Il figlio del generale Jarjayes

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Se aveva imparato qualcosa in quei ultimi dieci anni era che il potere poteva far perdere la testa.

Letteralmente.

Era strano, sentiva una sensazione di vuoto nel petto che non provava da molto, da quando sua sorella era... scosse il capo. Fece un respiro profondo e strinse le redini del cavallo tra le mani, costringendo il cavallo a riprendere il suo cammino per le strade della città.

Parigi era completamente diversa, o forse era solo la sua mente che cercava di nascondere ai suoi occhi l'orrore che quella città aveva ancora, quello stesso orrore che c'era durante il regno di Louis XVI e che Robespierre aveva rovinosamente fatto accrescere invece di distruggere.
Fece una smorfia.

Aveva sempre creduto in quell'uomo, ancora non si capacitava di come fosse davvero cambiato, ma lo era davvero? O era sempre stato così e aveva celato al mondo la sua vera natura?

Scosse di nuovo il capo, controllando che nella tasca interna della divisa ci fosse la lettera, l'ultima, che il padre gli aveva dato prima di morire.

Trovala. Lei non è morta, lo sappiamo bene entrambi, vero?

Quando la governate, dieci anni prima, gli aveva confessato che Oscar era ancora viva non volle crederle, ma fu una questione di secondi. Perché se n'era andata? Perché non gli aveva detto addio o lasciato una lettera? Perché era riuscita a scappare e come?

Erano troppi gli interrogativi.

Maurice alzò il capo, era una bella giornata di sole, non dovrebbe avere pensieri così cupi, pensò tra se e se. Eppure non ci riusciva, ci pensava giorno e notte, anche quando era di ronda e si allenava con i suoi compagni. Era diventato anche lui un soldato, come lo era stato anche lei e ora faceva parte della Guardia Nazionale Francese. Era stato proprio uno dei soldati che aveva attaccato la Bastiglia il 14 luglio, un certo Alain De Soisson, a convincerlo ad entrare nella milizia, dopo aver ovviamente raggiunto l'età giusta per potervi entrare. Era stato un'incontro assurdo il loro, quasi come se fosse stato il destino a scegliere per loro. In più, per assurdo, il suo arruolarsi in quel reggimento gli permetteva sì di proteggere il proprio paese e quindi il governo, ma anche di essere dalla parte del popolo.

Solo pochi anni prima gli sembrava un sogno, era bello che tutto questo fosse cambiato.

Ora non era più un giovane adolescente, aveva 23 anni. Era un uomo e il mondo stava cambiando con lui.

«Se solo tu potessi vederlo... cosa sono diventato... se tu fossi al mio fianco... troverei la forza necessaria... »

Mormorò guardando le persone felici camminare per le strade della città. Sospirò di nuovo.

«Sempre pensieroso vero Jarjayes? »

Disse Alain guardando il ragazzo e Maurice accennò un piccolo sorriso.

«Lo immaginavo, dovresti trovarti una donna »

«Ho già una donna, Alain »

Era vero, aveva incontrato la giovane Estelle durante una ronda, nel mercato che si teneva ogni giorno alla bancarella della frutta. Era minuta, occhi color nocciola e capelli scuri, dai lineamenti delicati e la pelle leggermente ambrata e aveva fatto subito battere il suo cuore. Si erano visti spesso, Maurice cercava sempre una buona scusa per potersi avvicinare a lei e il padre di lei gli aveva concesso subito la sua mano, per la gioia di entrambi. Si sarebbero sposati tra poco, nella sua prossima licenza.

«Allora dovresti passare più tempo con lei! »

Risero insieme, fermandosi poi nei pressi della caserma e scesero dai propri cavalli.

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