A chi hanno sparato?

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«Adriano porca puttana!
Che cazzo sterzi in questo modo!»

Le urla di Valerio rimbombarono per l'auto facendo avanti e indietro per ogni pizzo, il suo eco si sentì ovunque, anche per le altre macchine dietro di loro del resto dei ragazzi, che ovviamente fecero altrettanto una frenata improvvisa.
Valerio subito scese dalla macchina per andare a controllare Marta, la quale era ancora totalmente stordita per esser stata svegliata dal sonno.
Eppure, nessuno tranne Adriano e Jasmine poteva capire cosa fosse successo.
La ragazza era rimasta immobile, con le labbra schiuse e lo sguardo fisso davanti a lei, incapace di muoversi.
Solo quando ritrovò un briciolo di forza, aprì di fretta lo sportello dell'auto per scendere e poggiarsi a quest ultima, sentiva che da lì a breve avrebbe potuto perdere i sensi.

«a chi hanno sparato?» disse affacciandosi al finestrino di Adriano.

Ormai tutti i ragazzi erano scesi dalle loro auto fatta eccezione per quei due o tre che stavano dormendo, e sentendo la parola "sparo", s'immobilizzarono come statuine.

«Adriano a chi hanno sparato!» ripeté la bionda questa volta quasi urlando, mentre una lacrima le solcò il viso come se fosse automatica una reazione del genere.

Lui non rispondeva, teneva le mani ferme sul volante senza smuovere lo sguardo, e questo le fece quasi perdere il lume della ragione.
Jasmine si abbassò sulle ginocchia prendendosi il capo tra le mani, ripetendo più e più volte la stessa frase "non è possibile".
Nessuno ci stava capendo nulla, e quando Federica scese dalla macchina per abbracciarla non ebbe neanche la forza di respingerla, si sentiva morta dentro senza neanche sapere cosa fosse effettivamente successo.
Passò qualche minuto, nessuno aveva il coraggio di fiatare, finché Adriano mise nuovamente in moto la macchina.

«scendete e andate con loro, io torno indietro» disse, ma Federica lo bloccò all'istante.

«te lo puoi scordare!
Non so che cazzo sia successo ma se Niccolò non ti ha portato con lui un motivo c'è»

«hanno sparato Federica! Ho sentito un cazzo di sparo nello stesso posto dove stanno due dei miei migliori amici, vuoi che resti fermo a guardare senza far nulla come se non me ne fregasse niente!?»

«a te non frega mai un cazzo di niente Adriano!
Se hanno sparato e hanno bisogno di aiuto chiama le autorità, perché che torni indietro e ti fai altre due ore di macchina, non serve, non aiuti nessuno e continui con questa storia senza ragionare!
Niccolò non è un bambino come te cristo, se non ti ha portato con lui è perché poteva fare senza, e soprattutto perché, mettitelo in quella cazzo di testa, la persona a cui tiene di più adesso è qua con noi, e io so per certo che preferirebbe tu gli stessi a sentire una buona volta!
Ma no ovviamente, mai una volta che Adriano ragiona, mai una volta che ci pensa due volte prima di appendere tutto, chiunque!»

«vorrei capire quando arriverai al fatto che là c'è il mio migliore amico!»

«qua c'è la tua ragazza incinta, ti basta come motivazione per tornare in quella cazzo di macchina e guidare fino a Roma senza lamentarti per più di cinque minuti!?»

Era calato un silenzio tombale che nessuno si aspettava, improvvisamente tutta l'attenzione si era fermata solo su quel punto, e soprattutto sul come era stato detto.
Più che altro l'attenzione oltre a Federica fu puntata subito su Adriano, che dagli occhi sbarrati e le labbra serrate sembrava non sapere nemmeno mezzo particolare al riguardo.
Il moro guardava la sua ragazza che ormai si era sgolata con le lacrime agli occhi, non riusciva a proferire una sola parola, neanche un pensiero.

«fosse 'na volta che t'interessasse» sussurrò Federica con la voce infranta, per poi superare due macchine e salire in quella con Gianmarco e Serena, sarebbe stato tragico trascorrere altri tre quarti d'ora d'auto dopo quella confessione detta di getto.

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