Attualmente è in cima alla lista

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Dopo quella visita poco gradita che Niccolò fu costretto a fare, la prima cosa che gli venne in mente quando Jasmine prese sonno sul divano, fu quella di incontrarsi con suo padre.
Voleva rimanere serio durante il tragitto per non avere un contrasto troppo forte col suo malumore, tutta via non potè non pensare alle ultime ore trascorse.
Dopo quel breve discorso con Jasmine, entrambi decisero di lasciar perdere quel risveglio piuttosto movimentato e trascorrere il pomeriggio libero come meglio credevano.
Lui aveva proposto di guardare un film, ma in quel momento a lei venne un colpo di genio.
Gli chiese di stendersi sul divano ed aspettarla e, dopo aver scavato qualche minuto nella stanza della libreria, tornò in salone con uno dei suoi libri preferiti tra le mani.

«ehm... posso-» incominciò a parlare, ma Niccolò la bloccò avendo già capito.

Quindi la tirò per un braccio e la fece sedere senza preavviso in braccio a lui.
La bionda cercò di nascondere le sue guance arrossite poggiandosi sul suo petto e sistemandosi meglio, eppure quel sorriso imbarazzato non passò inosservato.
Alla fine rimasero in quel modo, semi sdraiati sul divano mentre lei leggeva ad alta voce il libro.
Non che Niccolò non fosse stato attento e che non avesse ascoltato, ma si focalizzò più sulla sua voce rilassante che al contenuto delle parole.
Dopo un'oretta buona le chiese se voleva il cambio per leggere, e neanche dieci minuti dopo, lei si addormentò tranquillamente tra le sue braccia, era anche comprensibile dopo l'ultima nottata quasi in bianco.
Per un po' rimase con lei, fissando il soffitto indeciso sul da farsi.
Pensare che quando quel casino era iniziato lui neanche era arrivato alla luce sembrava surreale, e invece in quell'istante era colui più incluso nel problema.
Scese dalla macchina e si distaccò completamente dai suoi pensieri, dal suo modo di essere e da qualsiasi cosa che non riguardasse la sua parte fredda e rigida, come ogni volta che si trovava nei paraggi di suo padre.

«mamma?» chiese senza nemmeno guardarlo in viso mentre sedeva dall'altra parte della scrivania.

«non era nei piani parlare di tua madr-»

«dimmi che sta bene o torno a casa adesso con due auto della polizia dietro di me»

L'uomo annuì distrattamente, spiegando che la madre di Niccolò dopo l'accaduto era ritornata in camera tutto il tempo e non usciva da allora; non ci teneva ad incontrare Luca e quest ultimo non aveva interesse nell'incontrare e lei.

«Niccolò non mi aspettavo che venisse rilasciato a dirti la verità, c'era l'opzione ma non la sicurezza di riuscire a trascorrere questi ultimi tre anni in libertà vigilata..»

«non m'interessa, sai che mi ha fatto intendere quando si è complimentato per aver cambiato ogni serratura di casa mia? Che per merito tuo, se non l'avessi fatto, avrebbe combinato chissà quale guaio, lui e quella gente di merda che frequenta!» rispose il moro alzando notevolmente il suo tono di voce.

«abbassa i toni, sono sempre tuo padre»

«no, adesso non sei mio padre, solo un uomo di sessant'anni che si fa comandare a bacchetta da uno di quaranta perché ha anche paura di dire no, e che per questo metterebbe in pericolo anche i suoi figli!»

«è..»

«non dirlo ti prego, non dirlo»

Si lasciò andare sullo schienale della sedia e sbuffò rumorosamente, per poi strizzare gli occhi con una mano.
Non c'era un modo per eliminarlo definitivamente dalla sua vita purtroppo, ma voleva trovare quello per tenerlo più lontano possibile.

«se proverà anche solo una volta ad avvicinarsi a me o Jasmine, posso giurarti sulla mia parola che non metteremo più piede nel giro di duecento chilometri almeno»

«non essere stupido Niccolò, qui hai tutto»

«anche il rischio di un omicidio aggiungerei, si, quello direi che attualmente è in cima alla lista»

«non lo farebbe..»

«ho già parlato papà, una sola mossa falsa e farai meglio a dimenticarmi»

Dopo aver concluso il discorso, anche se suo padre stava provando a controbattere, il moro si alzò e lascio lo studio.
Appena uscito però dovette poggiarsi un secondo al muro più vicino, era difficile contenere dentro di sé la parte irrazionale.
Quella parte gli stava urlando di pensarci di più, di provare a restare sempre col senno di poi, ma non poteva.
Tuttavia quello era un discorso che sapeva per certo sarebbe rimasto in quelle quattro mura, e sperava davvero di non dover prendere quei provvedimenti un giorno, dato che ovviamente non avrebbe mai lasciato Jasmine lì dov'era.
L'avrebbe portata ovviamente con sé, e sapere che lei avrebbe accettato contro voglia era un pensiero che gli logorava già dentro.
Magari.. magari un modo per farle pesare di meno il tutto, sarebbe stato avere dei bei ricordi.
Pensò appena un attimo a come fare però, e appena un'idea gli passò per la mente, subito si diresse verso la macchina.

[...]

A casa era tutto come l'aveva lasciato.
L'aria leggera dell'autunno che era ormai ufficialmente arrivato, quel profumo nettamente familiare e poi una testolina bionda che sbucava dal divano.
Si avvicinò lentamente per non far rumore, e notò che Jasmine era rimasta nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata, a pancia in giù e con la testa poggiata ad un cuscino.
Aveva costatato che perfino il suo modo di dormire era cambiato in quei mesi; le prime notti si muoveva spesso, dovette tranquillizzarla dicendo che a lui non dava fastidio, dato che la ragazza si sentiva in colpa.
Ultimamente invece, un po' perché dormivano schiacciati l'una all'altro e un po' perché anche lei era più serena, non si muoveva quasi mai.
Il particolare che però era rimasto, era il suo sonno leggero.
Bastò accarezzarle per due minuti scarsi i capelli che pian piano diede accenno di un risveglio, fino ad aprire completamente gli occhi.

«mi sono addormentata!?» disse alzando di scatto la testa.

Niccolò scoppiò a ridere per quella mossa improvvisa, probabilmente non la migliore appena svegli.

«si ma neanche un'oretta, hai ancora sonno?» rispose lui prendendole il mento con due dita e stampando un bacio sulla punta del naso.

«no no.. anzi, dovrei iniziare a preparare la cena»

«oggi non si cucina scricciola»

Jasmine inarcò un sopracciglio per la risposta da parte di lui, che al quanto pare non sembrava replicare.

«so che non sono una silhouette, ma io ho fame» disse osservando il suo ragazzo scoppiare a ridere per quell'affermazione.

«sei più bella anche, e tranquilla che non ti lascio digiuna, mettiti comoda e ti faccio vedere un posto»

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