11. Hide and seek

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Sebbene la giornata di ieri fosse stata ricca di emozioni e di eventi, la giornata di oggi non ne è di certo priva. Peter è andato a scuola e, tra circa mezz'oretta, dovrebbe tornare. Mio padre non sa ancora nulla, così vale per il resto del team, e oggi sarà in missione con gli altri per il resto del pomeriggio: ciò significava che io e Peter saremmo rimasti soli. Ammetto di essere nervosa, per questo, non so bene come mi sia innamorata di lui, come lui si sia innamorato di me, come abbia fatto la preoccupazione a diventare amore. Poi come lo diremo agli altri? Finirà che ci scopriranno per caso, magari mentre ci diciamo qualcosa di dolce in un angolo ai piani superiori e lo sapranno tutti in meno di dieci secondi. Ma perché farsi questi film mentali se io e lui stavamo insieme da meno di ventiquattro ore? Forse nemmeno dureremo due giorni e sarà una semplice scappatella per lui e un semplice sfogo per me. Dovrei non pensarci, tutto qui, e godermi i momenti assieme, finché potremo.

Lady Stark durududuu

Sorrisi appena quando percepii questo suo pensiero, questa sua canzoncina più che altro. Amavo la semplicità di Peter, la sua normalità, il fatto che apprezzasse i miei poteri e non li odiasse, al contrario mio. Ascoltai i suoi passi leggeri sulle scale e il suo camminare per il corridoio, aprì la porta e lanciò lo zaino in camera sua, prima di riprendere a fischiettare. Mi stravaccai sul divanetto, posto in un angolo del pianerottolo, così da non intralciare il passaggio di terzi ma di renderlo comunque accessibile. Il ragazzo dai capelli castani si lanciò su di me con una grazia pari a quella di un elefante.

-Madonna Peter, non sei leggerissimo.-, risi per non soffocare, -Com'è andata oggi?-

-Verifica di spagnolo, ma era semplice.-, sorrise, coccolandomi una guancia col pollice ruvido, mi nascosi nel suo palmo. -E te?-

-Solito.-, alzai le spalle. Era brutto pensare che, tutte le volte, non avessi nulla da raccontare, mentre lui ne avesse per ore. Mi appuntai mentalmente di riempire la mia routeen. Mi rubò un bacio e poi mi disse che gli andava, risi.

-Pensavo...-, dicemmo in contemporanea. Ridemmo e litigammo un po' su chi dovesse dirlo per primo, ma lo feci dire prima a lui.

-Se giocassimo a nascondino?-, si sistemò sugli avambracci e accarezzò il mio volto con la punta del naso, -O potremmo restare così.-

-Giochiamo a nascondino.-, feci per alzarmi mentre rubavo un bacio veloce al ragazzo. Sorrise e decise dove avrebbe contato: iniziò. Corsi di sotto, voltai a sinistra e corsi lungo il corridoio. Mi rimanevano pochi secondi e, in tutto ciò, non sapevo dove nascondermi, materializzai una tenda nera, scura e lunga, sufficiente a nascondermi. Non copriva parte della finestra, così non destava sospetti e Peter, comunque sia, non credo noti questi dettagli così singolari. Lo sentii camminare e trattenni il respiro. Temetti che mi trovasse, ma sembrò passare oltre, così scostai leggermente il tessuto.

Lo trovai di fronte a me, con un mezzo sorriso in volto e s'infilò dietro il tessuto, chiudendolo. Incastrò la mia testa tra le sue mani, poggiate al vetro, poi fece lo stesso col mio corpo. Il suo volto era vicinissimo al mio, sentivo il suo respiro intrecciarsi col mio e il suo profumo inondò le mie narici. Inspirai la mia fragranza mischiata con la sua, ascoltai il suo respiro e misi entrambe le mani sul uso petto, guidato da dei respiri profondi e scostanti e governato da un battoto accelerato. Volevo assaporare le sue labbra, di nuovo, sebbene toccasse a me contare e a lui nascondersi. Sospirai e intrecciai i suoi capelli con le mie dita. Sfiorò le mie labbra con prepotenza, quasi temesse che qualcuno potesse rubargliele o che ci stessero per scoprire. Erano leggermente screpolate e salmastre. Feci schioccare il bacio, ma lo ritirai a me, prendendolo per il colletto della camicia bianca, per volere un altro bacio così. Lui non negò, non si oppose, anzi, sembrò volere lo stesso. Scese, sfiorandomi la mascella e il collo, appena, facendomi percepire il calore leggermente e lasciando che i brividi percorressero velocemente il mio corpo. Mi avvicinò a lui, facendomi scontrare contro il suo corpo statuario. Mi sollevò da terra, con una sforza per lui apparentemente debole, ma io inspirai rumorosamente per lo spavento. Le farfalle nello stomaco si diramarono ovunque.

-Kate...-, iniziò, prima di poggiarsi di nuovo sulle mie labbra, -...stanno arrivando delle persone.-

-E' mio padre insieme a Cap.-, sussurrai preoccupata e iniziammo a fingere un dialogo assolutamente normale e fingemmo di esser presi dal gioco. -Mi hai trovata!-

-Non ti sai nascondere...-, sorrise guardandomi divertito e leggermente rosso sulle guance.

-Se non potevo usare i miei poteri!-

-Piantatela.-, Cap fu schietto, -Peter abbiamo una riunione, urgente.-

Il loro comportamento è molto sospetto... magari è solo una mia impressione.

Guardai Peter di sfuggita, salutai tutti e andai su. Peter mi avrebbe raggiunta dopo.

Il pensiero di Cap era fin troppo esplicito e stupido non era, di certo. Sicuramente il nostro nascondiglio aveva destato molti sospetti e, come se non bastasse, il nostro attaccamento reciproco non è passato inosservato. Nella mente di papà, almeno, non lessi nulla a tal proposito, ma nascondergli questo mi faceva male. Mi promisi che ne avrei parlato con Peter appena avrei potuto. Ammetto che ero del tutto ignara delle preocupazioni che una normalissima, semplicissima, relazione potesse comportare. Sbuffai e mi lnciai sul letto, dopo aver preso il libro sul comodino.

***

Il tempo parve volare velocemente e, quasi avessi letto solo una pagina, la riunione finì e Peter venne in camera mia, mentre gli altri ritornarono in missione. Il viso di Peter, però, non era affatto rilassato, anzi, era tutto il contrario: mi alzai in piedi, corsi verso di lui e lo abbracciai. Ricambiò, stringendomi più forte.

Thanos... no, non così... missione interspaziale

-Peter?-, lo feci sedere sul letto, di fianco a me, -E' tornato Thanos?-

-Hai letto la mia mente?-, lo disse più seccato che altro. Io mi limitai ad annuire, forse non dovevo parlare, ma avevo bisiogno di conferme, visto che non sapevo nulla, non sapevo mai nulla!

-Sono preoccupata per le tue condizioni, beh sai, non hai una bella cera.-, gli accarezzai le guance e lui si rifugiò lì, chiudendo gli occhi e rilassandosi.

-Sì e, ahimè, devo andare in missione.-, sospirò con gli occhi lucidi, non potevo biasimarlo, quindi mi limitai a far incrociare i nostri sguardi.

-Ci saranno dei rischi?-, fui schietta, ero estremamente preoccupata, ma non sufficientemente brillante, in quel momento, da leggere la mente di Peter: era un caos.

-Non lo sappiamo.-, sospirò.

-Tra quanto partirete?-

-Due giorni.-, gli asciugai una lacrima.

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E ORA, POSSO ANCHE PIANGERE.

MA, NON TEMETE, HO GIA' DELLE IDEE PER NON SEPARARLI!!!

Vi lovvo e vi rngrazio già per le 533 letture! Sono tantissime!

Vostra, Paper.

Lady StarkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora