Il mondo che fa per te

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Jasmine aveva continuato a chiedere a Niccolò almeno per venti minuti buoni se l'infinita attesa per quel "posto a sorpresa" nominato da lui fosse ancora lunga o meno; la risposta era generalmente molto vaga e quindi ad un certo punto si limitò a parlare di altro semplicemente, il primo argomento che le capitò sotto mano fu la gravidanza di Federica.

Aveva raccontato a Niccolò che mentre lui due giorni prima era stato piuttosto impegnato con i concorsi per la scuola e così via, la sua amica le aveva chiesto di passare per casa ed aiutarla a scegliere un regalo per il compleanno di Adriano che però riguardasse anche il bimbo o la bimba.

insieme avevano osservato per un po' qualche idea tramite internet, ma anche in base a quelle che gli venivano in mente; alla fine avevano trovato una gioielleria che si trovava nel centro di Roma anche abbastanza conosciuta, tra i tanti gioielli c'era la possibilità di personalizzarli, quindi decisero che prima del 18 novembre avrebbero dovuto trovare almeno un giorno libero per andarci e trovare qualcosa di adatto.

«Ogni tanto mi sembra surreale quanto possa passare velocemente il tempo, ieri mamma mi portava a casa di Adriano per festeggiare i suoi quattro anni e oggi ne fa venticinque» ragionò ad alta voce il moro scompigliandosi i capelli, sentendo il racconto non poteva inevitabilmente notare quel particolare.

la sua vita era cambiata veramente tanto negli ultimi anni, eppure custodiva con cura ogni ricordo di quando era bambino, dove anche il più banale problema si risolveva col cartone animato preferito alla stessa ora del giorno e il piato più buono che sa cucinare mamma.

«Mi sarebbe piaciuto partecipare al compleanno di un piccolo Niccolò alto quanto una mia gamba che piange se gli regalano la maglia della Lazio al posto di quella della Roma»

La bionda scoppiò a ridere vedendo il suo ragazzo roteare gli occhi al cielo e sbuffare ricordando quel terribile momento.

Fin da piccolino era un tifoso sfegatato della Roma, anzi sfegatato poteva essere solo un diminutivo; aveva chiesto al nonno la maglia per il compleanno, e suo nonno aveva deciso di fargli un bello scherzo.

«Non ne parliamo, anzi scendi che siamo arrivati»

Jasmine alzò lo sguardo e osservo il grande parcheggio in cui si trovava, ma principalmente ciò che andò più nell'occhio fu l'enorme struttura alle spalle; sembrava essere un centro commerciale, ma in uno così immenso non ci era mai entrata, solo in qualcuno molto più piccolo nei pressi del suo paesino che frequentava molto poco.

«che dobbiamo fare qui?» chiese la ragazza osservandosi intorno, ma Niccolò in risposta sussurrò solo un vedrai e le afferrò una mano incrociandola alla sua.

Per un po' camminarono all'interno del centro commerciale osservando i primi negozi che capitavano dall'entrata principale, o meglio, era lei a soffermarsi maggiormente dato che non sapeva cosa ci facessero in quel posto, Niccolò aveva già l'immagine di cosa doveva fare lì perfettamente stampata davanti agli occhi.

Essendo quasi alla fine di novembre ogni negozio eccetto pochi era decorato in stile natalizio, era assolutamente il periodo preferito di Jasmine e si poteva notare da i suoi occhi a cuoricino mentre osservava tutto.

Il suo sguardo però si concentrò maggiormente su un pianoforte a coda posizionato in un angolo con diversi addobbi in tema che lo abbellivano; non era l'unica ad essersi incantata alla sua vista e poté perfettamente notarlo dagli occhi a cuoricino del suo ragazzo che lo fissavano come se fosse un vecchio amore che non vedeva da anni.

Lo lasciò fare mentre si avvicinava e prendeva posto sullo sgabello osservando quei tasti bianchi e neri provando a ricordare di qualsiasi ricordo avesse con quel preciso pianoforte in quel preciso luogo.

Sfiorò un tasto e sentì ancora la sensazione di una mano più grande della sua che gli insegnava tutto, che lo aiutava a comporre la melodia perfetta da suonare alla recita di natale; ci mise un po' a ricordarla perfettamente, ma dopo qualche istante iniziò a muovere le mani sul piano e il mondo attorno a lui scomparì del tutto, c'erano solo lui e quel vecchio amico di fiducia che per tanti anni non l'aveva mai abbandonato, la musica non l'aveva mai abbandonato.

Suonava e si sentiva vivo, quasi premeva i tasti senza fare appello alla sua memoria ma solo concentrandosi sul suo istinto.

Quando concluse, un'altra mano si poggiò sulla sua delicatamente; Jasmine lo guardava con un sorriso in volto e lo rassicurava con lo sguardo, non suonava da anni e lei stessa non l'aveva mai sentito suonare, ma aveva capito da subito che la musica era qualcosa di molto speciale per la persona che aveva al suo fianco.

«questo è il tuo posto, il mondo che fa per te» sussurrò lasciandogli un bacio sulla mano stretta tra le sue.

Qui con te è il mio posto, pensò Niccolò tra sé e sé mentre la osservava vicino al piano, lì si sentiva veramente a casa.

[...]

«Mamma mi portava sempre in questo centro commerciale fino ad una decina di anni fa circa, c'era sempre un piano dove nei periodi di natale mi lasciava suonare qualsiasi melodia volessi inerente a questo periodo, e con i corsi che seguivo durante l'anno non mi era troppo difficile.
Ho sempre amato suonare, ma mi vergognavo di cantare, pensa avevo vergogna anche con lei; per questo da un giorno all'altro ho lasciato totalmente perdere e ho abbandonato sia il piano che il canto, la musica in generale.
Non cantavo neanche sotto la doccia, ho ricominciato a farlo solo dopo qualche mese che stavamo insieme e dopo averti cantato la nostra canzone al mare, mentre per il piano ancora non riuscivo, neanche avendolo qui in casa, mi ricorda davvero troppo quello che era la mia vita prima...
Oggi però i ragazzi a scuola mi hanno parlato di uno spettacolo natalizio che solitamente facevano col vecchio professore di musica, ed essendo che quello nuovo non vuole, ho pensato di poterli aiutare almeno per quanto riguardava l'aspetto musicale..»

«quindi intendi organizzare col consenso del padre di Marta questo spettacolo e prenderti la responsabilità di un intera orchestra di diciottenni con no strumento in mano?»

«esattamente»

Una volta tornati a casa ovviamente Niccolò aveva spiegato in modo più dettagliato la situazione a Jasmine, ovvero l'idea che gli era frullata per la testa durante il tragitto in macchina.

«Mi piace» disse la bionda sorridendo e mettendosi seduta a gambe incrociate sul letto, mentre invece lui che la stava guardando sdraiato a poca distanza trattenne un sorriso.

«Però come intendi organizzare un intero spettacolo?»

«Beh, so suonare sia piano che chitarra e volendo in quinta elementare suonavo il flauto, poi scriverò il testo della canzone insieme ai ragazzi, quelli con la voce migliore canteranno e... e tu potresti occuparti della scenografia, no?»

«Niccolò ma sei scemo? levatelo dalla testa»

«Ma dai perché! okay che ancora non hai una laurea per fare la regista, ma hai molta fantasia e ami il Natale, chi meglio di te può darmi una mano?»

La ragazza roteò gli occhi al cielo e lo fulminò con lo sguardo, aveva il presentimento che ci fosse qualcos altro sotto che stava tralasciando.
Inizialmente era un no netto, però sentire come al solito le parole di Niccolò più che convincenti l'aveva smossa dalla sua idea di base, e se poi teneva conto del bel faccino in modalità ruffiano che non poteva mai mancare in queste situazioni, sapeva per certo che non avrebbe mai potuto averla vinta in nessun modo.

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