Sfogo

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Il duca si alzò di scatto dalla sedia, che per poco non cadde per l'improvviso movimento dell'uomo, e la fissò incredulo. Non seppe decifrare il suo sguardo di ghiaccio ma notò che aveva le mani chiuse in un pugno e aveva la mascella contratta. Oscar rilassò le spalle, senza abbassare lo sguardo e incrociò le mani sul ventre, in attesa delle sue parole. Il silenzio di quella stanza, che fino a qualche istante prima era gremita di persone, sembrò rimbombarle nelle orecchie. Fece un sospiro. L'uomo aggirò la scrivania e con poche e lente falcate la raggiunse, al centro dell'ufficio. Dovette alzare di poco il mento per poterlo guardare dritto negli occhi.
«È la verità? »
«Perché dovrei mentirti... »
Lo sussurrò quasi, inclinando appena il capo e alzando le spalle, con un debole sorriso. Lui abbassò lo sguardo sul suo ventre, coperto dalla camicia larga che nascondeva ogni possibile sospetto.
«Quanto... da quanto? »
Alzò un sopracciglio.
«Da quanto lo so? Una settimana, o poco meno »
«Perché non me l'hai detto subito? »
Fece spallucce. In realtà lo sapeva benissimo: dopo la partenza del fratello, era stata male, tanto male che sia la governante che il maggiordomo avevano insistito a chiamare un medico. Lei non ricordava molto, doveva essere poi svenuta ma aveva sentito un forte dolore al bassoventre che l'aveva quasi piegata in due. L'esito della visita era chiaro, così come le parole del dottore: aveva rischiato un aborto, ma che per fortuna questo non aveva inciso gravemente né sulla sua salute né su quella del bambino. Aveva ordinato al medico di non dire nulla a nessuno, neppure alla servitù del resoconto della visita e di mentire su un semplice capogiro dovuto ad un doloroso periodo mensile, che avrebbe spiegato anche il dolore al ventre.
La notte, l'aveva passata pensando, stringendo le mani su quel ventre che le sembrava comunque vuoto e sentì, da quell'esatto momento, un peso fermarsi sul cuore, troppo pesante da sopportare ma troppo crudele di cui liberarsi: sarebbe stata più felice sapendo di aver abortito? Il solo chiederselo la faceva sentire peggio.
Non aveva neanche ascoltato il consiglio del dottore di restare tranquilla e di riposare, la settimana successiva, quella stessa mattina, aveva duellato di nuovo con il fratello.
«Il medico... ti ha detto di quanti mesi »
«Tre »
Mosse appena la mano verso il ventre della moglie ma si fermò subito. Si morse appena il labbro e cercò il suo sguardo.
«Tu... hai detto di non volere figli »
«Ricordo quello che ho detto, ma ormai... quello che è fatto, è fatto... no? Tu avrai un erede e... tutte le persone che conosco non continueranno più a chiedermi quando avrò un figlio. Sarà una liberazione »
Notò una lieve nota di sarcasmo nella sua voce e non trattenne una risata. Già da un po' sia la suocera, che la cognata e sua madre, avevano iniziato a domandarle, quasi con insistenza, dove fosse il famoso erede e lei si sentiva frustata, perché figli lei non ne voleva ma al tempo stesso non voleva dar loro alcun dispiacere dicendo che lei avrebbe fatto anche a meno di quel particolare.
«Non avevo bisogno di un erede »
Le disse posando finalmente la mano sul ventre magro. Lei posò la mano sulla sua.
«E io non avevo bisogno di un marito, eppure qualcuno non sembrava pienamente d'accordo con me »
Adrien sgranò appena gli occhi, forse un po' offeso dalle sue parole ma non si lasciò intimorire.
«Il generale non ha rifiutato la mia proposta - puntualizzò e Oscar non potè non dargli torto - , in realtà mi ha rivelato che un'altra persona, poco tempo prima, gli aveva fatto la stessa ed identica proposta »
«Che cosa? »
Oscar sgranò gli occhi e si irrigidì, il duca lo notò subito. Chi poteva aver mai chiesto la sua mano? Perché suo padre non le aveva dato, allora, la possibilità di scegliere tra i due pretendenti come aveva fatto fare alle sue sorelle? Chi aveva avuto il coraggio di chiedere in sposa, oltre al duca di Bourbon-Condé, il comandante Oscar François de Jarjayes?!
«Vostro padre non vi ha detto nulla, a quanto vedo »
«Oh... no. Chi? Vi ha detto il nome? »
«Cambierebbe qualcosa? »
«Voglio sapere se mio padre ha fatto una buona scelta »
Disse acida, senza volerlo sul serio. Il duca sforzò un sorriso, non capì se per il suo commento o per il nome del suo, come dire, avversario in amore.
«Il... conte Fersen »
Oscar sgranò gli occhi, aveva capito bene?
«Il conte... oh mio Dio, devo sedermi »
Portò le mani al viso e allontanò la frangia dalla fronte, sconvolta dalla notizia. Adrien alzò un sopracciglio e la seguì con lo sguardo mentre lei si sedeva su una delle poltrone poste di fronte la scrivania.
«Avresti preferito lui? »
Oscar alzò lo sguardo verso il duca che, tranquillo, si era inginocchiato davanti a lei per poter essere alla stessa altezza del suo viso. Aveva avvertito un po' di tremore nella sua voce, o era stata solo un'illusione?
«No »
Lo disse con sicurezza e lo vide quasi rilassarsi. Le sembrò strano: un anno prima avrebbe forse fatto qualsiasi cosa pur di ricevere quel genere di attenzioni da parte sua e ora... quel "fuoco" si era come spento d'improvviso, così com'era nato.
«Ne sono felice »
«E poi... non cambierebbe nulla, ora. Nel grembo porto tuo figlio »
Non aveva avuto alcun dubbio sulla paternità del figlio. Lei e André... non avevano avuto più quell'intimità da molto, troppo tempo: anche se, grazie a un'inconsapevole Maurice, si vedevano spesso, i loro gesti non andavano mai oltre carezze e qualche bacio.
André... come avrebbe reagito alla "lieta notizia"? Era stata tentata di rivelargli tutto, anche della visita del medico ma le parole le erano morte in bocca.
«Oscar... »
La voce del marito la portò alla realtà, alzò appena lo sguardo su di lui. Le prese le mani e le strinse, baciandone poi il dorso senza toglierle gli occhi da dosso.
«È... una bella notizia dopotutto »
"Non per me" avrebbe voluto aggiungere ma restò in silenzio, accarezzando il capo del duca poggiato sulle sue cosce.

Il figlio del generale JarjayesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora