Come da tradizione

940 26 32
                                    

"Libertà" è uno dei concetti migliori che possa esistere, ma più che un concetto, dovrebbe essere considerato da tutti un diritto, mentre concederla dovrebbe essere un dovere.
Ognuno meriterebbe di essere libero nel fare le scelte che potrebbero portarci alla felicità, oppure anche a commettere errori, ma nulla sarà mai così brutto come sentirsi costantemente in gabbia, con qualcuno che ti detta cosa fare, e tu, anche contro la tua volontà, in silenzio devi eseguire "gli ordini".
Almeno una volta una bambina dovrebbe aver sognato di essere una principessa, almeno una volta dovrebbe aver immaginato di poter scrivere il suo futuro come voleva..
Insomma, una bambina avrebbe dovuto essere tale, sentirsi innocente, piccola, sognatrice..
Perché però non tutte le bambine potevano?
Perché alcune di quelle crescevano con la consapevolezza che nessun sogno in cui speravano poteva realizzarsi, solo perché il loro destino era già stato tracciato?
Alcune di loro purtroppo si limitavano a non avere neanche dei sogni, proprio per non sperare in qualcosa di inesistente..
Una di queste tante bambine, che forse ormai bambina non poteva definirsi più, era Jasmine.
Aveva da sempre vissuto in un piccolissimo paese del centro Italia, davvero molto piccolo, di fatto tutte le persone residenti lì avevano le stesse tradizioni e usanze.
Una buona parte dei cittadini residenti era di religione islamica, ma la sua famiglia da anni non credeva più in quella religione, solo per abitudine continuava a rispettare alcune delle tradizioni delle precedenti discendenze.
Non c'era nulla di male nel far combaciare il proprio stile di vita a quello di una religione, ma diventava opprimente quando non la scelta non era tua, bensì di qualcun altro.
Jasmine vedeva molte ragazze nel suo paese che portavano tranquillamente il velo, alcune per abitudine, altre perché avevano scelto di portarlo di loro volontà...
Lei invece aveva sempre desiderato di camminare per strada con la possibilità di sfoggiare i suoi capelli, da sempre una delle parti di sé che preferiva.. desiderio che però le fu negato dalla sua famiglia dai suoi undici anni in poi.
Se le fosse stato vietato solo quello però, sarebbe stato già un gran passo in avanti.
Aveva tre sorelle e un fratello maggiore, lei era la più piccola della famiglia.
Tutti i componenti appena elencati avevano la loro vita, un matrimonio stabile e dei figli, come da tradizione.
Lei aveva appena compiuto diciotto anni, la sua vita non era nulla di esaltante.
Studiava, passava del tempo a leggere qualche libro, studiava..
Non aveva stretto chissà quale amicizia con le sue coetanee, esse erano ferme sulla stessa mentalità dei suoi genitori, con la sola differenza che ogni mossa che compivano, la facevano appunto perché volevano.
Allegandoci all'esempio precedente, che male c'è nel voler portare il velo?
Assolutamente nessuno, anzi è bellissimo quando una donna è legata al significato di quest ultimo e lo porta con molto piacere.
Ma se un'altra non se la sente, perché obbligarla?
E questo valeva per ogni singola scelta e tradizione.
Avrebbe tanto sperato in un futuro come quello che sognava da piccola, di avere un bel lavoro data la sua passione per gli studi e magari qualcuno al suo fianco da amare per davvero.
Da quando al suo diciottesimo compleanno suo padre però ruppe le sue speranze, aveva smesso di crederci.

«ormai sei diventata una donna, hai raggiunto la maggiore età e non posso lasciare che tu perda la tua purezza, così come il tuo valore.
L'ultimo di tre figli di un mio caro amico non ha ancora una sposa, parlandone abbiano deciso che potrai essere tu.
Avrei preferito un uomo più grande, anche più maturo, ma è l'unico dei tre a non essere sposato, dati i suoi venticinque anni appena.
Lui ne è già a conoscenza delle nozze tra un mese, tu adesso lo sai.»

Quelle furono le parole di suo padre una volta che la famiglia si riunì a tavola.
Jasmine teneva le labbra schiuse e rimase immobile sul suo posto, a stento aveva la forza di mantenere un respiro regolare.
Sapeva che anche per tutte le sue sorelle ci fu lo stesso procedimento, eppure lei ci sperava ancora.. almeno fino a quel giorno.
Non era pronta a sposarsi, non era pronta a fare da donna di casa e moglie quando aveva appena finito la scuola, non era pronta a diventare madre...
"Non sono pronta", erano quelle le parole che avrebbe voluto dire a suo padre, così come le stesse che avrebbe voluto urlare una volta che si trovò davanti ad uno specchio con un vestito da sposa.

«sembri una principessa così» disse Nadia, sua sorella più grande, la quale le stava dando una mano nel prepararsi, precisamente stava stringendo i lacci del corsetto.

A quest'ultima però non sfuggì la lacrima che rigò il volto della sua sorellina, dalla quale non ricevette risposta.
Cacciò un sospiro e le si mise di fronte, per poi poggiare le mani sulle sue spalle.

«ascolta Jasmine, non è mai stato facile..
Anch'io stavo così prima di sposarmi anni fa, posso capirti.
Tu sai bene che purtroppo né a me né alle nostre sorelle è capitato chissà quale uomo fantastico al nostro fianco, magari ad avercelo quel principe azzurro in cui sperano tutte..
Ad oggi non tornerei indietro perché non avrei i miei bambini e magari non sarei la stessa di adesso, ma comprendo che sia difficile fare questa scelta su due piedi..
Ti auguro di essere felice, così tanto da non riconoscere neanche più cosa sia il dolore.. ma se così non fosse, sii forte, va bene?»

Nadia asciugò le lacrime sul viso della ragazza e la strinse in un forte abbraccio, almeno finché la madre le avvisò che erano in ritardo per la cerimonia.
In tutto il tragitto Jasmine non fece altro se non pensare a come si sarebbe trasformata la sua vita da quel momento in poi..
Sperava solo che fosse un brutto incubo, tutto un sogno che con un pizzicotto si sarebbe concluso.
Eppure quando arrivò davanti ad un grande portone a braccetto con suo padre, capì che non era nessun sogno.
Era realtà, un orribile realtà.
Prese un bel respiro e camminò a passo lento in avanti, non aveva neanche le forze per guardare l'uomo che avrebbe sposato dinnanzi a sé, non che ci avrebbe visto molto col velo.
Si fermò proprio davanti a lui, al che suo padre la lasciò.
Il ragazzo di fronte a lei prese con delicatezza il velo ai lati opposti, per poi alzarlo e scoprirle il viso.
Fu colpito dalla notevole bellezza di lei, ma quello che notò per primo, furono i suoi occhi pieni di lacrime.
Lui cacciò un breve sospiro e sforzò un sorriso, non si aspettava che venisse ricambiato, non lo pretendeva.

«siamo oggi riuniti per celebrare l'unione tra Jasmine e Niccolò»

La ragazza ascoltò il nome di colui che avrebbe sposato da lì e poco tempo, e subito si accorse che le sue origini erano sicuramente italiane.
In quel momento però non diede tanto peso al suo nome; non diede peso neanche alla cerimonia che man mano si svolgeva, aveva la testa totalmente altrove.

«Jasmine?» si sentì chiamare dall'uomo di fronte a lei, al che sbattette un paio di volte le palpebre data la sua distrazione.

«scusi, io..» pronunciò nel più totale imbarazzo, non sapeva di essere rimasta in silenzio dopo la domanda più importante.

«le ripeto la domanda.. lei prende Niccolò come suo sposo, per amarlo e onorarlo finché morte non vi separi

L'ultima frase provocò un brivido non indifferente per la ragazza.
Da lì in poi non avrebbe avuto altra scelta, Niccolò sarebbe diventato parte integra della sua vita e lei non avrebbe potuto farci assolutamente nulla.
Voltò piano il capo verso suo padre, il quale le stava quasi urlando con gli occhi di confermare, poi si voltò verso Niccolò.

«si..» disse con voce inclinata, la quale fortunatamente non andò molto nell'occhio per i presenti, fatta eccezione per il ragazzo di fronte a lei.

«Niccolò, lei prende Jasmine come sua sposa, per amarla e onorarla finché morte non vi separi?»

«si» rispose anche lui, non del tutto convinto, ma rispose.

Poco dopo lui afferrò piano le mani di lei, le quali erano nettamente congelate e leggermente tremanti.
Jasmine nel sentire il contatto con le mani calde di Niccolò prese un istante di calma, calma che scomparì quando si ritrovò con una fede dorata al dito.
Le opzioni a questo punto, erano solo due.
Quella fede avrebbe potuto rovinarle la vita, sarebbe potuta diventare una gabbia piuttosto che un semplice anello con due iniziali.. oppure, con un po' di fortuna, avrebbe potuto farle avere quel futuro in cui aveva sempre sperato; ma tutto questo rimaneva ancora un dubbio.

Angolo autrice:
Ehi!
Vi ricordo di leggere l'introduzione del capitolo prima se non l'avete fatto, è importante.
Grazie per aver letto il primo capitolo <3

La nuova stella di BroadwayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora