Lasciai che il mio borsone cadesse di peso a terra e mi guardai attorno: nessun'anima viva. E, in aggiunta, se non fosse stato per il jet, ci sarebbe stato anche un silenzio di tomba. Sospirai seccata e, prima di prendere il mio borsone nero, ringraziai la signora che era venuta a prendermi mezz'ora all'indietro. Avrà avuto quarant'anni, se non quarantacinque, e i suoi capelli erano legato ordinatamente in uno chignon biondo platino; ricambiai il suo sorriso. Come ultima cosa, mi disse di entrare e di procedere sempre diritto per la rampa.
Feci quanto detto dalla figura vestita di blu e, stringendo le mani attorno alla bretella del bagaglio, iniziai a percorrere la grande rampa a piccoli e felpati passi. Ammetto di sentirmi piccola, in confronto a queste pareti, alte sei o sette metri, alla larghezza della rampa di circa dieci metri e dalle altissime luci a muro. Feci un giro su me stessa e, dopo aver sorriso leggermente, ritornai a camminare lungo la rampa. Lasciai che l'odore di gomma e cemento riempisse le mie narici, in fondo, questa sarà la mia futura casa e futuro luogo d'allenamento. La mia attenzione catturò più particolari possibili e, con l'orecchio teso, continuai a camminare: mi chiesi dove fosse mio padre. Insomma, lui sa tutto di tutti e non sa del mio arrivo? Il suono di passi, proveniente dalla cima della rampa, mi fece fermare, era mio padre. Sorrisi a trentadue denti e, prima di teletrasportarmi, studiai la figura contro luce. Era cambiato tanto, sia di corporatura che di modi di fare, ma vidi un piccolo sorriso materializzarsi sul suo viso. Mi smaterializzai e, nel giro di un respiro, ero di fronte a mio padre.
Mi abbracciò, stringendomi per le spalle. Non si ricordava molto dell'ultima lezione, ma apprezzai lo sforzo, dopottutto non lo vedevo da anni. Lo sentii sorridere fra i miei capelli, dove affondò la testa.
-Ben tornata trottolina.-, sussurrò dolcemente. Era un segno che gli fossi mancata, sebbene si fingesse un "macho". Credo che se lo chiamassi così, da ora in avanti, non uscirei più da camera mia, ma chissà. Lo ringraziai e strinsi l'abbraccio, per imprimere meglio questo momento. Lo osservai con occhi dolci e lui alzò i suoi al cielo: avevo mille domande da fargli e avevamo così tanto da recuperare.
-Come stanno tutti? E dove sono? Devo andarli a salutare, ora.-, feci per smaterializzarmi, ma mio padre mi fermò prima, proibendomi di andare dagli altri. -E perché?-, lo osservai, se mi avesse mentito, tanto, avrei saputo lo stesso la verità.
-Ci sono stati dei cambiamenti e, per aggiungere, puzzi!-, alzò gli occhi al cielo, -Finché non ti sarai sistemata, lavata e avrai visto la tua camera, non puoi andare dagli altri. Ho già detto che hai un odore sgradevole?-
-Papà anche tu puzzi.-, trattenni le risate mordendomi il labbro. Come risposta ghignò, prima di ridere. -Posso smaterializzarmi nella mia camera?-, feci il tono dolce. Lui annì, mentre si avviava alla porta.
***
Mi legai i boccoli in una coda bassa ma, per quanto volessi, alcuni ciuffi ricaddero e si ribellarono all'elastico, andando dove volevano loro. Sbuffai alla me riflessa e mi promisi, prendendo nota mentale, che avrei sistemato la mia chima ribelle, prima che potesse definitivamente prendere vita propria. Misi il mio amato dolcevita azzurro, un paio di jeans neri e mi spruzzai un po' di profumo: mi decretai accettabile. Uscii dalla camera in fretta e furia, chiusi a chiave la porta e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno in corridoio, corsi al piano di sotto. Volevo che fosse una sorpresa.
Erano tutti in salone e, dalle risate di zio Thor e Cap, potei intuire che si stessero rilassando. La voce di Nat, il riso di papà... tutti suoni che difficilmente dimentichi e che cerchi di ricordare ogni volta che ti senti giù.
-E quella volta che materializzò un albero in camera mia?-, Cap rise di gusto e io, da diestro la porta, gli ricreai un piccolo alberello sulla testa. Tutti risero.
-Tu hai detto che ti serviva della legna e io ho materializzato un albero.-, mi smaterializzai fra Thor e Cap, facendoli sobbalzare. Mi fissarono per qualche secondo e, nel mentre, feci sparire l'albero sulla testa del biondo di fianco a me.
-Kate?-, Loki mi guardò sorpreso e sorridendo. Thor mi prese in braccio e mi strinse forte. Nat accennò un saluto e lo stesso per Cap. Papà rise. -Sei cresciuta tantissimo e dire che i tuoi poteri sono migliorati, beh, è dire poco!-
-Grazie zio.-, sorrisi e mi smaterializzai vicino a lui, per dargli un bacio sulla guancia.
-Perché io non posso chiamarti zio?-, Cap lo guardò con un piccolo sorriso in volto. Ridemmo tutti.
-Papà ma gli altri? E i "cambiamenti" a cui accennavi prima?-, bofonchiai. Volevo sapere tutto, dalla prima all'ultima cosa. Lui sgranò gli occhi e sorrise: c'era tempo per tutto.
-Penso che ne parleremo domani, così avrai tutto il tempo.-, sorrise prendendo posto su uno sgabello dell'isola, -Poi mi devi mostrare tante cose, tua madre mi ha scritto così tanto.-, mi guardò.
-Mamma ti scriveva?-, chiesi impaziente. Ero sorpresa e, soprattutto, mi sorprendeva ancor di più il fatto che si ricordasse questo.
-Ovvio, appena poteva, pensi che mi sia dimenticato del tuo fucile a propulsione per i salti nel tempo?-, gli altri mi guardarono sorpresi. Per la prima volta, mi acorsi della bellezza delle macchie sui muri grigi. Quanto sono belle le loro forme.
-Papà...-, arrossii, -...non è una cosa formidabile eh.-
-No mi hai solo rubato il lavoro, praticamente.-, Vision rise e scosse leggermente il busto a Cap.
-Ma non funziona.-, conclusi.
-Vedremo domani.-, papà si avvicinò, -Buonanotte trottolina e team.-, salì su.
-Si è addolcito tutto.-, Nat lo disse con tono dolce e congiunse le mani, -Ma che poteri hai, di preciso, piccola Stark?-
-Posso smaterializzarmi, materializzare e distruggere cose solo col pensiero e leggere la mente.-, annuii, -Ma sto cercando di potenziare i poteri al massimo, così da essere utile un domani.-
-Voglio allenarmi con te domani, posso?-, Nat lo chiese gentilmente. Io annuii con piacere.
-Scusate, ma ora vado sul tetto.-, mi smaterializzai.
"Spider-man negli Avengers? Gli ultimi rumors che girano sul supereroe."
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Ed ecco il primo capitolo della storia, spero vi stia interessando. Il nostro Peter arriverà presto, pazientate.
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Lady Stark
FanfictionKate Stark e Peter Parker. Un unico sentimento ad unirli. Un unico volere a separarli: Tony Stark. Kate è la figlia del Signor. Stark e, nel giro di mezz'ora in jet, va a vivere col padre nella torre, visto che Tony è l'ultimo parente che le rimane...