Mi credi se ti dico che ti amo?

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«tu non hai potere decisivo su niente!»

La voce dura e autoritaria del padre della ragazza sembrò farla incazzare ancora di più, tanto che lei strinse i pugni pronta a buttare fuori tutto ciò che si teneva dentro con tanto dolore.

«io ho potere decisivo su me stessa!
Non sono una bambina, non sono stupida e sono perfettamente capace di capire cosa voglio!
Tu.. tu è tutta una vita che non mi lasci decidere su niente, assolutamente niente, e io non ce la faccio più!
Mi dispiace se per me le vostre tradizioni non sono importanti, se non hanno alcun senso e se preferirei morire piuttosto che vivere un solo giorno in quelle condizioni, ma è così.
Ho sempre provato a parlarvi di quanto desiderassi vivere davvero, ma non mi avete mai ascoltata, non mi ascoltate mai!
E adesso che posso vivere, adesso che ho anche una piccola idea di cosa voglia dire vivere e non solo esistere, non ho la minima intenzione di tornare a fare la brava figlia che sta zitta anche se le tolgono i suoi diritti principali!»

Niccolò era l'unico a non aver messo parola tra Jasmine e suo padre, eppure dopo quel discorso quasi urlato, il suo cuore si riempì così tanto di gioia.
Era stato male da morire in quei giorni, eppure quella dea che stava sbocciando e di cui sentiva tanto parlare nella loro canzone, sembrava sbocciata del tutto, un fiore in piena primavera che non sarebbe stato abbattuto neanche dalla peggiore delle tempeste.
Si alzò e la raggiunse, sapeva che per quanto potesse essere forte era anche molto buona e le sue intenzioni non erano far male a qualcuno, ma solo farsi rispettare, chiedere che qualcuno finalmente la lasciasse libera.
Le stampò un bacio sulla fronte prendendole una mano, per poi voltarsi ancora verso i suoi genitori.
Suo padre la guardava con uno sguardo che non aveva mai usato prima, e per quanto lui fosse fiero di lei, temeva a momenti una sfogata colossale.

«ritieniti senza un padre da oggi, io sono già convinto di non avere più una figlia, perché questa che ho davanti non è la bambina ubbidiente che ho cresciuto» disse fulminandola con lo sguardo, per poi avvicinarsi alla porta.

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime fino a farle abbassare lo sguardo per far sì che nessuno lo notasse, eppure la sua delusione si vedeva ad un miglio di distanza.
Oltre alla mano di Niccolò che le stava accarezzando la schiena, sentì due mani calde prenderle il viso.

«mi dispiace se hai dovuto proteggerti da sola perché non l'ho mai fatto io, ma grazie per vivere una vita libera anche per me» sussurrò sua madre lasciando che una lacrima le solcasse liberamente il volto.

La donna le stampò un bacio sulla fronte soffermandosi per un po', avevano entrambe quasi paura che non avrebbe sentito quel contatto mai più.

«sono fiera del tuo coraggio anche se non lo sarà nessun altro, va bene?» continuò asciugandosi la lacrima.

Jasmine annuì silenziosa, suo padre era già uscito dall'abitazione e attendeva sua moglie in macchina, in quel momento si sentì libera di tutto e da tutti.

«ciao mamma..» parlò mentre lei si allontanava, e aveva la vaga impressione che quel "ciao" sapesse un po' di addio.

La porta di casa si chiuse, risuonò per tutta la stanza il rumore tra essa e il muro con cui si scontrava.
All'improvviso il petto della ragazza sentì un enorme leggerezza alternata a dei sentimenti molto confusi, che non sapeva come cacciar fuori.
Nel giro di pochi secondi questi sentimenti li buttò fuori attraverso le lacrime, e non potè trattenersi quando Niccolò la strinse tra le braccia.
Pianse così tanto che temeva di aver finito le lacrime ad un certo punto, ogni singola lacrima riguardava tutto ciò che era successo nel giro di pochissimo.
Non solo i suoi genitori, ma tutta quella situazione che sembrava troppo per lei, che eppure, aveva superato sul serio.

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