Capitolo 9

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Layla

Sabato sera

Battevo nervosamente i denti. Nonostante fossimo solo ad ottobre quella sera c'era davvero freddo. Sapevo comunque che quella sensazione avrebbe presto ceduto il posto al caldo, subito dopo aver varcato la grande porta d'ingresso della scuola dalla quale proveniva musica mista a chiacchericcio e risate. Guardai Helen, era un pò nervosa, come me del resto. Entrammo e dopo aver attraversato buona parte del corridoio (ai lati del quale c'era qualcuno che chiacchierava e un paio di coppiette che si sbaciucchiavano) e sulla destra c'era la sala dove si teneva la festa. L'atmosfera era quella di... una festa. Una festa di streghe, maghi, vampiri, zombi, mummie, mostri, cavalieri, dame e chi più ne ha più ne metta! C'erano costumi di tutti i tipi, le decorazioni erano davvero belle, l'ambiente risultava davvero...spaventoso (in senso buono, ovviamente)! C'erano finte ragnatele (con qualche finto ragno sparso qua e l), c'erano pure finti pipistrelli (finti si fa per dire, sembravano veri) e di fronte l'entrata c'era un palco con intorno vere zucche intagliate con tanto di candele all'interno.

-Carino come ambiente... accogliente.

Helen mi guard e scosse la testa.

-Come no.

rispose.

-Hai indossato la collana?

Stava per rispondere quando venimmo interrotte dall'arrivo del professore. Anche lui era mascherato, indossava un lungo mantello nero e i suoi capelli erano tiratiall'indietro con il gel... sembrava il re delle tenebre.

-Buon Halloween!

esclamò e sorrise.

-Buon Halloween anche a lei, professore

-Bei costumi, siete davvero fantastiche! Dov' il vostro cavaliere?

-Niente cavaliere, siamo libere come il vento

risposi.

-Sul serio? Che peccato... se avessi avuto la vostra etá vi avrei fatto compagnia io, ma purtroppo devo fare da sorvegliante.

Stavolta sorrisi io (ah ah! Battuto sul tempo!).

-Lei ha figli, professore?

Helen mi diede una leggera gomitata.

-Ne avevo uno, ma da quando la sua povera madre venuta a mancare per colpa di un incidente è scappato di casa... siccome a quel tempo avevo perso il mio lavoro ed ero stato sfrattato di casa non appena lo ritrovai mi fu portato via dal giudice... stato affidato ai nonni materni per qualche anno e quando sono morti andato in una casa-famiglia

-Oh, mi dispiace tanto, posso solo immaginare quanto le sia mancato... e non l'ha più visto?

-No, sono dovuto andare a lavorare fuori dall'Olanda, che era il nostro Paese di origine.

-E non poteva sentirlo per telefono?

Un' altra gomitata da parte di Helen.

-Beh, non era cos semplice...

-In effetti le chiamate internazionali costano e lei aveva problemi finanziari... immagino che abbia comunque in ogni modo tentato di mettersi in contatto con lui

-Qualcosa del genere

-Michael!

Ci girammo tutti e tre nella direzione da cui proveniva la voce... era una voce femminile, era la voce della donna del tamponamento, Carmen.

-Scusatemi ragazze, ma il dovere chiama!

, cos si allontan e la donna gli corse incontro baciandolo. Che imbarazzo! Io e Helen ci girammo e scorsimo le nostre amiche vicino al tavolo del buffet.

Ambra Infuocata 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora