L'eccezione all'amore schematico

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«allora? Posso vedere almeno come ti sta?» domandò Niccolò provando ad aprire la porta della stanza, ma questa gli venne subito richiusa in faccia.

«scusa!» sentì dire dalla ragazza per il gesto poco cortese, al che il moro sospirò e si poggiò al lato del muro con una spalla, così da aspettarla.

Fino a quel momento non aveva ancora sentito particolari rumori che gli dessero segno di cosa Jasmine stesse combinando in quella stanza, ma appena qualche secondo dopo udì vari ticchettii sul pavimento, quindi aveva appena indossato i tacchi, era a buon punto dall'uscire finalmente da quella stanza e prendere parte al matrimonio dei loro amici.
Con gran sorpresa di lui, il quale pensava di tornare sicuramente molto tardi dall'addio al celibato e trovare Jasmine già mezza addormentata, la ragazza tornò circa un'ora e mezza dopo.
Vedendola a primo impatto temeva avesse bevuto dato che barcollava, ma poi lei gli spiegò che alle quattro del mattino e su un paio di tacchi vertiginosi aveva solo tanto, ma tanto sonno.
Dopo la festa sulla barca le ragazze avevano deciso di fare un falò e un ultimo Brindisi in spiaggia, quindi l'orario di ritorno si modificò.
Quella mattina però sveglia presto, il matrimonio si sarebbe celebrato alle nove in punto in chiesa e non potevano assolutamente fare tardi.

«ecco qui, dovrei averlo messo bene»

Niccolò alzò lo sguardo appena la sua ragazza aprì di scatto la porta parandosi davanti a lui e cercando di reggersi sui tacchi vertiginosi; ancora non l'aveva guardato mentre cercava di "stirare" con le mani le pieghe del vestito, ma se solo avesse alzato lo sguardo qualche istante, avrebbe notato negli occhi della persona che amava uno sguardo totalmente incantato.

«come mi sta?» chiese ancora con gli occhi puntati verso il basso, ma quando lui le alzò il viso per il mento stampandole un veloce bacio sulle labbra, dovette per forza notare come la stava guardando.

«sei una principessa» le disse accarezzandole una guancia, tanto che la ragazza sorrise come una bambina e si poggiò alla sua mano, le copriva mezza faccia e volendo avrebbe potuto nascondersi.

Il vestito che indossava era davvero spettacolare, non era molto ingombrante ma pur sempre degno di una principessa, come la definiva lui.
Sui colori pastello che tendevano al rosa e al viola, mentre poi l'intero corpetto era tempestato di piccole pietrine così da dare dei punti luce.

Sopra avrebbe indubbiamente indossato qualcosa per il freddo, mentre invece al piede aveva un paio di décolleté del colore che richiamava quello del vestito

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Sopra avrebbe indubbiamente indossato qualcosa per il freddo, mentre invece al piede aveva un paio di décolleté del colore che richiamava quello del vestito.
I suoi capelli biondi quel giorno li aveva lasciati lisci e sciolti senza aggiungere più nulla, solo dietro aveva legato due ciocche prese dai lati del viso con una spilla a forma di fiore, per dare un tocco in più.

«anche tu stai benissimo, finalmente non ti vedo con la camicia solo per andare a lavoro» parlò questa volta lei poggiandogli le mani sulle spalle e sistemando i lati della giacca nera.

«si spera che non mi ci vedrai ancora per un po', vedremo più in là.
Adesso però direi di andare, non siamo testimoni ma pur sempre seduti nelle prime file, non è il caso di far tardi»

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