Peter non veniva alla Torre da sì e no cinque giorni e, l'ammetto, sembra che siano passati circa tre mesi. Cercai di non pensarci, lasciando che la mia mente ricordasse qualcosa di bello avvenuto prima del mio arrivo qui e abbandonai i miei ricordi con Peter in un angolo della mia mente. Ciò non significa che mi pento di aver conosciuto Peter, anzi, sono così felice. Lui è stato il mio unico amico in tutta la mia vita, l'unico con cui ho condiviso cavolate ed esperimenti e racconti, l'unico ragazzo con cui cucinai dei biscotti decenti. Il problema, alla fine, ero io; perché, più ci pensavo e più capivo che essere la figlia di Tony Stark fosse un fattore vincolante, qualcosa a cui non potevo oppormi. In questi giorni, in aggiunta, cercai di giustificare le decisioni di mio padre. In fondo, era mio papà e, in quanto genitore, saprà cosa è meglio per me no? Magari veramente Peter non faceva per me e questo mio affetto per lui era dettato dall'euforia. Forse ero io che pensavo di aver trovato un amico, quando lui non mi voleva attorno? Non lo saprò mai e, di certo, continuare a rimuginare sul passato non aiuta. Sbuffai e, seccata, mi chiesi quando sarebbe tornato papà, e altri, dalla missione. I pensieri di Zio Thor invasero la mia mente e, con un sorriso, lo feci entrare ancor prima che bussasse; sorrise ampiamente.
-Visto che gli altri non ci sono, pensavo, ti va di ordinare cinese?-, trattenne un sorriso, -Così passiamo un po' di tempo assieme, come ai vecchi tempi.-, concluse. Sapevo che non stava usando questa scusa per altro, quindi accettai ben volentieri, poi anche a me mancavano i vecchi tempi. Saltellò con tutto, eccetto che grazia. Loki passò per il corridoio e, contento della notizia urlata dal fratello poco prima, mi trascinò fuori dalla camera e mi portò in salotto.
-Ora facciamo qualcosa, ci siamo solo noi tre.-, sbuffò il moro, -Possiamo fare qualsiasi cosa, non obbietterò.-, concluse con tono quasi supplichevole. Mi sfuggì una risata e, guardando Thor, materializzai degli elastici, cose fucsia o fluo di vario genere e spazzole, tante spazzole. I pensieri di Loki erano tutto, tranne che amichevoli, ma apprezzai il fatto che non fosse scappato via. Presi una spazzola einiziai a pettinare i lunghi capelli neri di mio zio, suo fratello, nel mentre, rideva e pensava a che acconciatura fargli. Risi. -Non sii crudele, fratello.-
-Nah, lascia fare a me.-, strozzai una risata. Iniziai a fare dei codini e, da essi, feci tre treccie ciascuno. Poi, presi una treccia e la fermai con l'altra opposta e feci lo stesso con la seconda. L'ultima, al contrario, la lasciai a penzoloni, come una treccia normale. Mi accertai che non si fosse fatto male e che non tirasse troppo, ma non disse nulla di allarmante. Lui, al contrario, mi passò gli accessori orribili con mezzo sorriso in volto. Zio Thor pensava di averla fatta franca. -E' inutile che lo pensi zio, dopo tocca a te.-, ridacchiai.
-Ma come?-, singhiozzò, strozzandosi con un sorso di birra. Ridemmo. -No, io ho dei capelli bellissimi, acconciarli sarebbe un peccato.-, ahimé suonarono alla porta. Zio chiuse la porta e entrò in salone con i pacchi d'asporto, gli corsi in contro per aiutarlo e mettemmo tutto sul tavolino. Ci guardammo tutti e tre negli occhi, sistemammo le bacchette, ci demmo il via e ognuno iniziò a mangiare dal proprio cartoncino. Avviammo una conversazione a caso, giusto per animare la cena e non avere un silenzio tombale anche in quella stanza. Iniziammo a dire cose a caso, prive di senso direi, e riaffiorare certi ricordi fu un'idea a dir poco esaltante.
-Loki hai fatto cadere i bucci di scimmia!-, zio lo esclamò sicuro di sé, io trattenni delle risate ma fallii. I bucci di scimmia? Ma sul serio? Loki scoppiò a ridere, io lo seguii a ruota, mentre Thor ci osservava incredulo e confuso. Strinsi le labbra in una fessura sottile e smisi di ridere pian piano. Non esistevano i bucci di... scimmia. Che poi, dove li ha visti?
-Quali bucci di scimmia zio?-, chiesi senza ridere, -Semmai le arachidi.-
-Sì, quele che si danno alle scimmie, no?-, scoppiai di nuovo a ridere. Ma cosa c'era dentro il cibo d'asporto? Sostanze, zucchero o troppe spezie?
-Semmai si danno agli elefanti.-, lo corressi dopo essermi sdraiata sulla poltrona. Lui mi osservò confuso e divertito al tempo stesso, io gli sorrisi ampiamente.
-Ma, Kate, una curiosità.-, Loki lo chiese un po' più serio del solito, -Tra tutti i tuoi poteri, è inclusa la super forza?-, lo guardai allibita. Sul serio voleva farmi sollevare il martello di suo fratello? A me? Io non ho la super forza o,almeno, non credo di possederla. Lui mi osservò con aria di sfida: sfida tra me e Thor, di nuovo, in salotto, come nostro solito. Thor pensava alla stessa cosa e, fra i suoi pensieri, potei vedere anche una nota di impazienza ed euforia. Scoppiai a ridere, fragorosamente, e accettai con piacere stringendo la mano. Loki sembrò soddisfatto e prese carta e penna per segnare le prove, nel mentre, io sarei stata in cucina con mio zio a chiacchierare. Materializzai un'arancia, la sbucciai, prima che mio zio mi mettesse sul balconcino.
-Bene, signorinella...-, mi bloccai. In quel modo mi chiamava anche Peter e, davvero, non mi aspettavo di sentire lo stesso soprannome pronunciato da labbra diverse. -...pronta a sfidarmi?-, sorrise, io annuii. -Paura?-, cercava di guadagnare terreno mettendomi timore. Lo guardai e sbattei le ciglia ripetutamente, ma sul serio? Dopo bucci di scimmia, ora questo? Sono sempre più convinta che dentro il cibo ci fosse qualcosa di strano e che sul corpo e mente di mio zio facessero un brutto effetto. Lo guardai e ridemmo, prima che zio Loki ci chiamasse di là e ci mostrasse le prove. Velocità nel prendere le cose, maggior numero di flessioni e addominali possibili, rubare qualcosa dalla camera di mio padre senza esser visti dalle camere, "decorare" la camera di Bucky e sollevare il matello di io Thor. Letta la lista mi venne da ridere.
-Ora, incominciamo!-, urlò il nostro giudice, -Dovete prendere, il più velocemente possibile, un bicchiere di vetro.-, fischiò. Io lo materializzai e, in mezzo secondo, ce l'avevo in mano, mentre zio ci impiegò un minuto: sbuffò e mi ricordò la potena dei miei poteri e il fatto che fosse aumentata in questi anni. Arrossii, segnai un punto per me e passammo alla prossima prova: flessioni.
Questa la vise lui e quella degli addominali la vinsi io, sorrisi pensando ai quei mille addominali fatti con Steve durante l'allenamento. Ora come ora, eravamo due a uno per me. La prossima, usai direttamente i poteri e mi smaterializzai dentro l'armadio di mio padre, così la camera d'ingresso non mi avrebbe vista, ma un microfono mi incitò ad uscire e a non ficcanasare: scoppiai a ridere imbarazzata. Solo quando uscii, però, notai che le videocamere si stessero spegnendo e che, poco dopo, mio zio stesse entrando indisturbato. Eravamo pari. Ritornammo giù e, dopo aver segnato i punti, materializzai le decorazioni ancor prima che mio zio salisse in camera. Si sentì solo un urlo di sconfitta: io e Loki scoppiammo a ridere e mi segnò il punto. E ora, signori e signore, bambini e bambine, dovevamo sollevare il martello di Thor. Tanto mio zio non aveva problemi, quindi tecnicamente avrei vinto io, ma era soprattutto per capire se io avessi la super forza o no, visto che mia madre aveva un mega arsenale di poteri e faceva strano che io ne avessi ereditati solo tre. Presi il martello senza troppa difficoltà, ma caddi poco dopo. Ridemmo.
-Dobbiamo migliorare con la super forza eh, Kate.-, Loki lo esclamò tutto soddisfatto. Dalla camera superiore si ruppero i vetri e, dopo essermi recata lì, trovai Spider-man nella camera di Nat. Ci guardammo per qualche minuti e, dopo ciò, lui prese una felpa azzurra di Peter. Mi scagliai contro, intenta a proteggere quel'unica cosa che mi rimanesse di Peter alla Torre, ma fallii e uscì. Mi limitai ad aggiustare la lastra di vetro.
-Scusami Kate.-, sospirò il super eroe ladro. E ora come faceva a conoscermi? A meno che non fosse Peter, cosa assurda perché la tuta che Peter aveva era bianca e gialla, tipica dei nuovi. Sospirai e mi sedetti a terra, facendo sparire le scheggie di vetro. Lasciai che il profumo di pino si dissolvesse nell'aria, portandosi via l'unica cosa di Peter Parker.
"Allora evitami."
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Eeeed eccoci qui, finalmente. Sono così contenta di riuscire ad aggiornare e, sappiate, che sono anche super felice delle letture e delle posizioni in classifica. Vi ringrazio infinitivamente.
Mi mancano già Peter e Kate assieme, ma manca poco a farli ricongiungere! Ma tempo al tempo, in fondo, è Tony Stark a volere, ma Kate... basta sopiler.
Al prossimo capitolo, vi voglio bene.
Vostra Paper.
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Lady Stark
FanfictionKate Stark e Peter Parker. Un unico sentimento ad unirli. Un unico volere a separarli: Tony Stark. Kate è la figlia del Signor. Stark e, nel giro di mezz'ora in jet, va a vivere col padre nella torre, visto che Tony è l'ultimo parente che le rimane...