19. Special

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CONSIGLIO DI ASCOLTARE: I THINK I'M IN LOVE - SLOWED+ REVERB (VOCE MASCHILE)

Passai gli altri due mesi come spirito, ma non mi concesso di vedere Peter. Non conoscevo la vera ragione, probabilmente per proteggerlo e non causargli ulteriore dolore. Non mi ero arresa però, anzi, mi ero concessa di scendere sulla Terra e andare alla Torre un paio di volte, ma me ne pentii.

Il ragazzo leggeva la mia lettera ogni volta, prima di andare a letto, aveva riposto tutte le mie cose in un baule e lo conservava sotto il materasso. I miei libri, letti con lui, erano in mezzo ai suoi. Le nostre foto erano incorniciate e messe sul comodino, circondando la lampada bianca. Le pareti erano spoglie, per terra c'era un gran caos e non riusciva a dormire. Il ragazzo continuava a rigirarsi nelle coperte, sbuffando e provando a chiudere gli occhi, ma fallendo. Mi assunsi tutte le respondabilità e, triste, decisi di entrare, passando da quella fessura della porta finestra.

Vederlo così mi sentii morire. Ed era colpa mia, solo mia. Mi passai una mano fra i capelli.

Mi manca tanto. Sono stato un incapace, quando stava andando via non ho detto nulla di confortante, l'ho ferita, l'ho persa, l'ho allontanata. Le poche cose che mi rimangono di lei le sento fin troppo distanti. Vorrei solo riaverla qui, anche per qualche secondo, per qualche minuto. Affogare fra i suoi capelli, sentire il suo profumo, percorrere le sue curve... Ma chi voglio prendere in giro? Non tornerà mai.

Quelle parole mi uccisero, davvero mi rivoleva lì, anche solo per cinque minuti? Sì.

-Io sono qui.-, sussurrai.

Sentii la moquette della camera diventare morbida, un calore appropiarsi del mio corpo, un solletico leggero sul mio ventre e sulle mie cosce. Percepii una folata di vento sulle guance, le sentii arrossarsi, esalai un respiro, e poi un altro, un altro ancora. I miei capelli mossi si appoggiarono sulle mie spalle e le coprirono voracemente. Il cuore pulsava, il sangue correva sotto la mia pelle, le ossa e i muscoli mi reggevano in piedi. Guardai le mie mani, le girai una paio di volte, giocai con le dita e il tatto mi mostrò il percorso. Sbattei le lunghe ciglia, feci un paio di passi in avanti. Era tutto diverso. Volli parlargli, ma lo sentii svegliarsi, così corsi in cucina, lasciando la porta aperta: speravo che mi seguisse.

-Lady Stark?-, lasciò cadere il bicchiere a terra, rompendolo. Smaterializzai il casino. -S...sei q..qu..qui?-, si avvicinò un paio di passi, ma tenne una mano in avanti, quasi per proteggersi. Lo capivo, in fondo, non era normale trovarsi un morto... vivo? Io ero pur sempre morta fra le sue braccia e quella macchia era indelebile. -K...Kate?-

-Peter.-, mi lasciai sfuggire una lacrima, tradendomi. Mi ero promessa di esser forte, per lui, per questo momento, ma non sapevo cosa sarebbe successo dopo. Quando sarei svanita di nuovo. Mi asciugai le lacrime. -Sono qui.-

-E' l'ennesima visione questa.-, sorrise sarcastico e si voltò, -Se sei vera, se sei tu, la vera tu, sfiorami.-, mi sfidò, -Non dovresti passarmi attraverso.-

Capii che la sua sofferenza non si era riversata solo nel sonno e nella solitudine, ma che l'avevo ferito abbastanza da dubitare dei suoi stessi sensi. Sospirai e provai a pensare, anche minimamente, a capire cosa avesse provato. Mi avvicinai a piccoli passi, silenziosa, mentre vedevo i muscoli della schiena di Peter ammorbidirsi e tendersi. Avevo paura di ferirlo, di fargli male e peggiorare la situazione.

La mia mano persorse gentilmente, lentamente e teneramente la sua spalla. Ovunque passassi percepivo il suo dolore, il suo calore e i muscoli irigidirsi e poi ammorbidirsi. Vedevo tutte le emozioni di Peter scorrere e cambiare in decimi di secondo. Una seconda mano passò sotto il tessuto della cannottiera nera, poi fu seguita dalla seconda e dall'appoggiare la mia testa fra le sue scapole. I suoi addominalo definiti erano rilassati e sembrava di percorrere una scalinata. Il ragazzo si voltò e prese il mio volto fra le mani, avvicinandolo al suo. Il suo respiro era irregolare, caldo, profondo e seguiva il suo cuore il tumulto. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma si fermò prima di dire qualche stronzata.

Lady StarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora