Hai il diritto di saperlo

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Era passata ormai quasi una giornata da quando Jasmine parlò con la madre di Niccolò, e tutto sommato le cose non andavano malissimo, ma neanche benissimo.
La motivazione principale, era proprio perché la sera prima tornarono molto tardi a casa ed ebbero appena il tempo per mettersi a letto e prendere sonno.
Poi perché Niccolò aveva passato tutta la mattinata al lavoro, ed in più anche diverse ore del pomeriggio davanti al computer per la stessa motivazione.
Jasmine non sapeva se fosse un bene o un male, in quei pochi momenti che Niccolò provava ad avvicinarsi non stava male, ma aveva paura che potesse succedere qualcosa.
Nonostante ciò si era annoiata a morte quella giornata, e non solo lei.
Appena il moro finalmente spense il computer ed ebbe un attimo di tregua, si passò le mani sul viso e alzò di poco le maniche della camicia sulle braccia.
Aveva lavorato anche per i due giorni di assenza precedenti, e anche se in quel momento avrebbe dovuto essere nettamente stanco, voleva solo alzarsi e dare un minimo di attenzioni a quella ragazza che, appena entrato in cucina, vide tutta concentrata vicino ai fornelli.
Dal profumo che usciva dalla pentola poteva intuire che stesse indubbiamente cucinando un'amatriciana, aveva centrato in pieno i suoi gusti.

«che fai?» chiese avvicinandosi e circondandole un fianco col braccio.

La ragazza sussultò e per un istante appena poggiò lo sguardo su quel braccio stretto alla sua vita, ma poco dopo scosse la testa solo per provare a non dar peso a quel gesto.

«me l'ha detto tua mamma che è tra i tuoi piatti preferiti, immagino tu lo sappia già» rispose poi guardandolo con la coda dell'occhio.

Lui si lasciò sfuggire un sorriso e poi si avvicinò appena un momento, il tempo di lasciarle un bacio in guancia e mettersi insieme a lei ai fornelli.
La ragazza lo osservò abbastanza stupita mentre il moro afferrava un mestolo e girava il sugo nella pentola, non aveva mai visto un uomo in vita sua fare faccende di casa o cucinare neanche un uovo fritto, o almeno nella sua famiglia le avevano insegnato che era la donna a dover svolgere quei compiti.

«perché mi guardi così? Non posso aiutarti?» disse ironicamente il moro notando lo sguardo confuso della ragazza.

«no figurati, è che..»

«pensavi che mi sedessi a tavola e ti rimproverassi perché non era ancora pronto?»

Quella volta la frase di Niccolò fu seguita da una piccola risata, e in effetti non c'era da biasimarlo.
I suoi fratelli si comportavano in quel modo con le loro mogli, suo padre si comportava in quel modo con sua madre..

«sono bravo a fare tante cose, una di queste è cucinare, pian piano lo vedrai»

Lei accennò un sorriso e continuò a cucinare in silenzio, non sapeva bene cosa dire.
Eppure appena si misero a tavola con due piatti fumanti di pasta davanti, le intenzioni di lui erano tutt'altro che rimanere in silenzio.
Voleva conoscerla, voleva sapere tutto di lei, dato che avrebbero condiviso la loro vita insieme a partire da lì in poi.
Poggiò un gomito sulla tavola e si resse il viso con la mano, per poi portare lo sguardo sulla ragazza.

«sai che è buona? In genere riesce a piacermi solo l'amatriciana di mamma» disse Niccolò in tutta sincerità.

«oh beh.. grazie, in realtà è la seconda volta che cucino questo piatto in vita mia, a mio padre non piace così e.. e quindi mi limitavo a fare altro»

Ogni qual volta che lei parlava si vedeva che lo faceva con una punta di imbarazzo e insicurezza, si sentiva piccola e indifesa in confronto al ragazzo che aveva davanti, e ciò che lui voleva farle capire era proprio che non ce n'era bisogno.

«sei l'ultima figlia?»

«si, anche tu.. giusto?»

«si sono l'ultimo di tre fratelli come sai.. poi adesso posso capire perché tuo padre ha fatto un po' di storie, di tutte le famiglie che ho conosciuto l'ultima figlia è sempre la preferita di casa»

«beh sempre nei limiti.. poi in che senso storie?»

Niccolò inarcò un sopracciglio e la guardò stranito, pensava che in realtà lei conoscesse tutto.

«non.. non lo sai?»

«ma sapere cosa?»

In quel momento si rese conto che lei davvero non sapeva nulla, nulla di ciò che avrebbe potuto accaderle.
Poteva perfettamente dirglielo, però in quell'istante si ricordò di quando lei tremava anche solo nel sentire il suo corpo essere sfiorato, si ricordò di quando la sera del matrimonio piangeva contro il vetro della finestra speranzosa che qualcuno la salvasse..
Non poteva dirglielo, o almeno non ancora, non sapeva che reazione avrebbe potuto avere.

«nulla, lascia perdere» disse Niccolò scuotendo la testa e poggiando la forchetta nel piatto.

«ma voglio saperlo!»

«Jasmine no, non è il momento»

La ragazza tacque, Niccolò non aveva usato un tono alto o incazzato, ma improvvisamente lei ricordò ciò che le disse sua madre pochi giorni prima del matrimonio.
"Non ti intromettere nei fatti suoi"
"Non insistere su nulla"
"Non alzare la voce con lui"
"Non negargli niente"
"Fai ciò che ti dice"
Era una ragazza molto curiosa e solare, probabilmente in quel momento avrebbe continuato ad insistere mettendo su un faccino dolce per convincere la persona che aveva davanti, ma non poteva.
Niccolò si rese conto dell'umore totalmente cambiato della ragazza, ed fu lì che si pentì di aver aperto bocca.

«un giorno te lo dirò.. riguarda te e hai il diritto di saperlo» pronunciò cercando un contatto visivo.

Allungò la mano in direzione di quella di lei, per poi poggiarla piano sulla sua.

Jasmin a sua volta annuì un po' più convinta e sforzò un sorriso, si aspettava in realtà che Niccolò non le parlasse più per tutta la serata, non che cercasse di aggiustare le cose

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Jasmin a sua volta annuì un po' più convinta e sforzò un sorriso, si aspettava in realtà che Niccolò non le parlasse più per tutta la serata, non che cercasse di aggiustare le cose.

«la tua mano è minuscola» disse il moro provocando una risata da entrambi, mettendo poi i due palmi uno sopra l'altro per far notare la differenza.

«non potrei mai avere una mano più grande essendo un metro e sessanta appena» rispose lei scuotendo la testa divertita.

«una nanerottola molto bella»

La bionda sorrise imbarazzata e abbassò lo sguardo, era il primo complimento che Niccolò le faceva, e nonostante lui fosse sempre stato molto gentile, non se lo aspettava.
Forse pian piano stava iniziando a pensare che quella situazione non l'avrebbe consumata, che magari c'era ancora un granulino di luce nella sua vita.

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