Trentanove e mezzo

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Quanto ci vuole per ristabilire l'equilibrio dopo una forte scossa?
Se parliamo di un terremoto reale e ci sono danni gravi, forse anche mesi e mesi, ma se questo terremoto è racchiuso in due corpi che sono stati sballati da una parte all'altra senza alcun preavviso, la risposta è abbastanza incerta.
Ci sono cambiamenti a cui non ti abitui mai e altri a cui ti ci rassegni, come ad esempio provò a fare Niccolò.
Vivere con una persona per cui provava una sorta di sentimenti e dovergli stare costantemente alla larga era una lotta h24.
A maggior ragione se sai che quello può essere semplicemente un periodo, oppure un periodo che si allungherà fino alla fine dei tuoi giorni.
Se la guardava da questa prospettiva, avrebbe preferito non affezionarsi mai a lei.
Far andare tutto come doveva andare, ovviamente sempre con calma e pacato, non era una persona cattiva, eppure quella sorta di sentimenti gli negavano di respirare.
Era questa la sensazione che sentì quella mattina, quando già da un sonno poco tranquillo scattò seduto avendo sentito il fiato corto, come se qualcuno gli avesse portato le mani alla gola.
Di fatto appena riprese un minimo a respirare, nonostante avesse ancora il respiro irregolare, tastò con una mano il suo collo per assicurarsi che non ci fosse nessuno a strangolarlo.
Era stata una bruttissima sensazione, ma dopo qualche minuto a cercare di riprendere conoscenza, cercò di mettere a fuoco, nonostante gli scoppiasse ancora la testa.
C'era luce nella stanza, non della lampadina ma dalle finestre, e questo gli fece notare che stava diluviando.
Fece una smorfia con le labbra per il fastidio che gli provocò un tuono improvviso, gli rimbombava da una parte all'altra del capo.
La stanza era vuota, ma ancor prima di chiedersi dove fosse Jasmine, la domanda più ovvia era il perché fosse mezzo spogliato.
Inarcò un sopracciglio notando che aveva solo dei pantaloncini indosso, aveva sempre dormito a torso nudo perché gli dava fastidio tutto di notte, ma da qualche mese non lo faceva più per lei; a maggior ragione in quel momento che erano in una fase di stallo.
Stava davvero iniziando a sentirsi male, quindi facendo appello a tutte le sue poche forze momentanee si diresse al di fuori della camera.
Ringraziò di avere già i calzini per non dover camminare scalzo, il pavimento era gelato e non gli sembrava il migliore dei modi per iniziare la giornata.

«Jasmine» pronunciò con una voce strozzata, ma ancor prima di concludere il corridoio, si ritrovò a doversi fermare.

Aprì appena in tempo la porta del bagno per non vomitare letteralmente sul pavimento, e finalmente dopo questo sentì l'unico suono in quella giornata iniziata male che non lo disturbava, la sua voce.

«nic? Niccolò! Pensavo stessi dormendo!» si allarmò la bionda entrando in bagno e chinandosi verso di lui.

Gli spostò piano i capelli dalla fronte così che non gli dessero fastidio, poi gli diede una mano per tirarsi su appena il giramento di stomaco iniziò a placarsi.
Lo osservò silenziosa mentre lavava velocemente i denti probabilmente per il brutto sapore in bocca, avrebbe tanto voluto fare di più.
Era poco più di una settimana ormai che tutto sembrava esser tornato simile ai primi periodi dove si conoscevano, forse però un po' peggio.
Quella sera dopo essersi resi presentabili tornarono a casa in piena notte, probabilmente se non ci fosse stato quel discorso avrebbero chiuso gli occhi con le onde del mare davanti a loro e li avrebbero riaperti per via delle primi luci dell'alba, ma purtroppo non andò così.
Lei aveva apprezzato moltissimo il gesto che lui fece e stava ancora ragionando sulla scelta da prendere, ma non riuscire neanche ad avvicinarsi per paura di sentire il bisogno necessario di sentire le sue labbra sulle sue, un po' la destabilizzava.
Voleva prendere quella scelta con calma, anche perché dopo di certo non sarebbero tornati indietro.
Tuttavia, la notte prima mise un po' da parte questa parentesi.
Era vero che ormai dormivano dandosi l'uno le spalle all'altro, ma sentendo Niccolò mugolare nel sonno qualcosa di incomprensibile, si voltò per capire cosa stesse succedendo.
Sembrava stare facendo un incubo, e avvicinandosi potè perfettamente costatare che la sua fronte scottava ed era mezzo sudato.

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