{Bye, New York.} Parte uno.

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Sentii, qualcuno, credo, non saprei dirlo per certo, una volta dire:

Conoscerai l'amore della tua vita, ma non sarai con lui, per sempre.

Lo disse qualcuno; un filosofo, credo.
Magari era una citazione di uno storico scrittore, o forse, anzi sicuramente nessuno dei due. Era la frase di un tipo apposto che aveva pubblicato un video strappalacrime su Instagram.
Insomma, da qualche parte, questa citazione, l'avevo letta e/o sentita.

Mi soffermerai sul fatto
che non essa non sia del tutto corretta.
Cioè, forse sì...
Forse un po' di nesso logico lo aveva. Esisteva un po' di logica, non saprei spiegare ciò, non saprei spiegare neanche cosa stessi blaterando. Fatto sta, che l'amore, quello vero, quello puro, quello che esisteva solo nel mio cuore, mi stava chiedendo di sparire.

Era il mio cuore che mi stava urlando a gran voce. Mi urlava di eliminare quel sentimento tossico. Mi stava quasi chiedendo di sotterrarlo. Mi stava urlando a gran voce di smetterla di farmi rincoglionire, termine passando.

Ecco, questo mio amore, non aveva esso stesso un nesso logico con la citazione pensata da me, poco fa.

Credo che stia, semplicemente, io stessa, facendo giri immensi pur di non arrivare al dunque.

"Zayn!" Urlai solo il suo nome.

Urlai quel nome, facendo fermare Zayn, seduta stante, dallo sferrare pugni al tassista.

In quel momento, contemporaneamente al mio "urlo", corsi verso loro due; verso di lui, più che altro.

Mi interposi nel mezzo, proteggendo il tassista con la presenza del mio corpo in mezzo a loro due.

Diedi le spalle all'uomo, guardando Zayn, dritto negli occhi.

"Venere!" Urlò il mio nome.

Urlò solo il mio nome, indietreggiando, con pura rabbia negli occhi.

Volevo urlargli contro, Dio, quanto lo volevo. Volevo urlargli brutte parole, per la stupidità dei suoi gesti, a me ancora inspiegabili.

Lo guardai; mi limitai, agitata per il momento, a guardarlo.

Zayn era mal ridotto.
Aveva ancora il naso sporco di sangue e anche la mano. Sentivo puzza di alcool provenire da lui, associata a puzza di Marijuana.

Non volevo giustificarlo, ma almeno, mi era chiaro il perché si fosse comportato come un coglione.

"Signorina! Risalga in taxi, quest'uomo è pericoloso!" Esclamò agitato il tassista, dietro di me. Non mi voltai a guardare cosa, lo stesso Zayn, gli avesse causato con quel pugno sferratogli.

"Quest'uomo è pericoloso." Pensai. In realtà, la frase dell'uomo, risuonò ripetute volte nella mia testa. "È pericoloso." Pensai ancora una volta, mentre, in me, anzi, sul mio volto, nacque un sorriso dettato dal nervosismo.

Se solo l'uomo, il tassista, avesse realmente saputo quanto Zayn Malik era realmente l'uomo più pericoloso sulla faccia della terra, per me, per quel che restava del mio cuore, forse avrebbe evitato di urlarlo proprio alla ragazza dinanzi a lui.

"Forse ha ragione..." Mormorai, con lo stesso sorrisetto, voltandomi a rilento verso il tassista. "Vede...Lei ha perfettamente ragione." Sospirai. L'uomo mi guardò, si sentì stranito dalle mie parole. Notai anche, a mio grande stupore, che il colpo di Zayn gli aveva causato solo un po di rossore sul viso, nulla di grave o di preoccupante.

Mi voltai nuovamente, di poco in realtà, portando il mio sguardo, anche se solo per alcuni istanti, verso Zayn, fermo immobile sul posto.

"La prego, salga in macchina, Signorina." L'uomo, il tassista, mi parlò ancora una volta, sempre con un filo di voce colma di preoccupazione. Credo che stesse pensando che fossi un po' matta. Poteva essere giusto il suo pensiero, ero realmente un po' matta, del tutto fuori di testa in realtà. Scossi la testa all'udir delle parole dell'uomo e, sempre con un cenno di sorriso, indietreggiai da lui.

Call me Daddy 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora