{F*ck, it's the end.} Parte due.

3.3K 154 147
                                    


Zayn's pov:

"Mh...Che ore sono?" Mugolai assonnato. Sul mio volto, penetravano dalla finestra aperta, dei raggi di sole.
Chiaro segno che era ormai mattina inoltrata.

Aprii lentamente gli occhi, prima quello destro e poi, con maggiore difficoltà quello sinistro. Avevo un mal di testa assurdo, facevo fatica a muovermi dal letto, facevo fatica anche solo a spostare la testa dal cuscino. Avevo la bocca prosciugata. Avevo sete, avevo fame, non ricordavo neanche minimamente dove mi trovassi.

Un attimo...

"Dove sono...?" Parlai da solo, o almeno credevo di essere solo. Stirai i muscoli del mio corpo, alzando le braccia e sbadigliando assonnato. Avevo, nella mia mente, l'immagine proiettata di Venere.
Avevo come dei ricordi offuscati di lei. Lei che mi sussurrava parole, sdolcinate per i miei gusti. Avevo l'immagine di lei che chiaramente si muoveva sopra di me. Non sapevo se dar retta a quei pensieri, se fosse semplicemente stato un sogno fatto la sera precedente, oppure era realmente accaduto.

Possibile che stavo confondendo la realtà?
Possibile non ricordare nulla?
Il mio ultimo, diciamo, lucido ricordo, risaliva al pomeriggio del giorno prima, quando la stessa Venere mi aveva lasciato nel locale, dopo avermi dato quell'addio davanti ai suoi amici del cazzo.

"Buongiorno amore mio!" Sentii, però, ad un tratto, la voce di una donna, aprire la porta di quella camera dove mi trovavo e di conseguenza entrare. Per pura curiosità o stupore nell'aver udito quel "Buongiorno", mi voltai verso la porta. Ero coperto solo dal lenzuolo del letto, non portavo altro, sentivo di essere nudo, sia sopra che sotto. Volevo balzare dal letto, alzarmi di scatto e fuggire via da quella camera, quando, ai miei occhi, ancora assonnati, comparve Marie...

In quel preciso momento, mi sentivo ancora più confuso, con una leggera preoccupazione in me...

Ero preoccupato, sì!
Preoccupato al solo pensiero di aver toccato quella ragazzina, come avevo già fatto in passato, per dimenticare Venere...

Lei, con un sorriso stampato sulle labbra, camminò verso il letto, buttandosi praticamente a capofitto su esso e, sdraiandosi accanto a me.

Dentro di me, in quel momento, sentivo di non aver fatto nulla con lei. Marie aveva un insopportabile profumo addosso, non saprei neanche quale, ma non era quello che avevo sentito al mio risveglio. Pur essendo solo in quel letto, avevo il profumo di Venere ovunque...

Guardai Marie, la guardai forse in malo modo. Avevo ancora gli occhi assonnati ed un gran desiderio di scappare da quella camera. Avevo il desiderio di chiedere spiegazioni a Weed, anche se non sapevo più la pallida idea di dove fosse, e, del perché io ero a casa sua, nel suo letto, con Marie accanto a me.

"Ben svegliato, Signor.Malik." Con un cenno di malizia nel suo tono, Marie, sbirciando sotto le lenzuola mi aggiunse, mordendosi il labbro inferiore.

Avrei potuto coprirmi ancora di più, avrei potuto cacciarla dalla camera, avrei potuto fare milioni di altre cose, ma rimanendo fedele allo stronzo che ero, mi tolsi via quel lenzuolo di seta che mi copriva le parti intime. Esatto, tolsi via l'unica cosa che mi copriva agli occhi di quella fastidiosa ragazzina. Certo, la feci morire di gioia dentro, sicuramente, o forse no...Forse no, poiché, avendo comunque una donna nel letto, accanto a me, avevo il mio membro senza alcun effetto. Era poco servizievole se vogliamo usare un termine poco volgare. Insomma, la vista di quella ragazzina, disgustava me, tanto quanto disgustava lui.

"Se vuoi...Insomma..." Iniziò ad essere vaga, usando un tono di sussurro, fissando il mio membro con desiderio. Non negavo a me stesso che la voglia di ricevere un bacio con risucchio (sempre per essere elegante nei termini), era forte in me. Insomma, appena sveglio, mi sarei trovato in paradiso, senza distinguere chi fosse a baciarmelo.

Ma...

Qualcosa in me, mi chiedeva di fare chiarezza quella mattina.

"Dov'è Venere?" Cambiai del tutto atmosfera, alzandomi lentamente per poi mettermi seduto sul letto. Sentii Marie sbuffare, per poi mettersi anch'essa seduta sul letto. "Cosa ci frega di dov'è quella?" Poco rispettosa mi parlò, cambiando anche lei tono, rispetto a poco prima quando stava per desiderare il mio membro giù per la sua gola. Dopo le sue parole, mi voltai verso di lei, guardandola con un cenno di disgusto. Lei, imperterrita, continuò a guardarmi la schiena, il copro, un po' tutto ciò che di me la eccitava. "Dovrebbe esserci lei, qui, con me!" Ringhiai per farle capire le mie intenzioni. Lei rise alle mie parole, guardandomi minacciosa poi negli occhi. "Credo che non la rivedrai molto presto. Insomma, guardati intorno..." Mi parlò ora vaga, ma sempre con tono minaccioso, quasi arrogante. Io la fissai, alzando un sopracciglio. "Siamo in camera sua, in casa sua e nel suo letto!" Esclamò lei. Tuttalpiù era giusto. Era una strana situazione. Una situazione causata dalla mia testa, poco lucida, che non ricordava nulla. "Sei lei fosse nei paraggi, non credo che tutto questo potesse realmente accadere." Mi parlò ancora lei, osando accarezzarmi la spalla. Mi scostai velocemente, ma non distolsi l'attenzione dal suo sguardo. Ero interessato a capire.
"Penso che non accadrà più nulla. Ho detto a Perrie ciò che è successo tra te e lei." Marie mi parlò ed io, per la prima volta nella mia vita, mi bloccai letteralmente. Sgranai gli occhi alle sue parole, ma non sapevo ancora se crederle oppure no. Quindi, la lasciai continuare.

"Non ha avuto scelta. Se fosse rimasta qui, con te, la tua amata Perrie l'avrebbe distrutta. Credo che non rivedrai mai più nella vita, la tua dolce e amata, sgualdrina!" Esclamò. Ora fu lei a ringhiarmi in pieno viso.

Io non parlai, non ebbi il coraggio di dire una sola parola.

Ero stato sconfitto dal mio stesso gioco.

Se tutto quello che la ragazzina aveva detto, era la verità, c'era la possibilità che io realmente non avrei più rivisto la donna di cui ero realmente e de tutto innamorato...

~Déjà-vù~

"Ti amo ed ho bisogno di andare via."

~end déjà-vù~

Era lei...
Quel ricordo che mi era passato improvvisamente per la mente, apparteneva a lei; Venere.

Focalizzai il momento. Cercai di fare mente locale e ad un tratto capii.
Capii che era andata via. Venere era andata via da me...Magari via da New York, via da tutto ciò che amava, via da tutto ciò che le ricordava me, le ricordava noi...

Avevano rovinato ciò che più contava per me. Avevano rovinato noi due. Sarebbero potuti passare giorni, mesi, anni, qualsiasi tempo, non avrei mai smesso di cercarla. Avevo il bisogno, ne sentivo il bisogno.

Lei era mia, lo era sempre stata.
Venere era la donna della mia vita ed io, non mi sarei mai e dico mai, dato per vinto. Parola di Zayn Malik.

Weed's pov:

"PARIGI, STO ARRIVANDO!"

Call me Daddy 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora