21 Will

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Io e Nico rimanemmo così per un po', uno nelle braccia dell'altro. Mi sentivo bene, questa cosa mi ricordava casa: il calore del suo corpo contro il mio, il suo respiro regolare, i suoi capelli che mi solleticavano il mento. Lui alzò il viso, si asciugò le lacrime e mi guardò. Era bellissimo anche con gli occhi rossi e lucidi, era bellissimo. Mi avvicinai gli stampai un bacio sulle labbra e gli sorrisi. -Stai meglio?- lui annuì con la testa. -Forse adesso è meglio che andiamo, appena Susan mi ha raccontato cosa ha sognato sono corso da te lasciandola lì.- -Si andiamo prima che Ade ci mandi addosso tutta la sua cavalleria- quindi si staccò definitivamente, mi tenne comunque la mano, e ci avviammo per la collina erbosa.

Susan ci stava aspettando mentre stava affilando il suo pugnale appoggiata con la schiena a una colonna ionica. Appena sentì i nostri passi sull'erba morbida alzò gli occhi e mi fissò cercando di capire cosa fosse successo. Cercai di fargli capire la situazione con dei  movimenti e lei sembrò capire tutto. -Nico andiamo?- era triste per lui ma ormai lo conosceva bene, non doveva chiedergli niente, non doveva approfondire, se avesse voluto glielo avrebbe raccontato lui.
Si era cambiata, adesso indossava una canottiera bianca, dei pantaloni mimetici di un tessuto molto spesso e dei guanti protettivi. Notò che la stavo guardando e che mi stavo domandando dove li avesse presi -I vestiti me li sono portata dietro, ho anche un cambio per voi, sono andata un po' a occhio. Ho anche tre armature, ma per scendere potrebbero essere un po' scomode. Se vi state chiedendo come fanno a starci...figli di Efesto- disse l'ultima frase cosa alzando le spalle.
Mentre diceva questo tirò fuori due sacchetti di tessuto, uno giallo e uno nero e li lanciò corrispondentemente a me e a Nico. -Cambiatevi che poi andiamo- ~Ma quanto è fantastica questa ragazza~ una ondata di affetto mi aveva appena riempito il petto, si era portata propio tutto quello di cui avevamo bisogno, quindi ci teneva a noi!
Mi diressi dentro alla sala e tirai fuori i vestiti, aveva portato una maglietta grigia e un paio di pantaloni mimetici neri e rossi. Erano azzeccati ma non erano propio il mio stile.
Nico aveva anche lui gli stessi vestiti ma i suoi erano tutti neri -Amore il look di oggi è un po' spento?- al mio posto rispose Susan -Sì scusa Will ma se ti prendevo una maglia gialla i mostri ti avrebbero visto da un miglio di distanza- e io per risposta le sorrisi e le dissi facendo l'occhiolino a Nico -Ma io sono già abbagliante di mio- e i due si misero a scuotere la testa e a sorridere. Ero felice di averli fatti stare meglio, in un certo senso era il mio lavoro.

Ci incamminammo verso le porte, mentre camminavamo incontrammo alcuni spiriti. Alcuni erano spenti altri felici, giovani. Questa cosa mi spezzò il cuore, delle persone così giovani che avevano abbandonato i loro cari e il loro amici ma provai anche una sensazione di sollievo, almeno erano felici.
Ad un certo punto incontrammo una persona, se vi dicessi chi è dovrei raccontarvi anche come Susan lo ha quasi ri ucciso... va beh ve lo racconto.
Allora stavamo camminando, eravamo tutti stranamente sorridenti quando Susan si fermò di colpo e si girò verso un ragazzo biondo che le dava le spalle -Susan?- -Ragazzi aspettate un secondo devo vedere se...- Il ragazzo si girò appena sentì la sua voce. Aveva una cicatrice che gli sfregiava un lato del viso. Luke.
Il volto della bellissima ragazza divenne una smorfia di rabbia e dolore. Lo conosceva?
-Nico, Will che bello vedervi- eravamo tutti e due scioccati -e tu sei...?- -Non fare il finto tonto, mostro. Non dovresti essere qui, dovresti passare il resto i tuoi giorni a urlare nei campi della pena!- -Viridian Earthquake?- -Viridian Earthquake ormai non esiste più mi chiamo Susan e per colpa tua non ho più NESSUNO! NON HO PIÙ NESSUNO!- Luke sembrava triste -Mi dispiace- -Ti Dispiace? Ah sì ti Dispiace. TI DISPIACE MOSTRO!- -Susan ehi Susan- dovetti prenderle le braccia per fermarla, non fu facile tenerla ferma, continua ad agitarsi. -WILL LASCIAMI! WILL LA.SCIA.MI- la sua pelle iniziò a fumare e a scottare e dovetti lasciarla andare -Vir Susan mi dispiace davvero tanto, la rabbia di Crono e il potere mi accecava. Io non volevo farti male era lui- la bocca di lei si increspò in un sorriso ironico -Non giustificare le tue azioni dietro a Crono bastardo- Susan disse spazientita e iniziò a camminare in cerchio per sbollire la rabbia. Luke si riferì a noi -Ragazzi per quanto vale mi dispiace- Nico gli rispose tagliente -Cosa hai fatto a Susan?- -Non mi ricordo bene, era un periodo difficile- Susan sentito quello si girò e gli corse contro -NON TI RICORDI! Non ti ricordi che hai imprigionato una bambina di 9 anni per un anno in una stanza un metro per un metro con un ragazzo di 4 anni più grande di lei. Non ti ricordi che era spaventata a morte a causa del suo passato, non ti ricordi che la hai tenuta prigioniera per un anno perchè sarebbe stata la tua "arma di punta" nella guerra finale.- Lei gli si avvicinò pericolosamente e lui cadde a terra -Non ti ricordi che quando questi due ragazzi sono diventati migliori amici si sono alleati per scappare e quando lo hanno fatto hanno distrutto più della metà del tuo esercito impedendo di attaccare il Campo d'inverno. Non ti ricordi che il ragazzo per salvare la ragazza si è fatto catturare. Non ti ricordi che tu stesso lo hai sgozzato davanti ai suoi occhi. Non ti ricordi che lei era così arrabbiata che ha distrutto il tuo quartier generale. NON TI RICORDI CHE LUI ERA L'UNICA PERSONA CHE LE RESTAVA!- Un rumore assordante, come quello della caduta di una frana o di un muro si sentì in lontananza. Una lacrima le solcò la guancia. Anche Nico aveva gli occhi lucidi, evidentemente aveva sentito le sue emozioni. -Susan è meglio andare- disse Nico cingendogli una spalla e lanciando un ultimo sguardo di fuoco a Luke che se ne stava zitto a testa bassa, come un cane che è appena stato sgridato. -Mi dispiace- sussurrò in modo tale che lo sentissi solo io e poi ci girammo e c'è ne andammo. Mi sentivo un po' cattivo ma evidentemente non sapevo tutto delle terribili cose che Luke aveva fatto, forse non si meritava di essere lì alla fine.

Attraversammo le porte e passammo attraverso un labirinto di cunicoli. Devo dire che non mi ricordo bene la strada o cosa sia successo, ero troppo distratto a pensare all'idea di giustizia. Cos'è la giustizia se neanche dopo la morte le persone che si meritano il paradiso sono destinati a soffrire e le persone che dovrebbero soffrire vivono in un idillio?
-Susan?- -Sto bene- disse sorridendo ma con gli occhi spenti.
Nessuno parlava, il rumore dei nostri passi sulla ghiaia, le urla dei dannati in lontananza, il turbinio dei pensieri. Silenzio. Un passo dopo l'altro, la palpabile rabbia, gli esseri semi trasparenti al nostro fianco, il peso del passato. Tutto per cosa? un buio infinito davanti, una mano mi blocca per farmi evitare di cadere. Il mio nome -Will?!- ritorno alla realtà -Sì scusate-.

-Adesso tutto dipende da noi, lo vogliamo davvero fare?- chiesi io, non sprizzavo gioia di farlo. -Certo- disse Nico duro ma mentre lo diceva mi prese la mano in modo da infondermi coraggio. -Come facciamo?- -Faccio io- rispose Susan. Stese la mano sopra il burrone, il terreno fragile iniziò a sgretolarsi, le pareti di pietra iniziarono a tremare. Susan guardó frustrata prima le pareti poi il terreno e alzò anche l'altra mano dal basso verso l'alto lentamente, sembrava che stesse cercando di alzare un peso invisibile. Gli occhi risoluti, i denti digrignati sapeva che doveva farcela e era completamente intenzionata a farlo. Ma a fare cosa? la terra iniziò a tremare più forte e alcuni pezzi di roccia iniziarono a rotolare giù dalle pareti, alzò sempre di più le mani, molto più lentamente come se la mole del peso fosse triplicata. Poi il terreno iniziò ad alzarsi e Susan iniziò ad urlare. -Nico forse...- -Shhhh-. Dal dirupo salirono delle colonne di pietra e cumuli di roccia sovrapposti in modo disarmonico ma stabile. Allineò tutte le colonne dalla più alta alla più bassa fino a farle scomparire nel buio. Una scala!
Dallo sforzo Susan cadde a terra picchiando le ginocchia sulla roccia tagliente. Io e Nico che eravamo rimasti fermi ad osservare ammirati la sua creazione, appena cadde a terra ci catapultammo a prenderla prima che sprofondasse nel dirupo. Era allo stremo delle forze ma era sveglia anche se non riusciva ad alzarsi. -Susan sei stata fantastica- le disse Nico ammirato. Lei cercò di sorridergli ma anche i muscoli della faccia erano come atrofizzati -C ci p possiamo riposare- -Certo che ci riposiamo non possiamo andare con te in queste condizioni. Nico puoi prendere il mio zaino, credo di avere ancora un po' del unguento di Susan- Nico allungò la mano e mi passò lo zaino -Grazie mille-.

Dopo esserci riposati, aver dormito, mangiato e dopo che Susan si fu riassestata decidemmo di scendere.
-Siete pronti? Susan ti sei ripresa?- chiesi io -Sì sì tutto a posto grazie- -Andiamo- ci incitó Nico. Lanciai l'ultimo sguardo all'ultimo posto sicuro in cui saremmo stati da lì a molto molto tempo. E passo dopo passo, gradino dopo gradino ci avvicinavamo sempre di più all'oscurità.

Una Ragazza Speciale ~Solangelo~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora