Versailles pt.2

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        !WARNING! Il capitolo tratta di tematiche delicate

«È ASSURDO! È MIA FIGLIA, HO IL DIRITTO DI SAPERE COME STA! »
Le urla del generale Jarjayes riecheggiavano per il corridoio della reggia. L'attendente del duca lo guardava impassibile, posto davanti alla porta dell'appartamento privato del duca dove Oscar era stata portata e visitata. Il generale e il duca erano stati avvisati prima dell'inizio di una riunione e, in men che non si dica, la notizia si era sparsa per tutta Versailles. Oramai erano passate due ore dall'arrivo del medico e di Oscar non si aveva alcuna notizia, solo il duca era potuto entrare.
«Generale... »
L'uomo si girò verso di lui, livido. A nulla servivano le parole della moglie per calmarlo, era arrabbiato e frustrato.
«La salute della duchesse è a cuore dell'intera famiglia reale, alla quale ora fa parte, e sarà fatto di tutto per evitarle qualsiasi noia e dolore »
La voce calma dell'uomo irritò, se possibile, ancora di più il generale. Si avvicinò minacciosamente a lui ma l'attendente non si scompose affatto, rimase fermo al suo posto con un sorriso enigmatico.
«Volete per caso disubbidire ad un ordine del duca... conte? »
Il generale fece un passo indietro, stringendo entrambe le mani in un pugno. André guardava la scena da lontano, dal lato opposto del lungo e largo corridoio, in silenzio pregando che non le fosse successo nulla e che sia lei che il bambino che portava in grembo stessero entrambi bene.
«Non si hanno ancora notizie? »
André scosse il capo volgendosi poi verso il suo interlocutore. Il conte Girodelle guardava in direzione della porta senza nascondere la preoccupazione.
«Non sappiamo neppure se si sia svegliata. Il duca ha vietato a tutti l'ingresso, non ci resta che aspettare, conte »
«Capisco... »
"Maledizione... Signore, vi prego, salvatela da ogni sofferenza e dolore. Non potrei sopportarlo... il mio amore..."

Le tende di un baldacchino furono la prima cosa che vide, appena riaprì gli occhi. 
Deglutì a vuoto, portando una mano al viso gelida a confronto della sua fronte sudata e bollente. Tutto, attorno a lei, appariva distante, confuso.  Dovette sbattere più volte le palpebre per mettere a fuoco la stanza in cui si trovava, probabilmente era ancora a Versailles.
Avvertì una fitta al bassoventre, non più forte non più lieve di quelle che l'avevano colpita dall'inizio della gravidanza, ma che le spezzò il fiato. Trattenne un gemito di dolore mentre provava a sedersi sul materasso e sospirò pesantemente, avvertendo in lontananza una voce e sentendo la propria mano sollevarsi. Girò il capo, era suo marito, era sempre stato lì?
C'era qualcosa che non andava. Lo percepiva nell'aria.
Era tutto così... leggero.
«Come ti senti? »
Annuì piano. Si sentiva stranamente bene, ma percepiva come un pugno allo stomaco e le sue viscere si contorcevano dal dolore. Portò una mano al ventre e chiuse gli occhi.
«Oscar...  »
«L'ho perso »
Sussurrò piano, senza aprire gli occhi, trattenendo il respiro. Non era una domanda, lo sapeva da sé, non aveva bisogno di conferme.
Adrien abbassò il capo, stringendo la mano di lei tra le sue, baciandone il dorso. Calò il silenzio, aprì gli occhi. Davanti a lei, dall'altro capo della stanza, c'era un medico, con le braccia incrociate al petto e uno sguardo indescrivibile.
«Lo sa qualcuno? »
«No, ho ordinato al medico di non farne parola con nessuno fino al tuo risveglio »
Annuì piano, curvando la schiena in avanti, dondolandosi appena.
«Potete riferire quello che mi avete detto, monsieur »
Il medico, avrà avuto la sua età, si schiarì la voce.
«Duchesse, avrei prima delle domande da farvi, se è possibile »
Oscar annuì, stringendo le spalle per il freddo. Rapido, vide suo marito sfilarsi la giubba della divisa per posarla sulle sue spalle. Ne sfiorò con le dita il tessuto ruvido e sorrise al ricordo della sua di divisa.
«Vostro marito, le duc, mi ha riferito che avete sofferto molti dolori alla schiena e al ventre »
«È vero »
«Da quanto ne soffrivate? »
«Da quando ho scoperto di essere in attesa »
«Avete quindi già rischiato un aborto, deduco »
Annuì di nuovo, si voltò verso suo marito, la guardava preoccupato ma non disse nulla.
«Purtroppo i primi mesi della gravidanza possono essere molto pericolosi per la salute del bambino. Molte gravidanze terminano proprio in questo periodo, senza che la madre se ne renda conto in tempo, purtroppo »
«Perché... è successo...? »
Non lo aveva chiesto al dottore quel giorno di un mese prima. Aveva creduto che la causa fossero stati gli allenamenti con il fratello ma aveva smesso già da tempo. Si era abbandonata all'ozio totale eppure... non era bastato.
«Lo sforzo eccessivo, un evento traumatico... sono molte le cause e alcune sono ancora sconosciute alla medicina »
«Capisco »
«Vi consiglio di restare in assoluto riposo. Il vostro corpo è debole, anche se non avete perso molto sangue. Per i prossimi giorni, potreste avere perdite, è del tutto naturale e vi raccomando quindi di nutrirvi a dovere »
Oscar sospirò portando la mano al viso, spostando la frangetta dalla fronte.
«Potete andare, monsieur... vi prego di continuare a restare in silenzio, riguardo... le mie reali condizioni. È stato un semplice malore. La ringrazio »
Sorrise appena Oscar, sforzandosi di sembrare il più naturale possibile. L'uomo annuì piano, congedandosi con un inchino, uscendo dalla camera. Pochi istanti dopo, sentirono delle voci al di fuori della porta: riconobbe il tono alto del padre, le voci preoccupate del conte Girodelle e di sua madre. Non riuscì a capire le loro parole, non volle neanche provarci.
Sospirò.
Oscar strinse la giacca tra le dita, cercando calore. Mosse le gambe verso  il bordo del letto ma dovette fermarsi per il dolore.
«Aspetta! »
Adrien si avvicinò a lei, bloccandola prima che potesse scendere dal letto. Oscar fece una smorfia
«Devi riposare... non sei in forze »
«Voglio solo tornare a casa, mi sento soffocare qui. Ho bisogno di alzarmi »
Lo sussurrò, senza riuscire a guardarlo in viso.  Lui le sfiorò il viso, spostando una ciocca di capelli dal viso.
«Va bene... ti aiuto ad alzarti »
Si alzò dalla poltrona posta al fianco del letto tendendole poi le mani e lei si aggrappò a lui, alzandosi non senza provare dolore. Appena fu in piedi Adrien la strinse a sé per evitare che cadesse e lei posò la guancia sul suo petto, sorpresa, irrigidendosi di colpo. Lo abbracciò anche lei, incerta,  facendo scivolare le mani lungo la sua schiena, stringendo poi la camicia tra le dita e i suoi occhi si riempirono di lacrime. All'inizio, soffocò il pianto, nascondendo il suo viso contro il suo petto. Non avrebbe mai creduto che quella notizia l'avrebbe sconvolta in modo così devastante: si sentì indegna, incapace di prendersi cura di una creatura così piccola che contava solo ed esclusivamente su di lei, sulla sua forza e il suo amore. Era stata proprio lei ad avvelenarsi il ventre , pensò, vivendo la sua gravidanza in modo così tossico.
«Va tutto bene... non è colpa tua »
Disse lui piano all'orecchio, baciandole la tempia sinistra.
La sentì tremare tra le sue braccia e singhiozzare, la lasciò sfogare e piangere, contro ogni sua previsione. In quei sei mesi di matrimonio non l'aveva mai vista piangere o mostrarsi debole ai suoi occhi, in realtà in quei sei mesi non si erano mai neppure conosciuti appieno.
Le baciò la fronte, accarezzandole i capelli lentamente fin quando lei non riuscì a calmare, almeno in una piccola parte, il suo pianto.
«Devo... - tirò su con il naso, asciugandosi gli occhi rapidamente con il dorso della mano, coprendosi poi il viso - sdraiarmi... io... »
«Riposa ancora un po', appena ti sarai almeno un po' ristabilita torneremo a casa »
Oscar annuì piano, girandosi verso il letto e si sdraiò lentamente lasciandosi però poi cadere sul materasso, mordendosi il labbro inferiore per soffocare un gemito di dolore.

Nota d'autrice: è stato un capitolo molto difficile da scrivere. Non è la prima volta che mi capita di trattare questo argomento, ma ogni volta diventa sempre più difficile. Spero di non aver offeso nessuno o di essere stata indelicata, nel caso porgo le mie più sincere scuse.
Ho fatto varie ricerche, perdonate quindi alcune lacune in campo medico.

Il figlio del generale JarjayesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora