse verso di lui, stava per afferrarla, ma invece prese la candela, ancora poggiata sul comodino e se la avvicinò al viso.
Non potè fare a meno di notare dei tratti decisi ora, su quel volto. Accigliò lo sguardo, ma non aveva proprio tempo ora per osservarla e dirle quello che voleva sentirsi dire (qualunque cosa fosse).
«Ne parliamo dopo, okay?» La prese per mano, tirandola verso la finestra.

Lei cercò di ritrarla, costringendolo a stringerla; quando però gli arrivò un pugno ben assestato sulla spalla, l'uomo si fermò, irritato.
«Sa, inizio a pensare che la vera difficoltà non sia il drago, ma convincerla a scappare.» Mollò la presa, girandosi verso di lei. Per dargli il pugno aveva lasciato cadere la coperta che prima teneva stretta intorno a sé, quindi ora poteva vedere la sua vestaglia, di tessuto leggero e di un colore azzurro chiaro.
«Vuole cambiarsi...?» Ipotizzò. Ma questa non gli rispose, anzi afferrò i bordi del vestito e, con un singolo rapido movimento, se lo tolse.

«O porca-» si girò di scatto, cercando di non guardare, per poi coprirsi gli occhi con il braccio.
Sentì i suoi passi avvicinarsi, la sua mano afferrargli le dita, per costringerlo a guardarla.
Fidandosi, si scoprì gli occhi.
«O porca puttana! S-sei, sei un uomo?!» Non era abituato a urlare, ma non si dovette sforzare per esprimere tutto quello stupore.
Effettivamente, davanti a lui aveva tutto meno che una principessa: era un ragazzo magro, slanciato; i capelli biondi gli ricadevano lunghi fin sotto le spalle larghe, per quanto esili. Senza la vestaglia, il petto era nudo, coperto da pochi peli biondi, mentre dalla vita in giù indossava dei classici calzoni da notte.
Il ragazzo annuì appena, stringendosi nelle sue stesse braccia, come se avesse paura del suo sguardo.

Anytime, anywhere and anyway [EraserMic]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora