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Kate pov.

Mi alzai e mi misi a sedere sul materasso, sentendo le gambe indolenzite, come se avessi corso durante il sonno, e la testa come se circondata da pesi. Portai le mani al volto e mi stropicciai gli occhi, come per far passare quella terribile sensazione e scendere di sotto, per fare colazione da sola, nuovamente. Sebbene mi fossi dissolta, ero nuovamente qui, alla Torre, e dal piano di sotto o dalle altre stanze non proveniva alcun tipo di rumore, o fiato, o parola, o pensiero. Sospirai e guardai il comò: c'era la lettera di Peter spiegazzata.

Peter Parker pov.

Eravamo tutti di sotto, in silenzio, intenti a... non lo so. Eravamo solo in attesa che Kate scendesse, come se la nostra speranza l'avrebbe aiutata a risvegliarsi da quel dormiveglia perenne e che andava avanti ormai da sei giorni. Sei giorni fa, in aggiunta, il signor Stark era morto. Cap sospirò e, istintivamente, tutti si voltarono verso le scale: niente; lo rimproverammo con lo sguardo e si scusò, guardando il braciolo della poltrona. Probabilemente non si sarebbe mai svegliata, forse la lettera l'aveva ferita così tanto che non voleva più vivere. Come si sarà sentita? Tradita probabilmente, da me, da tutti e da suo padre. A tal proposito, non lo sa e lo scoprirà solo quando, e se mai, scenderà. Per un momento volli salire su.

-Al...lora umh qu...qua...lcuno c'è.-, Kate cadde e si aggrappò velocemente alla ringhiera. Ci alzammo e le corsi in contro, forse non fu una buona idea scendere sotto, lasciandola sola. La presi in braccio senza troppe difficoltà e, quasi meccanicamente, si rifugiò nel mio petto. Del calore si sparse per tutto il mio corpo, mentre il mio cuore e respiro acceleravano. Saperla sveglia era di certo meglio che sentire le diagnosi stabili di Bruce, che non cambiavano quasi mai. La mia piccola, intanto, tremava. -Peter?-

-Kate, hey.-, sorrisi leggermente, guardandola negli occhi socchiusi: erano dello stesso colore del signor Stark. Raggelai. -Ti porto di là, stai gelando.-

-No.-, sospirò pesantemente, -Mio padre, dov'è?-

-E'...è di là, in sala collaudi.-, mentii, almeno non mi avrebbe chiesto nulla per un po'.

-E' morto, Kate.-, Nat lo disse ferma. Sentii la piccola ragazza irrigidirsi e allentare la presa, per poco non cadde. Non proferì parola, non pianse, non respirò, non fece nulla che avrebbe fatto qualsiasi altro umano, si limitò a nascondersi nella mia spalla. Ammonii Nat con lo sguardo.

-O...ora d...dev...devo and...are.-, scese giù, con un po' difficoltà. Camminava come se non sentisse più le gambe, spesso tentennava e si appoggiava al muro, ma era determinata ad andare di là, nella stanza di suo padre. Cadde sulle ginocchia e urlò, piangendo. Chiesi agli altri di andare di là, mentre io sarei stato con lei: forse ero ancora il suo ragazzo, o forse no. Però volevo sentirla vicina e portarla di là. Non si oppose alla mia presa e, in meno di cinque minuti, ci trovammo in camera mia, a letto, coperti da una piccola coperta gialla e vicini. Non dissi niente, per rispetto.

***

Kate pov. - un mese dopo

Peter si era addormentato sul mio piccolo ed esile corpo, con una mano sul mio petto e un'altra lungo le sue spalle. Era bello mentre dormiva, con quei lineamenti rilassati e la tranquillità nel suo respiro e nel suo battino. Non saprei dire cosa fossimo ora, se fidanzati o in piena pausa da questa relazione, però soffrivo anche lui. Non saprei dire perchè, ma lo sentivo; sentivo questo mattone sul mio petto e non era la testa di Peter. Mi faceva male respirare, male la testa, il corpo e qualsiasi cosa potesse riguardarlo. Avevo freddo, molto freddo.

Mi sentivo morire.

Mi persi a guardarlo, la sua mente era completamente rilassata e, per quanto volessi, non potei non accarezzare i suoi capelli. Era ovvio che non gli servissi, che non fossi così indispensabile per lui, visto che non avevo modo di essere utile alla sua figura, per renderlo felice. Stavo andando contro la nostra promessa, della felicità appena tornati, della normalità, dell'amore come alla Torre. Però mio padre, in quel tempo, era vivo, mentre ora no.Ora è morto, senza ombra di dubbio, e non tornerà. E rifugiare la mia tristezza in lui non è assolutamente rispettoso, amabile, ma solo deprimente e meschino.

Vorrei solo tornare quella di prima.

-Kate, stai tremando.-, mi prese il volto fra le mani, mentre la sua voce roca, per via del sonno, echeggiava nella mia mente, -Stai bene?-

-Sì...-, inspirai, sembrando forte, per lui. Gli occhi mi tradirono. -Cioè no.-, delle lacrime solcarono le mie guance, velocemente, senza un criterio. Erano calde, umide e, in circostanze diverse, le avrei reputante anche piacevoli, in quanto liberatorie. -Scusami Peter.-

Non rispose, al contrario, iniziò a baciarmi le lacrime, asciugandole. Erano dei tocchi leggeri, appena percepibili e inspirai leggermente appena sfiorò la guancia sinistra. Quando mi baciò le labbra mi sentii sollevata, quasi perdessi quel senso di pesantezza e delle sfumature di colori caldi s'impadronissero di me, di lui e di noi. Era come brillare. Questo era un vero bacio: sentivo le nostre scuse intrecciarsi assieme alle anime, i nostri profumi respingersi e poi attrarsi, l'odio e l'amore trovavano equilibrio e io e lui non facevamo altro che sfiorarci ,lievemente, con dolcezza e qualche nota di passione qua e là.

-Se fosse sempre così.-, poggiò la sua fronte alla mia, -Credo che io e te saremmo felici.-

-Senza il credo.-, accennai un sorriso e mi pizzicai il labbro inferiore. Dondolsi in avanti col busto, sistemando le gambe spoglie sul materasso con poca grazia. -Mi era mancato questo.-

-E ti mancherà?-, mi guardò, con gli occhi lucidi e con una nota di speranza. Sapevamo bene a cosa si stesse riferendo e non osammo pronunciarlo, per il semplice fatto che ci spavetasse entrambi. Annuii, guardandolo negli occhi. -Quanto ti resta?-, chiese, io non volli rispondere. Avrebbe avuto una ricaduta, così lo stesso per me e saremmo tornati punto a capo. -Per favore Kate.-

-Due giorni.-, sussurrai. Lui mi guardò, prima di baciarmi di nuovo e ancora e così via. Mi avvolse, mi abbracciò, mi mise su di sè, mi strinse, mi mise giù; mi riportò su, mi esplorò, mi sfiorò; baciò il collo, mani, ventre, gambe, labbra, guance. Cerco di tracciare una prima mappa di me.

-Ti amo piccola.-

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E ORA PIANGIAMO TUTTI INSIEME CHE MANCA UN CAPITOLO E LO SPECIAL... POI FINIRA'. NON UCCIDETEMI!

COME VI E' SEMBRATO QUESTO CAPITOLO?

A BREVE UNA NUOVA TRAMA!!

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