A Roma senza di te, è diverso

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dal capitolo precedente...

«ammazza regà ma voi ve la ricordavate così piccolina? Quasi non ce stiamo più» disse un ragazzo riccio mettendo piede in casa.

«Gabriè sarà che mo se semo tutti fidanzati, prima solo noi grazie ar cazzo che ci stavamo» replicò un altro, il quale aveva appena spento una sigaretta nel posacenere vicino alla finestra.

«oddio ma che bella casa! Adri dovevamo fidanzarci qualche anno prima!» questa volta a parlare fu una ragazza bionda che era entrata sulle spalle del suo apparente fidanzato, che si era capito si chiamasse Adriano.

Jasmine guardava tutti con la bocca mezza aperta e non sapeva cosa dire, non conosceva neanche uno dei visi che le si erano parati davanti.
C'erano esattamente otto ragazzi e otto ragazze, tutti che sembravano essere allegri e anche un pizzico casinisti.
Ben presto una volta entrati si accorsero della presenza della bionda poggiata al tavolo della cucina che li guardava sconcertata, forse leggermente tardi ma meglio che mai.

«tu devi essere Jasmine!» disse la ragazza bionda che prima era sulle spalle di Adriano.

Lei annuì di poco non muovendosi, eppure qualche secondo dopo si ritrovò stretta tra le braccia della ragazza che poco prima le aveva posto la domanda.
Senza scelta ricambiò, di certo non si sarebbe tirata indietro, ma a breve sarebbe uscita di testa.

«allora io sono Federica, loro sono Adriano, Gabriele, Tiziano, Gianmarco, Matteo, Alessandro, Valerio, Lorenzo, Priscilla, Eleonora, Chiara, Carlotta, Marta, Lisa e Serena»

Federica aveva appena elencato tutti i nomi velocemente e indicando i rispettivi proprietari, eppure anche se l'avesse fatto con la pace di Dio Jasmine non se li sarebbe mai ricordati.

«va bene ma..»

«ma?»

«posso.. posso sapere chi siete?»

«le peggiori teste di cazzo di tutta Roma»

La voce ad aver pronunciato quella frase proveniva dalle scale, così si voltarono tutti verso la figura di Niccolò che li raggiungeva con un sorriso sforzato sul volto.

«A deficiente eccote!
Guarda te, non ce vediamo da due anni e mezzo e devo venì a sapé che 'a ragazza tua non sa vita morte e miracoli dei tuoi amici de na vita!»

Adriano subito corse dal moro per abbracciarlo come si doveva, ad occhio poteva dire che fossero fratelli quasi.
A turno tutti salutarono Niccolò come se davvero si conoscessero da quando erano in fasce, e con la maggior parte di loro questo discorso valeva.
Lui conosceva tutti i ragazzi da quando erano piccoli, la maggior parte delle ragazze dai tempi delle superiori, e altre da almeno tre anni.

«volevo presentarvela da vicino» rispose il moro grattandosi la nuca e lanciando un'occhiata alla sua ragazza.

«sese, al matrimonio de mi fija»

Jasmine non aveva gran esperienza col dialetto romano, ma pensò che Gabriele avesse una figlia, sempre se non era una battuta; capì che non fosse tale da una frase successiva.

«ma a proposito, come sta? Era così quando l'ho vista l'ultima volta» disse Niccolò mettendo le mani davanti a se e lasciando tra esse una ventina di centimetri di spazio.

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