«Maurice... sembra che tu stia impugnando un bastone »
«Oscar, a me sembra che tu la stia impugnando male!»
Oscar sgranò gli occhi piacevolmente sorpresa e sorrise divertita, rimaneggiando la spada. André, poco distante, rise.
"La spada si impugna come un tagliacarte e non come un bastone. Il pollice si distende sul ricasso in corrispondenza del filo falso della spada e in opposizione all'indice e al medio che si avvolgono in corrispondenza del filo dritto; anulare e mignolo avvolgono l'impugnatura"
Maurice la guardò birichino e Oscar notò una scintilla nel suo sguardo.
Quel pomeriggio il cielo era limpido, neanche una nuvola decorava il cielo è un leggero vento faceva muovere lentamente le foglie degli alberi.
Non seppe di preciso quando iniziò il loro incontro, ma il rumore delle spade che si scontravano riempì il silenzio che regnava nel giardino. Doveva ammettere che suo fratello non era affatto male; la su tecnica ,nonostante fosse molto giovane e ancora inesperto, era perfetta: i suoi affondi erano ben pensato e sicuri ma sembrava ancora spaventato quando era lui a subirli. Sarebbe stata una vittoria semplice, pensò Oscar.
André guardava il loro allenamento seduto su una panchina poco distante, sorridendo. Entrambi si muovevano con eleganza, il tocco delle spade - finte, per evitare brutte ferite - era diventato quasi piacevole. Maurice sembrava un po' in difficoltà ma nel suo sguardo leggeva determinazione, la stessa che trovava negli occhi di Oscar.
Ci sarebbe stato da divertirsi. Sua nonna invece non sembrava pensare lo stesso, dato che non aveva smesso per un secondo di pregare e di urlare ogni volta che uno dei due attaccava.
«Nonna tranquillizzati! Sanno cosa fanno! »
«Io mi preoccupo per Madame! Che cosa direbbe suo marito il Duca se lo venisse a sapere?! »
«Perché dovrebbe venirlo a sapere? »
Disse Oscar senza distrarsi, indietreggiando appena dopo l'ennesimo attacco di Maurice che era quasi andato a segno.
«E poi... vi prego non chiamatemi Madame! »
Passo falso, Maurice approfittò della distrazione di Oscar e lei inciampò, trovandosi subito disarmata dal fratello.
«Ho vinto! »
Disse orgoglioso puntando la spada contro il viso, facendole poi una smorfia divertita. Oscar sgranò gli occhi sorpresa.
«Che farabutto... pensavo fossi più onesto! »
«Mada... Oscar! »
«Questa sì che è bella... complimenti Maurice! »
Disse André aiutando Oscar a rialzarsi da terra.
«Gli fai anche i complimenti? È stato solo fortunato! Ha approfittato della mia distrazione »
Disse Oscar fingendosi offesa dalla sconfitta ma allo stesso tempo sorridendo al fratello. Maurice invece si sentiva soddisfatto della sua bravura e raccolse la spada della sorella per dargliela.
«Sei molto migliorato Maurice, si vede che ti sei allenato. Anche se ho notato che hai alcune incertezze nel difenderti... »
«È vero, devo ancora migliorare ma sono sicuro che riuscirò senza dubbio a superarti! Senza dover... fare brutti scherzi!»
Oscar sgranò gli occhi ridendo.La sua permanenza, che doveva durare solo un paio di giorni, si allungò a una, poi due settimane. Il timore che fosse successo successo qualcosa al marito la incupì negli ultimi giorni e non aveva fatto nulla per nasconderlo. Nonostante tutto, il non sapere dove fosse quell'uomo è dove fosse la inquietava.
«Che cosa succede?»
Oscar sussultò, voltandosi verso André. Il ticchettio costante della pioggia sui vetri delle finestre e il rumore di un tuono la fecero tornare alla realtà. André le sorrise appena, accarezzandole il viso dolcemente.
«Stavo pensando...»
Lei abbassò lo sguardo, giocando con la fede che portava al dito e lui comprese.
«Non ti ho sentito entrare...»
«Sono molto silenzioso »
Risero appena, un nuovo lampo di luce lo abbagliò quasi. André scostò appena le tende, celando al mondo esterno la stanza di Oscar. Lei lo guardò in silenzio, mentre tirava le tende della sua stanza e lo seguì con lo sguardo quando lui si avvicinò al camino per accendere il fuoco. Alcune volte i loro occhi si erano incontrati e lui gli aveva regalato ogni volta dei dolcissimi sorrisi.
Lui, dopo un po', la invitò a raggiungerlo vicino al fuoco scoppiettante e lei lo fece, stringendosi poi all'uomo, cercando conforto.
«A cosa stai pensando? »
Le chiese ancora in un sussurro, stringendola a sé e accarezzandole la schiena e i capelli dolcemente. Aveva bisogno di sentirglielo dire. Anche se lui non era presente fisicamente, lui lo avvertiva come un ombra su di loro che lei tentava sempre di allontanare. Oscar non lo aveva mai nominato, non sapeva se lei lo temesse o se semplicemente volesse dimenticarlo.
Avrebbe voluto anche lui dimenticarsi di quell'uomo ma quel cerchietto che Oscar portava al dito e il filo di perle che decorava il suo collo glielo ricordavano ogni volta che la guardava.
«Stavo pensando a... mio marito»
André non mutò espressione, continuò ad accarezzarle la schiena e le baciò la tempia.
«Non fraintendermi, sono felicissima di essere qui e di sentirti accanto ma... temo sia successo qualcosa, ma forse è solo una brutta sensazione »
«È normale, è pur sempre tuo marito.... »
«Lo so che a te da fastidio »
Disse in un sussurro, stringendosi ancora di più a lui, posando il capo sulla sua spalla.
«Io non conto nulla Oscar, nel tuo matrimonio... sono solo il tuo amante»
«Non è vero, per me conti molto.... più di quanto tu creda e ti prego... tu non sarai mai solo un amante »
Oscar si allontanò appena per guardarlo meglio e prese il viso tra le sue mani. André le sorrise appena, rafforzando la presa sui suoi fianchi e posò la fronte sulla sua. Restarono in silenzio, avvolti nel calore del loro abbraccio e del fuoco scoppiettante poco distante, scambiandosi sguardi e sorrisi.
«Oscar... quando tornerà tuo ma»
Posò un dito sulle sue labbra, zittendolo. André mugugnò qualcosa di incomprensibile e lei rise appena, scuotendo appena il capo. Sfiorò appena le sue labbra con le proprie e André dimenticò completamente quello che voleva dirle.
Si baciarono languidamente, cadendo con lentezza sul tappeto rosso poco lontano dal camino. Oscar si lasciò scappare un sospiro quando sentì le labbra di André sfiorarle il collo e la sua mano sfiorarle la coscia. Non gli aveva mentito quando gli aveva detto che, per lei, lui non era "il suo amante", lui non lo sarebbe mai stato. Durante tutto il suo soggiorno a palazzo aveva scoperto con lui una intimità tutta nuova, che le aveva mostrato il lato più romantico di André e un po' anche del suo. Una intimità che non era fatta solo di baci e di amore, ma anche di semplici sguardi, di sorrisi, abbracci e carezze.
André le sbottonò la camicia e iniziò a baciarle il petto e lei incurvò la schiena, avvicinandosi a lui ma d'improvviso sentirono bussare alla porta. Entrambi sussultarono, guardando verso la porta e sperando che non si aprisse.
«Madame, vostro marito è tornato »
La voce delicata di una delle cameriere li raggiunse come un secchio d'acqua fredda, si guardarono negli occhi.
«A-Arrivo »
Disse poco convinta e, quando sentirono i passi della cameriera farsi sempre più lontani, André accarezzò la guancia della donna, sospirando frustrato.
«È tornato »
Disse in un soffio e si allontanò appena ma Oscar lo avvicinò a sé tirandolo per il bavero della camicia, a pochi millimetri di distanza dal viso. André le si ritrovò di nuovo addosso e rise, stringendo appena la mano intorno al polso.
«Ti prego... »
Una lacrima tradì le sue emozioni, André la raccolse e la baciò, senza più la passione che aveva travolto entrambi, ma con tanta dolcezza e tenerezza che solo lui riusciva a dare.
«Ora è meglio che tu vada da tuo marito »
Sussurrò André e lei annuì rapida, con gli occhi chiusi. La aiutò a rialzarsi e si sistemarono i vestiti lentamente. André, prima di uscire, cercò il suo sguardo ma lei gli diede le spalle.Oscar scese lentamente le scale, poggiandosi al corrimano. Una delle cameriere la informò che suo padre e suo marito la attendevano nel salotto, sospirò. L'arrivo del marito l'aveva turbata più di quanto immaginasse, ma sentiva una stretta al cuore alla quale non sapeva dare spiegazione. Si avvicinò alla porta del salone e indugiò ancora, posando la fronte sul legno bianco della porta. Entrò a capo basso, la testa le iniziò a far male, regnava il silenzio nella stanza. Appena girò il capo verso il i divani posti al centro del salone, sussultò.
«A-Adrien... »
Sussurrò stupita. Suo marito, nonostante il sorriso sornione, aveva il braccio destro fasciato e la divisa strappata in più punti, più alcuni lividi sul viso che sicuramente macchiavano anche il petto e la schiena.
«Sono felice anch'io di rivederti mia cara »
«Cosa ti è successo? »
Oscar si avvicinò al marito e si sedette al suo fianco sul divano, sfiorò appena la fasciatura del braccio ma lui fece una smorfia di dolore.
«Ti hanno sparato... »
Mormorò e Adrien le sorrise appena, sinceramente stupito dalla preoccupazione della moglie.
«Mi hanno colto di sorpresa, erano dei briganti »
«Armati? »
Notò il generale guardando anche lui la fasciatura del braccio.
«Ti ha visitato un medico?»
«Certo, ci vorranno un paio di giorni per rimarginare la ferita, per il resto me la sono cavata con pochi lividi e qualche taglio »
I due si scambiarono uno sguardo, preoccupato quello di lei, tranquillo quello di lui. Avvertì un brivido, ecco cosa lo aveva tenuto lontano così tanto tempo.
«Generale, perdonatemi, ma è meglio per me è mia moglie tornare a casa »
«Certo, Duca, darò ordine alle cameriere di preparare i bagagli »
Oscar guardò il padre con la coda dell'occhio e sospirò frustrata quando lui uscì dal salone e li lasciò soli.
«Che cosa ti è successo? Non mi avevi detto che la tua "missione segreta" fosse pericolosa »
Disse acida alzandosi in piedi davanti a lui, incrociando le braccia al petto. Il duca rise, sistemandosi meglio sul divano e guardandola dritto negli occhi.
«Non faceva parte della mia missione, è stato... un incidente di percorso, in tutti i sensi »
«Perché ti hanno attaccato»
«Non lo so, forse volevano derubarmi. Il popolo si è incattivito»
«Parli del popolo come se stessi parlando di bestie »
Oscar assottigliò lo sguardo, innervosita. Lui non sembrò dar peso al suo fastidio.
«Oscar... quando la gente ha fame... cede agli istinti animali. E quelli che mi hanno aggredito, non solo erano affamati, ma erano arrabbiati e armati. Mi avrebbero ucciso senza alcuna pietà sperando di cambiare qualcosa »
«Adrien... »
«Il nostro paese sta cadendo in rovina, ed è tutta colpa nostra. Te ne sei accorta anche tu, vero? Il cavaliere nero... se tu l'avessi catturato non so cosa sarebbe successo, ma posso solo lontanamente immaginarlo»
«E di chi è la colpa, Adrien?»
Chiese, non più arrabbiata. Lui sospirò e si alzò, avvicinandosi poi a lei«Di tutti, di nessuno... non lo so. Forse dei sovrani, forse del popolo. Ma lo sappiamo tutti che mio cugino non è adatto al ruolo di re»
«Nessuno vuole essere re »
«Louis Philippe sì... »
Oscar alzò gli occhi al cielo, solo il nominare il duca l'aveva fatta imbestialire e di questo il marito se ne accorse.
«Il duca D'Orleans ha aperto le porte del suo palazzo al popolo, e dai suoi salotti stanno uscendo personalità davvero interessanti. Ti dicono niente nomi come Robespierre, Marat, Danton ,Desmoulins... ?»
«Adrien dove vuoi arrivare, parla chiaro »
«Ma come, non te ne sei accorta? »
Il duca sgranò gli occhi sorpreso ma con un sorrisetto poco convincente sulle labbra.
«Di cosa? Che il tuo caro cuginetto spera che il popolo prenda il sopravvento e che, dopo aver deposto Louis XVI, scelga lui come nuovo re?»
«Non mi deludi mai... »
Oscar alzò un sopracciglio.
«È un povero illuso. Il popolo non rinnegherebbero mai re per metterne un altro»
Costatò allontanandosi dal marito, dandogli le spalle. Il duca aveva ragione, da Parigi stavano iniziando ad arrivare notizie preoccupanti e il Cavaliere nero era solo la punta dell'iceberg. A corte aveva dato scandalo il salotto del duca D'Orleans per i suoi dibattiti filosofici contro la monarchia, tra le cui letture andava in voga Voltaire e Rousseau.
«Sono felice di sapere che tu condividi la mia stessa opinione su di lui »
«Se dovesse accadere qualcosa... tu cosa vorresti fare? »
Il duca non rispose, si guardarono solo per un lungo istante, in silenzio.
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Il figlio del generale Jarjayes
FanfictionIspirato al secondo racconto del ciclo "Lady Oscar - Le storie gotiche: Il figlio del generale Jarjayes?!" Dal testo: «Il mio nome è Maurice. La mamma mi ha detto di venire qui da voi, padre, e di chiedervi se potete prendervi cura di me. Ha detto c...