«È giunto il momento che vada, verrò a prenderti tra un paio di giorni »
«Fai con calma »
«Non mi tratterrò più dello stretto necessario, cara »
Alzò un sopracciglio, lui rise appena. Indossò rapido il mantello e posò il tricorno sul capo ma lei lo bloccò prima che uscisse, posando una mano sul suo braccio. Lui si girò a guardarla, un po' stupito dal suo tocco, Oscar incurante del suo sguardo su di lei gli aggiustò il mantello sul petto, allacciato male.
Appena finì allontanò le mani da lui, incrociandole dietro la schiena.
«L'avresti perso allacciato così male »
«Grazie mille »
Disse con un sorriso. Fece un passo verso di lei e le baciò la fronte, allontanandosi lentamente.
«Lo so che non vuoi»
«Vattene prima che cambi idea... »
Disse con un falso sorrisetto stampato sulle labbra e lui ubbidì, allontanandosi da poi palazzo in groppa al suo cavallo pochi istanti dopo. Incrociò le braccia al petto, percossa da un brivido di freddo.
«Sembrate andare d'accordo »
Madame Jarjayes si avvicinò cauta alla figlia, guardando la figura del duca allontanarsi sempre di più nella notte.
«Abbiamo fatto un patto, ora se volete scusarmi madre vorrei ritirarmi nella mia stanza »«Certo cara, vai...»
Chinò appena il capo con un sorriso timido e, lentamente, si avviò verso la sua camera.
Quando arrivò chiuse la porta alle sue spalle e sospirò amaramente, portandosi poi la mano al viso per scostare qualche ciocca ribelle dal viso.
Finalmente sola.
Era quasi eccitata all'idea di poter restare sola in quella stanza, senza suo marito, a casa sua. Oscar si avvicinò alla toeletta e iniziò a spogliarsi, sbottonando la camicia con estrema cura e lentezza. Posò la camicia sullo schienale della sedia e, dopo essersi sfilata i pantaloni, era rimasta con la veste intima e si era subito coperta con la vestaglia. Si sedette di fronte allo specchio e sospirò stanca, prendendo la spazzola e iniziando poi a passarla sui capelli, finalmente sciolti, pensierosa.
Poco a poco il suo sguardo si abbassò sul suo collo sino al filo di perle e posò la spazzola sul mobiletto. Sganciò la collana con decisione, posandola accanto alla spazzola e, nervosa, iniziò morderei le unghie, accavallando le gambe.
Una parte di lei sperava di non vedere più il duca, l'altra invece si vergogna di quello stesso pensiero.
Non riusciva a decifrare il suo sguardo, a capire cosa volesse, come si sentisse, cosa pensasse e questo la irritava. Per lui, si sentiva un libro aperto. Non aveva ancora capito se avesse accettato le sue condizioni o se l'avesse solo presa in giro.
Oscar alzò lo sguardo verso l'orologio, erano le dieci di sera.«Avanti »
Oscar si alzò rapida, sistemandosi la vestaglia e guardando Rapids la sua immagine riflessa nello specchio. Finalmente era arrivato. Probabilmente sua nonna lo aveva trattenuto o lui aveva preferito aiutarla e non lasciarla sola. Il suo cuore sembrava impazzire nel petto, era possibile provare sensazioni così forti solo pensando ad una persona? La porta si aprì piano e lei si voltò, stringendo la vestaglia tra le mani, ma la sua gioia si spense quando, al posto di André, trovò Maurice.
«Maurice... cosa ci fai sveglio a quest'ora? »
«Non riesco a dormire... e poi... volevo stare un po' con te. Posso? »
Maurice teneva il capo basso e parlava dolcemente, un po' imbarazzato forse e lei, davanti a tanta tenerezza, non riuscì a sgridarlo.
Lo fece entrare e lui, finalmente con la testa alzata, la abbracciò dolcemente, stringendosi alla sua vita con tutta la forza che aveva nel corpo e lei, commossa da tanta dolcezza - era stato l'unico, insieme ad André, ad averle mostrato affetto, la governante non era neppure riuscita a salutarla da lontano -, lo abbracciò con altrettanta forza.
«Cosa mi racconti Maurice? Stai studiando »
«Sì! Spero di poter diventare come te un giorno, un grande e valoroso soldato! »
Lo sguardo di Oscar si intristì appena e accarezzò il viso del fratello dolcemente.
Quanto avrebbe voluto poter essere ancora il soldato che era stata fino a un mese prima.«A quanto pare un altro uomo ha preso il mio posto »
Oscar portò una mano al viso e guardò in direzione della porta e sorrise quando vide la figura di André vicino la porta della sua stanza. Si era appisolata, insieme a Maurice, sul suo letto, dopo aver parlato e riso insieme, allevando il peso che portava nel cuore. Oscar si alzò a sedere sul materasso, guardando il fratello che dormiva con un dolce sorriso sulle labbra. André si avvicinò a letto con passi lenti, Oscar dedusse che la giornata di lavoro per lui fosse stata pesante, e prese il ragazzino tra le braccia per portarlo nella sua camera per dormire. Lo guardò in silenzio, intenerita dalla dolcezza con cui André aveva preso suo fratello in braccio e con quanta cura lo aveva riportato nella camera accanto. Quando si ritrovo sola, anche se per pochi istanti, sentì freddo. Si alzò dal letto ancora assonnata, portando le mani al viso e poi lungo il collo, guardando il mondo immerso nella notte fuori dalla finestra.
«Oscar... »
Sussultò, non lo aveva sentito arrivare. André posò una mano sulla sua spalla e aspettò che lei si voltasse verso di lui. Oscar chinò appena la testa all'indietro, posandola sulla spalla dell'uomo.
«André... sono così felice di essere qui, con te »
André sorrise, posando le labbra sulla sua tempia, lasciando un piccolo bacio.
Finalmente lei si girò verso di lui, gli occhi erano lucidi.
«A quanto vedo il matrimonio ti ha addolcita »
Disse con una nota d'ironia asciugandole una lacrima.
«Mi sento così... debole... »
«Non lo sei... sei la donna più forte che io conosca »
André avvicinò il viso al suo, sfiorando appena le labbra di lei con le sue. Oscar chiuse gli occhi, prendendo il viso dell'uomo tra le mani e sentì le mani di lui posarsi una sui suoi fianchi, l'altra sulla sua guancia. Si baciarono piano, stringendosi e cercandoti con le mani.
«Mi sei mancata... - sussurrò lui tra un bacio e l'altro, scendendo poi a baciarle il collo - mi sei mancata da impazzire »
Oscar sospirò lievemente, slacciando lo jabot di André e facendolo cadere sul pavimento di marmo.
«Tienimi André... non lasciarmi »
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Il figlio del generale Jarjayes
FanfictionIspirato al secondo racconto del ciclo "Lady Oscar - Le storie gotiche: Il figlio del generale Jarjayes?!" Dal testo: «Il mio nome è Maurice. La mamma mi ha detto di venire qui da voi, padre, e di chiedervi se potete prendervi cura di me. Ha detto c...