14. Passion

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!CONTENUTO PER ADULTI, NELLA SECONDA PARTE!

LEGGETE, GENTILMENTE, LO SPAZIO AUTRICE!!

Avevamo imparato a convivere, tutto sommato. Io e Peter avevamo iniziato ad accettare la nostra sparizione e l'inizio della nostra vita qui, cinque anni all'indietro, e con metà della popolazione esistente. Noi sapevamo cosa c'era oltre lo schiocco, ma gli altri, dall'altra parte, no. Pensammo che fosse giusto così e che, con quel poco che potessimo fare, non ci restasse che sperare in un miracolo. Per il resto, oggettivamente parlando, non era cambiato niente, al contrario del campo soggettivo dove, solo respirando, si percepiva dolore e desolazione. La nostra vita da supereroi, alla fine, si era solo arricchita, visto che c'eravamo solo noi due, da quel che so. Però nemmeno io e Peter avevamo iniziato a vivere la nostra nuova vita a pieno. Non sapevamo dove trovare pace, al di fuori del partner, e non avevamo la minima idea di prendere e partire, per quanto volessimo, in parte. Ci eravamo promessi tante di quelle cose, quand'eravamo di là, cinque anni più avanti. E' triste questo, vero?

Non pensammo nemmeno di tentare il tutto per tutto, non per cattiveria, ma per la semplice paura di fallire. Non era proprio nel nostro stile finire una cosa, anche perché la fisica quantistica non rientra nelle nostre capacità. Mi limitai ad alzare le spalle, sospirando, e posando i piatti nel lavabo del lavandino. Di solito le stoviglie le lavavo con papà, mentre lui litigava col getto d'acqua, inondando la cucina. Sempre in quei giorni si erano manifestati i miei poteri per la prima volta, quando avevo lasciato sul tavolo il detersivo. Lo smaterializzai in mano a papà, per sbaglio. Chissà cosa starà facendo ora...

Presi un profondo respiro e, terminato con le stoviglie, mi sedetti sul divano per leggere un po'. Mancavano tante cose, in quel posto, e ne iniziavo a sentire la nostalgia, anche di quell'orribile bonsai sul tavolino. Certe volte Bruce aveva un terribile gusto, nell'arredamento. Mi lasciai scappare un sorrisetto.

-Ma è una pianta bellissima.-, la indicò sulla mole di libri, traballante, -Non la vedi? E' diversa.-

-E' una pianta grassa.-, la indicai con un indice e lo sguardo confuso. Era esattamente uguale alle altre, non cambiava di una irgola, potessi capire un'orchidea, ma era un fottutissimo cactus. Era rotonda, con delle spine, un fiore viola e un vaso giallo e basta. Quella di fronte a me era uguale, quella di fianco a Bruce pure e così via. -E' uguale.-

-No, ha il fiore più a sinistra, non vedi?-

Quel ricordo mi fece ridere e togliere lo sguardo dalla lettura, tanto quel giallo lo avevo gi risolto... cinque anni fa. Chiusi il libro e rimasi seduta, portandomi le ginocchia al petto, così da calmarmi e riprendere fiato. Forse mi dimenticherò per fino cosa facevo cinque anni fa, cioè ora, o forse no. Questo caos mi creava solo confusione, in testa e nell'anima. Mi chiesi se Peter avesse finito con la rapina, se ora fosse in questura per le faccende burocratiche, o se stesse ancora cacciando i ladri, in un inseguimento per i grattacieli. Era atroce non poterlo vedere all'opera, magari gli avrei coperto le spalle, gli avrei lasciato la strada libera e l'avrei aiutato, ma non volle. Preferiva lasciarmi qui, al sicuro, come se sapesse già cosa stesse accadendo o come sarebbe andata a finire. Era la sua valvola di sfogo, il crimine, e di sicuro non mi sarei intromessa. In fondo, lui non s'intrometteva mai quando dipingevo, anzi, si limitava a guardarmi da lontano o a scattarmi qualche foto, per lui ero bella così. Un bacio, sotto l'orecchio, lasciato con gentilezza, interruppe queste riflessioni.

***

L'acqua era calda, forse bollente, ma al tatto fu parecchio piacevole. Il ragazzo moro entrò prima di me e, con gentilezza, mi fece spazio fra le sue gambe, per farmi sedere. Non avevo mai vissuto nulla di simile prima e, quasi stranamente, mi parve tutto meccanico. Mi rifugiai nel suo petto e lasciai che il contatto con i nostri corpi creasse un'aurea più calda dell'acqua. La schiuma era tiepida, la luce delle candele tenue e si rifletteva contro le piastrelle grigiastre del bagno.

Lady StarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora