L'amore di Daphne Greengrass per Draco Malfoy era sbocciato per caso, nutrito da una delle forze più terribili che possano mai influenzare l'animo umano: la noia.
Lei non se n'era resa conto, certo – era convinta che i suoi sentimenti fossero puri come acqua di sorgente – ma la verità era questa: Daphne si era innamorata di lui perché non aveva niente da fare.
Avrebbe potuto scegliere chiunque altro, qualunque studente della scuola, e il prescelto si sarebbe lanciato tra le sue braccia senza tante cerimonie, perché i pretendenti non le mancavano. Solo i suoi coetanei Serpeverde non la degnavano di uno sguardo, e questo aveva subito destato il suo interesse: maggiore l'impegno, minore la noia.
In fondo non le importava che gli altri non contraccambiassero: le andava bene che tutto si consumasse nei dolci confini della sua testa. Lì, lei aveva il controllo.
Poi le cose erano cambiate.
Le fantasticherie romantiche di Daphne avevano avuto inizio durante il sesto anno. Sua sorella Astoria aveva cominciato a uscire coi ragazzi, e ogni giorno era una nuova storia d'amore: baci rubati nei corridoi, parole dolci scritte su fogli volanti quando i professori guardavano altrove – cose degne dei migliori romanzi di Anita Sizzle, che con la sua saga Amore Tra I Banchi Di Hogwarts aveva conquistato il cuore di migliaia di giovani maghi e streghe.
D'un tratto, Daphne si era sentita fuori tempo massimo. Un passo indietro. Ferma mentre il resto della sua famiglia andava avanti.
Se avesse avuto un obiettivo, un hobby, una qualsiasi distrazione, forse non sarebbe arrivata a credere che la sua esistenza fosse solo uno spreco di tempo. Il fatto era che non aveva niente a cui pensare, niente di cui preoccuparsi, neanche una minuscola ossessione a tenerle compagnia… doveva rimediare.
Così si era ritrovata a tenere d'occhio i suoi compagni Serpeverde, alla ricerca di un mezzo che la portasse nuovamente in pista, sulla stessa strada presa da sua sorella.
Blaise era troppo taciturno. Bello, sì, con la pelle scura e gli occhi luminosi, le labbra piene, le dita sottili adornate da anelli d'argento, ma era anche il tipo di persona che osserva il mondo da uno specchio: anche quando era con qualcuno, dava l'impressione di essere da un'altra parte.
Theodore non era nemmeno carino. Aveva la faccia da coniglio, gli incisivi sporgenti e gli occhi dal taglio allungato, eppure… c'era qualcosa nel modo in cui teneva tutti a distanza, senza soffrire, all'apparenza, la morsa della solitudine, che a Daphne faceva venir voglia di sapere a cosa pensava quando si rintanava in un angolo della sala comune e si metteva a sfogliare uno dei suoi libri. Purtroppo aveva una lingua tagliente e nessuna intenzione di avvicinarsi agli altri.
Tiger e Goyle non potevano nemmeno essere presi in considerazione. Se anche fossero stati belli – e per tutti i Gargoyle, non lo erano – avevano, in due, mezzo cervello.
Draco Malfoy era abbastanza bello da catturare il suo interesse e abbastanza sveglio da mantenerlo. Era uno dei migliori studenti della scuola, dopotutto, e anche uno dei più ricchi. Era un po' irascibile, certo, egocentrico e con la puzza sotto il naso, ma niente che fosse così disdicevole da farle cambiare idea. Inoltre l'aveva spesso aiutata durante le ore di Pozioni, quindi gli si poteva perdonare qualche difettuccio.
Quando l'aveva detto a sua sorella Astoria, lei aveva fatto una smorfia.
«Che c'è? Non ti piace?»
«Ah, deve piacere a te».
«Ma lo sai che ci tengo alla tua opinione».
Astoria si era stretta nelle spalle. «È carino, questo sì, ma è anche un bullo della peggior specie. Se non ti importa di questo…».
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Somnium Afficio (Dramione)
FanfictionUna boccetta di Amortentia, una ciocca di capelli troppo ricci per appartenere a Daphne Greengrass, una sala comune semivuota e due parole: «Somnium Afficio». Questo è tutto ciò che serve a Theodore Nott e Blaise Zabini per mettersi nei guai, mentre...