Perdenti

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Quel pomeriggio Tsukki lo passò ad evitare qualsiasi essere vivente gli si presentasse davanti e a rimuginare sugli eventi di quella giornata.
Bokuto e Iwaizumi -ancora ignari della strana disputa di Tendo con Sakusa- avevano provato in ogni modo a scucire dalla sua bocca e da quella del rosso qualche informazione, ma entrambi non avevano proferito parola e Iwaizumi -che seppur non sembrasse tra i due era il più comprensivo- alla fine aveva convinto anche il grigio a lasciar perdere, affermando che anche se li avessero costretti a parlare, non sarebbe cambiato un bel niente. Avevano provato poco, il tanto che bastava per capire che nessuno di loro era sufficientemente in sé da prendere sul serio gli spartiti e poi il gufo aveva proposto di andarsi a fare una bevuta.
Tsukishima non lo trovò indelicato, infondo sapeva benissimo che quello era il metodo di Bokuto per risolvere -o quantomeno evitare- i problemi, solo che non se l'era sentita lo stesso di sopportare quei tre pazzi e aveva preferito abbandonarli a loro stessi, con la consapevolezza che poi qualcuno sarebbe dovuto andare a recuperarli, ovunque si fossero cacciati.
Il biondo poi, si sentiva stralunato, consapevole che nonostante avesse passato molto tempo nello studio di Atsumu, non sapesse assolutamente niente del suo proprietario, né di quella assurda famiglia che si portava alle spalle e che li stava coinvolgendo involontariamente tutti quanti.
A pensarci, perché aveva piantato in asso gli affari della sua famiglia? Che razza di rapporto aveva con Sakusa? Ma cosa più importante: cosa c'era stato di tanto grave da ridurli in quello stato?
Il ragazzo con gli occhiali non si era mai ritenuto uno spione, ma in linea di massima era stato complicato non ascoltare i discorsi dei due ragazzi più grandi, si erano praticamente urlati contro per buona parte del tempo infondo.
Sospirò sconsolato, guidato da quei pensieri che rischiavano di non farlo dormire per tutta la notte, mentre finalmente si alzava dall'angolino in cui si era accucciato ore prima, per iniziare finalmente a prepararsi la cena.
In poco tempo aveva già infilato qualcosa di precotto nel microonde, mentre si sforzava di non aprire una di quelle ridicole lattine di bibite zuccherate, con cui Tendo e Bokuto si ostinavano a riempirgli il frigo.
Se fossero morti di infarto non gli avrebbe portato nemmeno un fiore, pensò distrattamente.
Poco dopo il campanello di casa sua suonò e il biondo si vide costretto a lasciare la sua cena per dirigersi ad aprire in tutta fretta.
Rimase molto colpito dal trovarsi Kuro davanti.
Balbettò un saluto all'istante, scostandosi dall'uscio per permettere al moro di entrare e pensando immediatamente che doveva esserci lo zampino del suo migliore amico dietro a quella incursione.
"Mi dispiace di esser venuto qua senza preavviso, ma ero preoccupato dopo quello che mi hanno detto i ragazzi." Cominciò il capitano del Nekoma, fiutando subito dopo un profumo proveniente dalla stanza di fianco.
"Ti ho interrotto mentre cenavi?" Chiese il moro, ma Tsukishima in risposta alzò le spalle, come per dirgli che non aveva importanza.
Guidò il nuovo arrivato nella stanza accanto. In verità lui non aveva una cucina, quello in cui viveva, era pur sempre un motel, eppure era riuscito a piazzare un microonde e un piccolo tavolino all'interno di quella che una volta doveva essere stata una cabina armadio, una di quelle grandi abbastanza da metterci dentro migliaia di completini sexy.
"Cos'è questa porcheria Tsukki?" Domandò indagatore Kuro, mentre osservava con occhio critico quel piatto, quasi come se da un momento all'altro gli fossero potute spuntare le gambe.
"Katsudon, o almeno credo" Rispose tranquillamente il biondo, osservando Kuro mentre si spiaccicava una mano in fronte.
"Come sarebbe a dire credi?"
"Non ho controllato sulla confezione, e poi giudica tu, a prima vista capiresti cos'è?" Tsukishima si sedette con estrema naturalezza a terra, afferrando le bacchette e provando un pezzo di maiale.
"Allora?" Chiese Kuro dopo averlo osservato masticare per un po', quasi si aspettasse un riscontro da parte del biondo.
"Beh l'aspetto fa schifo, ma almeno non sa di niente." Osservò il biondo, veramente contento che per una volta quella carne non sapesse di copertone bruciato.
"Perché mangi queste cose?" Chiese il moro, sedendosi finalmente al suo fianco.
"Non ho una cucina dove potrei realmente cucinare e di certo non posso mangiare fuori ogni sera, costa troppo."
Lo sguardo del biondo si mantenne basso per tutto il tempo, quasi avesse paura di vedere come lo stava guardando Kuro.
"Da quanto è che non mangi un piatto decente?"
Lo interrogò il compagno.
"Ma non è una cosa così grave info-"
"Rispondimi." Kuro aveva tirato fuori il suo tono da capitano, quello che solitamente usava per calmare gli animi dei primini troppo irruenti.
"Non più di un mese." Parlò il più piano possibile, quasi sperando che il moro non sentisse.
"Ti sembra poco tempo?" Tuonò invece l'altro. "Sei un giocatore di pallavolo, devi mangiare meglio e in maniera più abbondante se non vuoi rischiare di svenire in campo."
"Kuro-san apprezzo il tuo interessamento, ma non sono un bambino, non preoccuparti per me." Chiarí Kei, prendendo l'ennesimo boccone con le bacchette e rischiando di farlo cadere subito dopo, perché il capitano gli aveva stretto la mano intorno al polso ossuto.
"Imboccami." Chiese a quel punto il moro e Tsukishima non poté trattenersi dall'alzare lo sguardo su di lui, completamente rosso in viso.
"Sei impazzito?" Quasi squittì per quanto il tono di voce gli era uscito acuto.
"Voglio vedere che sapore ha." Rispose semplicemente l'altro, chiudendo gli occhi e aprendo la bocca, aspettando che Kei lo accontentasse.
Anche se molto a disagio, il biondo portò comunque il boccone alle labbra del compagno, che prese a masticare voracemente, con un'espressione indecifrabile in volto.
"Ne hai altre confezioni?" Chiese indicando la ciotola e il biondo annuì.
"Ne vuoi una?" Chiese inarcando un sopracciglio e alla risposta affermativa del moro si alzò per infornare un'altra porzione di Katsudon radioattivo.
Quando lo servì di fronte al moro, questo mangiò ancora, mostrando finalmente un'espressione più onesta.
"Che merda." Disse ridendo e Tsukishima avrebbe tanto voluto prenderlo a sberle, poco importava che si trattasse di Kuro-san.
"Mi spieghi perché mi hai chiesto di preparartelo se non ti piace?" Chiese sinceramente curioso.
"Così domani potrò offrirti la cena senza sentirti protestare." Sorrise sornione il moro e guardando di sottecchi le guanciotte di Tsukki farsi leggermente rosee.
"Sei proprio un idiota Kuro-san."

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