Mi sei mancato

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«I tuoi genitori ci hanno gentilmente invitati a cena questa sera »
Oscar girò il capo verso il duca, poggiato allo stipite della porta della biblioteca. La donna chiuse il libro che stava leggendo, posandolo gentilmente sulle gambe. Non riuscì a decifrare il suo sguardo, quei occhi color ghiaccio le facevano solo venire i brividi. Però le sembrava annoiato, o forse infastidito da qualcosa, lo capì dal suo incrociare le braccia al petto. In quel mese di fidanzamento, aveva capito il significato di alcuni dei suoi atteggiamenti e, di conseguenza lui aveva capito i suoi.
«Bene »
Si limitò a rispondere, abbassando le spalle.
«Per i prossimi giorni sarò fuori per una missione, se vuoi puoi tornare a casa dei tuoi »
Oscar sgranò gli occhi, stupita dalle parole dell'uomo. Lui si avvicinò a lei, sedendosi sulla poltrona accanto alla sua e la guardò serio.
«Dove devi andare »
Fece finta di non aver sentito la seconda parte della frase, portando una mano al viso per sposare una ciocca di capelli.
«Nel nord, mi informeranno meglio in giornata »
«Capisco...  »
«Perfetto, sii pronta per le 7 »
Il duca si alzò lentamente, apparentemente calmo, e si avviò verso la porta della biblioteca. Strinse il libro che aveva tra le mani.
«Adrien »
L'uomo si girò appena per guardarla, con la mano posata sulla maniglia della porta.
«Vorrei mettere in chiaro un paio di punti con "voi" - marcò volontariamente il voi, assottigliando lo sguardo -. Quello che è accaduto la scorsa notte... non si ripeterà. Ho adempito ai miei doveri come moglie. Non mi sfiorerete neanche con un dito in quel modo se non sarò io a permettervelo. Se sperate di avere un figlio, mi dispiace deludervi ma non accadrà, non sono nata per essere madre. In fine, non indosserò abiti, ne mi comporterò come una dama come vostra cognata. Non dimenticate che fino a qualche tempo fa occupavo il ruolo di colonnello nella guardia reale»
Oscar alzò appena il mento, con sguardo glaciale, ma le mani le tremavano appena e strinse tra di esse il libro che teneva poggiato ancora sulle gambe. Aveva parlato rapida, quasi timorosa di essere interrotta da lui.
«Se avessi voluto sposare una dama avrei scelto una donna come mia cognata »
Furono le sue uniche parole.

«Benvenuti figlia mia, genero...»
Madame Jarjayes faceva quell'effetto, riusciva a rasserenare tutti. Con la sua calma e la sua dolcezza aveva il potere di calmare ogni anima inquieta. Forse per quello il generale, sempre nervoso, l'aveva sposata, si ritrovò a pensare Oscar.
I suoi pensieri volarono immediatamente al suo migliore amico, l'uomo per cui aveva pianto una notte intera per la sua mancanza. Anche lui era come madame, sempre tranquillo e pacato, al contrario di lei.
«Grazie mille per l'invito madame »
Disse il duca con un sorriso accattivante, lei si limitò a sorridere appena alla madre.
«La cena sarà servita tra poco, vi prego di accomodarvi con me nel salotto »
Oscar lasciò che il marito le sfilasse il mantello, senza risparmiare un uno sguardo scocciato e notò che la madre si intristì nel vedere che lei non aveva indossato un abito, ma aveva prediletto un semplice ma elegante completo di pantaloni e camicia bianca e che aveva solo raccolto i capelli in uno chignon basso.
Per la prima volta si sentì a disagio in quelle vesti a casa sua, sentiva lo sguardo di tutta la servitù addosso.
«Oscar! »
Maurice le era corsa incontro, abbracciandola forte e lei ricambiò l'abbraccio, accarezzandogli i capelli e il viso.
«Ciao Maurice »
«Sei felice...!»
Sussurrò il fratello, un po' turbato. Lei annuì, in fondo poteva andarle peggio.

Strinse con la mano destra quella sinistra, iniziando poi a giocare con la fede nuziale per poi abbandonarla per fare la stessa cosa con la collana che le aveva regalato la suocera.
«Con permesso...»
Aveva detto ad un certo punto, alzandosi dalla poltrona del salotto, interrompendo il discorso di suo padre e di suo marito.
«Dove vai?»
Aveva tuonato il padre ma non si lasciò intimorire.
«Questa notte dormirò qui, mio marito partirà questa notte e non voglio restare sola a palazzo. Volevo informare la servitù di prepararmi la mia vecchia stanza »
Il generale guardò il duca che, con un piccolo cenno del capo confermava le parole di Oscar e, senza rispondere alla figlia, tornò sul discorso interrotto. Oscar alzò lo sguardo al cielo e uscì dal salone, chiudendo la porta alle sue spalle. Fece un sospiro, per poi avviarsi lentamente verso la sua vecchia stanza. Le sembrò così strano definirla "la sua vecchia stanza", infondo era lì che aveva abitato per 29 lunghi anni.
Notò che tutto era rimasto come la mattina del suo matrimonio, fatta eccezione del caos che quel giorno regnava nella sua stanza e che in quel momento sembrava non essere mai giunto. Si avvicinò al suo letto e poggiò la spalla contro la colonna del baldacchino.
«Sei tornata...»
Oscar girò appena il capo, stringendo la mano intorno alle tende del letto.
«André...»
«Sono stupito... tuo marito è ancora vivo? Pensavo che non avreste superato un giorno di nozze »
Risero entrambi, come riusciva a ironizzare sul suo matrimonio? Aveva sognato il suo bacio? Il suo "non ti sposare"? Il suo "ti amo"? No, non poteva essere frutto della sua immaginazione.
«Mi sei mancato...»
«Non ci vediamo da tre giorni Oscar...»
Disse con tono triste e un sorriso altrettanto malinconico. Oscar fece un respiro profondo, facendo qualche passo verso di lui.
«È come se fossero passati 3 anni »
«Esagerata...!»
«Non pensavo di soffrire così tanto la tua mancanza...»
Le lacrime le bagnarono le guance, lui le accarezzò dolcemente il viso e asciugò le sue lacrime.
«Anche tu mi sei mancata tanto...»
«Mi dispiace »
«Di cosa?»
«Per essermene resa conto così tardi...»
Oscar posò le mani sul suo petto, risalendo lentamente fino al suo collo. I loro visi erano vicini, tanto che le loro labbra si sfioravano appena.Tenevano entrambi gli occhi chiusi.
«Va bene così... va bene così...»
«No, non va bene così... non doveva andare così »
«Lo so »
Si baciarono dolcemente, senza alcuna fretta e si strinsero come se avessero paura che l'altro potesse sfuggirgli. Quando si allontanarono, André accarezzò il viso di Oscar con lentezza, asciugando le lacrime che avevano ripreso a bagnarle le gote rosee.
«Quando potrò rivederti?»
Un po' temeva la sua risposta, non sapeva se sarebbe riuscito a sopportare l'idea di saperla lontana e soprattutto con lui.
«Resterò qui per un paio di giorni...»
«Avete già litigato?»
Oscar rise appena accarezzandogli la nuca.
«Parte per una missione e... non voglio stare lì »
«Allora ti faccio preparare la tua stanza»
«André...»
«Sì?»
«Resta con me stanotte»

Il figlio del generale JarjayesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora