Hermione si sedette al tavolo dei Grifondoro, poggiando la borsa carica di libri al suo fianco. «Buongiorno».
Harry e Dean si voltarono per rivolgerle un cenno di saluto, e Ron le rispose con un grugnito, gli occhi fissi sulla Gazzetta del Profeta.
Hermione diede un'occhiata alle pagine del quotidiano da sopra la sua spalla. «Novità?»
«Niente di che», le rispose lui, stringendosi nelle spalle. Si spostò in modo da lasciarle campo libero. «Le Holyhead Harpies hanno perso contro i Falmouth Falcons per la seconda volta di fila. Proprio non capisco cosa gli è preso, alle Harpies».
Hermione alzò gli occhi al cielo. «Mi riferivo alle notizie del giorno, Ron, non al Quidditch», ma tornò a rivolgere l'attenzione al proprio piatto, riempiendolo di uova e pancetta. L'odore della carne le solleticò le narici e il suo stomaco brontolò.
Sospirando, Hermione si portò una forchetta di cibo alla bocca. Il sapore della pancetta bruciacchiata le pizzicò la lingua. Il cibo di Hogwarts, dopo anni da quando lo aveva assaggiato per la prima volta, restava ancora il migliore che avesse mai mangiato.
Ron aveva messo da parte la Gazzetta del Profeta e adesso lui e Harry si erano calati in una fitta conversazione sugli allenamenti di Quidditch e la prenotazione del campo. La settimana prima c'erano stati dei problemi con i Tassorosso – e a dispetto di tutto, non si erano arresi finché non avevano convenuto che forse era meglio allenarsi in contemporanea. Tutto sommato era stato divertente, l'altra squadra era formata da tipi a posto, ma adesso per i Grifondoro era arrivato il momento di fare sul serio.
«La prima partita contro i Serpeverde quando ci sarà?», chiese Hermione, spezzando un po' di pane con le dita.
«Hm». Ron deglutì. «Manca ancora qualche settimana, penso la seconda di Novembre».
«Pronostici?»
«La nostra squadra può batterli», disse Harry, che aveva allontanato da sé piatto e bicchiere per dedicarsi a un foglio di pergamena fitto di caratteri vergati in fretta. «Dobbiamo solo assicurarci di mantenere il ritmo con gli allenamenti».
«È pazzo, Hermione», gemette Ron. «Peggio di quanto lo era Baston».
Harry ridacchiò. «Tu non sai come allenava Baston».
«Di sicuro ci andava più leggero di te, prenoti il campo così spesso che ormai ti appartiene di diritto».
«Se non lo facessi non avremmo possibilità».
«Lo dice anche Ginny che ci alleniamo un sacco».
Harry arrossì e abbassò lo sguardo. «Ah, sì? Lo dice anche lei?»
Hermione si schiarì la voce. «A me Ginny ha detto che è entusiasta del tuo metodo di allenamento, Harry. Dice che si sente molto sicura sulle possibilità di vittoria della squadra». Lanciò un'occhiata di fuoco all'altro ragazzo. «Vero, Ron?»
«Sì, sì, ma non dicevo questo…».
«Anche se», riprese la ragazza, «dovreste smetterla di dedicare ogni minuto libero allo sport. Questo è l'ultimo anno, è già abbastanza difficile così, e se pensate di poterlo passare grazie alla sottoscritta, be', vi sbagliate di grosso».
Addentò un pezzetto di pane allungò una mano verso la brocca d'acqua al centro della tavolata, e in quel momento, alzando la testa, incrociò due occhi insistenti che la osservavano da un tavolo di distanza.
Hermione rischiò di farsi andare il boccone di traverso quando si rese conto che quegli occhi chiari, circondati da corte ciglia scure e da profonde occhiaie violacee, appartenevano a Draco Malfoy: il suo volto affilato, di un colorito pallido e malaticcio, era privo di espressione, vacuo quanto il suo sguardo.
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Somnium Afficio (Dramione)
FanficUna boccetta di Amortentia, una ciocca di capelli troppo ricci per appartenere a Daphne Greengrass, una sala comune semivuota e due parole: «Somnium Afficio». Questo è tutto ciò che serve a Theodore Nott e Blaise Zabini per mettersi nei guai, mentre...