17 Will

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La stanza mi aveva lasciato senza parole, ma non in senso buono. Il minuto di silenzio che fece Ade dopo la rivelazione di Nico mi fece andare in ansia, poi il signore dei morti disse -Solo questo? Pensavo mi dovessi dire una cosa preoccupante- tirò su le spalle -A me va bene- tirai un sospiro di sollievo e sorrisi a Nico che si avvicinò a me -Sei Willam Andrew Solace figlio di Apollo vero?- -Si signore- -Chiamami pure Ade- -ok sign...Ade- poi si rivolse a Nico -Per fortuna che hai cambiato idea, sai che schifo avere come consuocero Poseidone- Nico guardò prima Ade poi me imbarazzatissimo -Papà!- io cercavo di trattenermi dal scoppiare a ridere.

Poi la espressione di Ade cambiò dalla lèggerà spensieratezza alla rabbia e al divertimento -Nico, pensavi di non dirmi della persona che è qui con voi? dai Susan vieni- Susan non voleva uscire quindi Ade la spinse fuori, da dietro alla porta, con il potere. La fece inciampare con forza in mezzo alla stanza e lei cadde in ginocchio, stava fumando di rabbia.
-Ragazzi mi avete fatto un favore. Mi avete portato propio quello che stavo cercando-

-Scusi in che senso le abbiamo portato portato propio quello che stava cercando?- dissi io a Ade, provavo un misto di rabbia e frustrazione. Lui mi guardava con aria sfrontata e ironica. Come se fossi un bambinetto che ha appena detto una cosa stupida ma cercando di essere intelligente.Un misto di compassione e divertimento. Aveva cambiato atteggiamento in un nano secondo. Questa cosa dava sui nervi pure a me, il calmo e solare Will Solace.
-Will lascia stare. Questa è una cosa tra me e lui- disse "Lui"  come se stesse sputando veleno o come se stesse descrivendo del vomito. -Ah la mia ragazzina è arrabbiata- la schernì Ade -Ade non sono più tua, non sono più di nessuno! Le Parche mi hanno liberato. Non sono più tua o degli altri dei. Adesso tu non puoi farmi più niente NIENTE!- il suo sorriso vacillò per un secondo. Sapeva anche lui che contro le Parche non aveva potere. Le Parche sono il destino e il destino non può essere cambiato, neanche da un dio. -Lo sai che se non rimarrai con me io dirò a tutti chi sei?- un lampo di rabbia le attraverso il viso -Io non ricordo nemmeno chi è mia madre- ringhiò lei -Ma sai che nessuno deve saperlo vero- la incalzò il re dei morti. Lei non rispose,abbassò lo sguardo. Lo sapeva.
-Papà non puoi farle questo. Le Parche hanno detto che ci deve aiutare. Dobbiamo finire l'impresa. Gli dei non si mettono mai in mezzo a una impresa. Non è così?- -Oh figliolo certo che è così, ma lei non è come voi. Lei è affar mio- disse lui. Con Nico sembrava, non so, più "dolce" forse perchè era suo padre.
-Cara, carissima Susan non vuoi tornare sull'Olimpo vero? No, non ci vuoi tornare- lei si morse il labbro per fermare il tremore e gli lanciò uno sguardo di ira. Era così aggressivo che fece tremare anche Ade stesso.
-Là ci tornerò solo da morta- Lui fece un sorrisetto sfrontato -Io sono il Re degli inferi. Posso riportarti indietro come ho fatto già una volta- -No questa volta non mi porterai indietro, lo vogliono le Parche- Ade ringhiò -Allora sarò propio io a ucciderti. Perchè se combattiamo, lo sai di tua esperienza, che vinco io-
-Ade se dovessimo combattere io e te da soli vinceresti sicuramente tu ma con Will e Nico al mio fianco non ne sono così sicura. Lo sai anche tu di cosa sono capace e piano piano sto riacquistando la memoria. Sono potente quanto una divinità minore e poi sono la protetta  delle Parche, il destino è dalla mia parte- disse lei a Ade cercando di essere più temibile possibile e usava la sfrontatezza come arma. Ade si stava innervosendo e, anche se non lo dava a vedere, gli iniziò a venire un tic nervoso all'occhio.

-Bene bene allora o vieni con me e lascio il tuo amico e mio figlio continuare, oppure vi metto tutti nelle segrete e starete lì per il resto della vostra vita per colpa tua- lei ci guardò era arrabbiata ma anche triste e rassegnata. Io e Nico ci guardammo, lui era arrabbiatissimo, riuscivo a vedere la rabbia nei suoi occhi che brillavano come un fuoco pericoloso.
-No, NO SUSAN NO!- le urlò lui
-Ade, va bene accetto- -Susan! no...- lei mia ammonì con lo sguardo e mi fece l'occhiolino. Aveva un piano -Ma prima me li lasci salutare. Andiamo nella stanza di Persefone che adesso non c'è- lui ringhiò di soddisfazione e ci apri la porta -Andate pure- ghignò e ci lasciò passare dietro al trono di ossa.

La stanza della regina era altissima. Il soffitto nero a crocera era alto e abitato da ombre. L'unica differenza dalla sala del trono è che tutte le pareti erano coperte di rampicanti e di alberi da frutto che crescevano attorno alle colonne e agli archi del soffitto. Al centro della stanza c'era un letto matrimoniale a baldacchino di pizzo nero e rosso. Un vassoio di melograni era posizionato sulle coperte. Quando Nico li vide tremò un secondo e indietreggiò, i melograni gli facevano ricordare brutte esperienze. Gli misi il braccio attorno alle spalle per tranquillizzarlo e lui si avvicinò di più a me per calmarsi -Va tutto bene?- gli sussurrai in un orecchio, lui annuì leggermente con la testa, poi fece un movimento quasi impercettibile, voleva dire "non propio", ma io lo notai e lo strinsi ancora di più. -Ragazzi il piano è il 2, ricordate tutto?-
io e Nico annuimmo. -Buona fortuna ragazzi. Ricordatevi la mia vita è nelle vostre mani- -Certo, buona fortuna anche a te. Stai attenta- dissi io, lei annuì e mi diede una pacca sulla spalla.

Lei uscì per prima, secondo il piano, e andò nella Sala del trono dove Ade era seduto a girarsi i pollici -Vi siete detti addio. Oh che cosa carina!- disse ironico -Ade- -Oh tesoro non preoccuparti so io dove portarti per darti una lezione. PORTATELA NELLE SEGRETE. SUBITO!- urlò ai suoi servitori, spiriti che prima non avevo notato da quanto fossero trasparenti. Nico stava per saltare addosso a suo padre se io non lo avessi fermato. Sapeva del piano ma non è che gli piacesse molto, soprattutto perché sapeva come erano le segrete. Le iniziò ad agitarsi appena  cercarono di prenderla -So dove sono. Grazie- disse togliendo di scatto il braccio dalla presa dello spirito e si avviò verso le scale nere.
-Allora figliolo adesso che mi avete dato ciò che mi spetta che informazioni volete?- ringhiando Nico rispose -Vogliamo sapere come arrivare nel Tartaro senza caderci dentro, e vogliamo sapere se c'è un modo per orientarsi e quale è. Poi vogliamo sapere come riuscire a uscirne- -Nel Tartaro... vediamo... Non so potete volare. Il tuo fidanzato...- disse squadrandomi schifato come se non dovessi stare con suo figlio, come se si meritasse di meglio, ma questo lo sapevo già -...Sa volare, oltre a brillare?- -No- disse Nico ancora più arrabbiato -Se aveste Susan con voi lei potrebbe farvi scendere senza problemi, ma... uno non si ricorda più come si fa perchè ha perso la memoria. Due adesso è mia quindi...- disse sfrontato. -No non potete fare niente, dovete solo cadere. Riguardo alla vostra seconda domanda, l'unico modo per orientarsi sono i fiumi. Arrivano tutti nel punto più profondo, quindi seguite quello è fatto- disse il re degli inferi come se fosse la cosa più banale del mondo -Per uscirne emm... se riuscirete a finire la vostra impresa, sarà Giapeto a riportarvi indietro. Lui è un Titano c'è la farà con un balzo. Nient'altro?- non erano proprio le risposte che ci eravamo aspettati ma era già abbastanza. -Padre per caso potremmo passare qui la notte?- disse Nico cercando di essere più "dolce e carino" possibile -Se vuoi figliolo tu puoi, lui- sì diceva a me -Lui No. Può accamparsi nei campi Elisi se vuole.- -No senza di lui non resto. Vado an...- io lo guardai male, lo sapeva anche lui che se non fosse rimasto il piano non avrebbe potuto continuare e avremmo perso, forse per sempre, Susan -No Nico tu rimani, non ci sono problemi vado solo io. Grazie ancora Ade- -Papà lascialo...- bloccai le parole di Nico con un bacio e gli sussurra sulle labbra -Starò bene Amore. Facciamolo per il piano- Mi girai e uscì dal palazzo lasciando Nico, ancora frustato e basito, in mezzo alla stanza.

Una Ragazza Speciale ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora