1 Will

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Era una giornata come tutte le altre e venni svegliato dai piccoli sbuffi che faceva la bocca di Nico mentre dormiva. "Stranamente" Nico stava dormendo nel mio letto, nelle ultime settimane aveva preso l'abitudine di sgattaiolare di notte e entrare nella mia cabina per dormire insieme e allontanare gli incubi.

Aveva la testa appoggiata sul mio petto ~È bellissimo mentre dorme~pensavo mentre gli accarezzavo quei bellissimi capelli neri che amo tanto. -Will!?- farfugliò Nico, aveva quella bellissima voce roca che hanno tutti i ragazzi appena svegli che mi faceva venire le farfalle nello stomaco -Buongiorno amore- -Buongiorno- disse Nico sbagliando -che ore sono?- -le 10 credo- -LE DIECI! DEVO ANDARE A FARE LEZIONE DI COMBATTIMENTO AI NUOVI ARRIVATI!- -Nico è domenica non ci sono lezioni- dissi io ridendo, mi piaceva quando era preoccupato, in verità mi piaceva sempre. Quando pensava e corrugava la fronte e pure quando era arrabbiato era attraente. Nico si risedette sul letto e sbuffando chiese -Adesso cosa facciamo?- -come cosa facciamo? torniamo a dove eravamo rimasti ieri sera- dissi e con un sorriso da pervertito stampato sul viso saltai addosso al mio ragazzo.

Lo buttai sul letto e lo riempì di baci sul collo -Will! Will basta mi fai il solletico così! Will- urlava Nico ridendo a crepapelle, la risata di Nico era bellissima cristallina propio per questo non mi fermai. -Will bas- non riuscì a finire la frase che gli tappai la bocca con la mia facendogli morire le parole in bocca. Nico mi diede subito l'accesso e quello che prima era un gioco per ridere si trasformo in qualcosa di più. Iniziammo a baciarci con più foga, mi staccai dalla sua bocca e iniziai a baciargli il collo scendendo, sempre più giù verso il petto.

Ma qualcuno in quel momento ci interruppe.
Austin entrò nella camera, era super agitato
-Will muoviti devi venire subito- -Austin è così importante? non vedi che sono occupato- dissi io lanciando un'occhiata scocciata prima a Austin poi a Nico -Sì vieni subito- capii che era veramente urgente perchè non avevo mai sentito Austin così preoccupato e perchè Austin non si era fermato neanche a fare un commento su di noi, cosa molto ma molto strana. Mi staccai da Nico e mi vestii più velocemente possibile. Misi la maglietta del campo, che prima doveva essere arancione anche se  dopo tutti i lavaggi si era scolorita e mi infilai un paio di jeans a caso. Mi avviai di corsa verso la porta della cabina -Will aspettami- disse Nico che non si era ancora alzato dal letto -Nico io vado non ho mai visto Austin così...- -preoccupato? neanche io, tu vai io dopo ti raggiungo-

Uscii di corsa dalla casa di Apollo a andai nel punto che Austin mi aveva indicato. Una ragazza, molto probabilmente nuova perchè non l'avevo mai vista, era svenuta in mezzo a un cerchio di ragazzi incuriositi che cercavano di aiutarla anche se non sapevano cosa fare. -Spostatevi!- mi sedetti di fianco a lei e solo in quel momento mi accorsi che alla sua destra si trovava un satiro, si chiamava Forst ed era il più giovane tra tutti i satiri che aiutavano Grover. Quella era la prima volta che andava in missione ed evidentemente non era andata molto bene. Anche lui non stava bene, aveva una gamba rotta e era pieno di graffi profondi. -Portateli in infermeria, subito!- dissi ai ragazzi che stavano lì impalati a guardare e corsi subito a preparare i medicinali

Arrivai in infermeria e preparai due lettini -Appoggiateli lì- dissi a Austin e a Katie Garden.
Mi sedetti vicino alla ragazza e le diedi un po' di ambrosia. Le tolsi la maglietta (non pensate male. Io amo solo Nico), era magrissima, sembrava non mangiasse da mesi interi. La schiena e il busto era pieno di graffi molto profondi, riuscivo a vedere le ossa in fondo ai graffi.
Le disinfettai le ferite, le suturai e le spalmai sopra un unguento di ambrosia e salice piangente, che possiede una linfa che sgonfia le ferite. Poi le chiusi le tende e andai a parlare e a curare Forst.

Mi sedetti sul suo lettino -Hey Forst come va?- -Non so come si può definire, ma, complessivamente bene. Austin mi ha dato un po' di Ambrosia...- non era più il "bambino" che era partito dal campo cinque mesi prima. Durante il viaggio era cresciuto, maturato. Forse anche troppo in fretta -Dammi la gamba che te la fascio meglio. Intanto raccontami, cosa è successo?- gli presi la gamba che era rotta e iniziai a sfare la fasciatura che aveva fatto Austin così alla cavolo. Lui non aveva PROPRIO il dono di curatore. -Io e lei ci siamo incontrati 4 mesi fa a Manhattan vicino a Central Park, abbiamo vissuto per strada. Ogni volta che cercavamo di avvicinarci al Campo venivamo bloccati, rapiti, feriti da mostri. In un mese non siamo riusciti a uscire neanche una volta da Manhattan. Poi con la storia di Nerone tutto si è fatto più confuso- prese un bel respiro e continuò a raccontare -Vivevamo in strada, se eravamo fortunati mangiavamo una volta ogni tre giorni- una volta ogni tre giorni è pochissimo, se ci aggiungi la lotta contro i mostri, le corse dalla polizia e le notti al freddo, era come non mangiare mai. Come... -Ma il mostro peggiore è stato quello che ci ha ridotto così. Eravamo quasi arrivati al campo finalmente, quando un leone gigantesco ci è saltato addosso. Credo che fosse il Leone di Nemea. Era gigante, lei ha tirato fuori il pugnale e io il flauto. Abbiamo iniziato a combattere ma il leone era troppo grosso, una sua zampa era grande quanto il mio petto.
Mi ha agguantato una gamba con i denti e me l'ha rotta. Lei gli è saltata sulla schiena e ha iniziato a colpirlo, è riuscita ad accecarlo ma la bestia era troppo forte e ha alzato velocemente la zampa. Se mi avesse colpito sarei morto. Ma lei ha urlato fortissimo, mi sentivo i timpani quasi esplodere. Il leone ha iniziato a disintegrarsi piano piano sul terreno- con la voce tremante cercò di continuare, ma le parole gli morivano in gola. Aveva gli occhi lucidi -Forst se non vuoi puoi anche smettere- cercai di rassicurarlo -No, voglio raccontartelo! Lei si è alzata con fatica e, anche se stava per svenire e era piena di graffi e tagli, mi prese in braccio e mi portò fino alla arena. Io le dicevo che potevo continuare da solo, ma lei non voleva. Ha sceso tutta la collina zoppicando. Appena mi ha appoggiato giù è svenuta e adesso siamo qui- ero sbalordito, pure per me sarebbe stato difficile portare in braccio Forst con quei tagli mortali. -Grazie mille Forst, sei stato super coraggioso. Adesso riposa- gli diedi un bacio sulla fronte, era come un fratellino per me, e me ne andai nella altra stanza a pensare.

Una Ragazza Speciale ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora