Ricarica, mira e fuoco!
Colpii Ned sulla spalla e finse di cadere a terra, sul punto di morire, mentre io, esultante, corsi verso di lui e gli rubai la pistola Nerf. Mi nascosi in un piccolo corridoio e aspettai che Peter soccorresse il suo migliore amico, così l'avrei colpito alle spalle e che le femmine, alla fine, sono anche forti da sole, in minoranza. Lui trotterellò, ignaro e innocente, verso l'amico ferito. Ricaricai con un movimento brusco, poi mi mossi quatta verso il soggetto prossimo alla morte: si voltò, mi vide e fece per colpirmi, ma sbagliò la mira. Lo presi in pieno petto e cadde a terra, forse per il dolore, perché un colpo sullo sterno non è proprio lieve, ma mi venne da ridere.
-Ci arrendiamo.-, Peter si mise a sedere e mi guardò con un mezzo sorriso, -Sei troppo forte.-
-Spero che abbiate imparato qualcosa, così da poter arricchire il vostro progetto.-, sorrisi arrossendo leggermente. Il complimento di Peter, sebbene fosse completamente innocente, mi aveva fatto nascere... non lo so... rane nello stomaco e il mio colorito era tipo quello di un pomodoro. Sarà per il caldo e il cuore agitato per la corsa e adrenalina, sicuramente. Non per Peter, dai.
-Ma, Kate, perché non vieni a scuola?-, Ned corrugò le sopracciglia, -Insomma, il Signor Stark non ti manda a scuola?-
-Sì, ma frequento una specie di corsi online.-, blaterai, -Così ho lezioni solo la mattina e poi posso dedicarmi agli allenamenti.-
-Allenamenti per i poteri?-, saltellò con tono squilante. Scoppiai a ridere, anche perché nella sua testa si erano create altre mille domande e curiosità: avrei risposto a tutte.
-Potresti, ehm, senza offesa, rimanere sconvolto all'inizio.-, Peter lo affiancò e gli mise una mano sulla spalla. Lo guardai rapidamente.
-Peter ha ragione.-, sorrisi lievemente. -Sei sicuro? E non dire di no perché l'ho letto nella tua testa, proprio adesso.-, risi imbarazzata, -Beh, è uno dei miei poteri.-
-Gli altri?-
Mi smaterializzai dietro di lui, mi scomposi, materializzando la mia mano sulla sua spalla e l'altra sistemava i bottoni aperti della camicia di Peter. Vidi magnificenza negli occhi di Ned e, nella sua testa, ammirai la gioia che creava i suoi ricordi e che si insediavano con un'aurea quasi brillante. Materializzai in mano a lui una penna, un taccuino e gli occhiali in volto. Scoppiò a ridere e feci scomparire tutto e rimisi in ordine il caos.
-Chissà come mai, con me, materializzi solo manette e corde.-, disse sarcasticamente, -E' ingiusto.-
-Se fai schifo ad allenamento, non è di certo colpa mia.-
***
-Oggi è il compleanno di una personcina speciale.-, mio padre entrò in camera mia con un pacco regalo. Saltellai da lui e gli sorrisi: era contento e fiero di me, in aggiunta, gli mancava festeggiare il compleanno con me. Gli chiesi se potessi arirlo con gli altri e lui annuì divertito, gli era mancata anche la mia euforia.
-Auguri piccola.-, sorrise Cap, che mi abbracciò da dietro, per poi farmi fare un giro in aria. Gli lasciai un bacio sulla guancia, facendolo schioccare. Sorridemmo.
-Come cresce la nostra nipotina.-, zio Thor mi fece sedere di fianco a lui. Peter non era ancora arrivato, ma entrò dalla finestra poco dopo, assieme alla tuta e a una rosa bianca. Sorrise guardandomi e improvvisò una piroetta.
Aprii la carta regalo delicatamente, per timore di fare troppo rumore e, al tempo stesso, di rompere il contenuto all'interno. La scatolina era grande si e no come il mio palmo, di un grigio topo o poco più scuro e le rifiniture erano a dir poco sensazionale. Le menti degli altri, anche se con parole diverse, dicevano la stessa cosa: aprilo. Il piccolo dispositivo elettronico era di un rosso tendente all'arancio e, con la mia voce, sebbene le mie domande non fossero rivolte all'aggeggio, lo attivai. Mi chiedeva di dargli un nome, come Jervis. Era una piccola Jervis.
-Wow papà, è sensazionale.-, saltellai contenta, -E io posso controllarlo?-, lo guardai incantata.
-Oh piccola, sì.-
Finita la festa, salutati tutti, mi ritirai in camera per prepararmi prima di andare a letto. Sentii bussare e, non individuando alcun pensiero al di là della parete, conclusi che fosse Peter. Lasciai che entrasse e finii di mettere la maglietta, lui mi osservò con un sorriso. Era vestito normalmente, la tuta era sistemata nella vetrina probabilmente e la maglietta sul violetto, cadeva larga dai pettorali in giù.
Accettai con piacere la rosa e apprezzai la semplicità del gesto e, comunque, il profumo del fiore era buonissimo. Lo guardai con un sorriso di gratitudine e sistemai il fiore in un vasetto d'acqua. Ci avvicinammo con i volti, lasciando che i nostri respiri accarezzassero i nostri visi. I suoi occhi erano più chiari, le pupille leggermente dilatate e io mi persi dentro quelle pozze color nocciola. le punte dei nasi si sfiorarono e, con una mano, Peter mi portò a sé. Le farfalle nello stomaco, le gambe molli, la basorexia e la voglia di conoscere il sapore delle sue labbra... Non Peter, non qui e non così. Ci tirammo indietro, ci scusammo a vicenda e, dopo ciò, ritornò in camera.
E' così, maledettamente, bella...
Peter mi aveva quasi baciata, io avevo quasi baciato lui. Dovevamo esser solo amici, amici e, dopo questo, credo che il nostro rapporto sarà in bilico. Io volevo davvero baciarlo e, a quanto pare, anche lui. Ma si era ritratto prima lui, poi io, ma il rossore sulle sue guance era così marcato. Forse era solo il momento, sebbene il pensiero di Peter fosse chiaro. Mi limitai a sospirare e cercai di prender sonno.
-------------------------
TAN TAN TAAAAAAAAAAAAAAAAAN
Vi lascio così ehehe.
Vostra, Paper.
STAI LEGGENDO
Lady Stark
FanfictionKate Stark e Peter Parker. Un unico sentimento ad unirli. Un unico volere a separarli: Tony Stark. Kate è la figlia del Signor. Stark e, nel giro di mezz'ora in jet, va a vivere col padre nella torre, visto che Tony è l'ultimo parente che le rimane...