Sembri uno spaventapasseri

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Il primo Marzo Tendo si era già fatto trasportare completamente dagli eventi, trovandosi finalmente contento di qualcosa che stava facendo e pieno di energie.
Probabilmente non aveva niente di cui vantarsi; la sua vita faceva acqua da tutte le parti e anche se ci aveva provato a tappare i buchi, non aveva fatto altro che riempirsi di toppe, come quella che si era tatuato sul collo.
Lui la adorava, ci aveva lavorato da solo a quel disegno e appena finito lo aveva sbattuto in faccia ad Atsumu con tutto l'orgoglio del mondo, dicendogli di tatuarglielo sul collo. All'inizio il biondo si era rifiutato, dicendo che era un punto troppo visibile per lui che andava ancora a scuola, ma poi Tendo gli aveva riso in faccia ricordandogli che con o senza tatuaggio, tutti lo avrebbero guardato male.
Si rese conto che sarebbe stato meglio ascoltarlo quando si era ritrovato a nascondersi nel deposito della palestra della sua scuola, per cercare di scappare da quel carcere sotto mentite spoglie.
Ma partiamo con ordine; la sua insegnante di letteratura lo aveva convocato tutta preoccupata. Aveva farneticato qualcosa sul fatto che fosse inappropriato già solo avere un tatuaggio, ma addirittura in un punto tanto visibile, era un oltraggio per quella scuola, concludendo poi che avrebbe potuto discutere dei suoi sentimenti con qualche adulto, piuttosto che imbrattarsi la pelle per esprimersi.
Il Guess Monster si era incazzato per due motivi allora: aveva passato tutta la sua vita con un'etichetta gigantesca sulla testa, che anche un cieco avrebbe visto e solo ora una donna zitella e in menopausa, gli voleva offrire il suo supporto per una cosa che poi a lui piaceva, solo ora, dopo tutti gli anni che aveva impiegato per accettare se stesso. E poi lui non aveva imbrattato proprio un cazzo, quelli erano il suo corpo e la sua arte. Per fortuna, senza far trapelare il suo nervosismo le aveva detto che era tutto okay e se n'era andato, scampando la paternale.
O almeno era quello che credeva fino al giorno seguente, quando un suo compagno di classe gli si avvicinò dicendogli che la professoressa di lettere lo aspettava in sala professori al termine delle lezioni.
"Oh ma andiamo!" Aveva esclamato con nervosismo, in un altro momento avrebbe potuto anche accettare e farla contenta, ma quel giorno aveva qualcosa di davvero importante da fare e non poteva perdere tempo.
"Ascoltami amico, probabilmente io e te non ci saremo nemmeno mai presentati, ma per favore reggimi il gioco e dille che sono assente, ho qualcosa di davvero importante da fare dopo scuola."
Lo aveva quasi supplicato in ginocchio alla fine, ma per sua fortuna lo aveva convinto.
"Sarà meglio per te che io non finisca in nessun guaio, Guess Monster." Aveva ribadito il ragazzo guardandolo con disprezzo, ma tanto Tendo aveva già iniziato a saltare sulla sedia, ringraziandolo in tutta fretta e, buttando tutti i libri nella sua cartella, era corso via.
Aveva capito subito che se fosse uscito dall'ingresso principale se ne sarebbe accorta tutta la scuola e si sarebbe alzato un vento pieno di bisbigli e pettegolezzi, cosí aveva cercato un posto per aspettare che l'orda di studenti uscisse dall'istituto, o quantomeno andasse a svolgere le attività del proprio club.
Le sue idee di merda lo avevano portato chiuso in quel deposito in compagnia delle vecchie reti da pallavolo e delle palle sgonfie quasi quanto le sue in quel momento.
Sospirò sconsolato e aprì la porta quanto bastava a fare uscire il suo testone, ovviamente mai l'avesse fatto, si richiuse la porta alle spalle di scatto vedendo chi stava passando.
Toc toc.
"Okay ora sono fottuto."
"Oi imbecille vuoi spiegarmi cosa stai com-"
Ushijima non ebbe tempo di finire la frase che si ritrovò sbattuto contro la porta dello sgabuzzino con Tendo che gli copriva la bocca con una mano.
"Shhh" gli fece segno di tacere il rosso e quando sentí il suo capitano calmarsi lo liberò.
"Hai voglia di dirmi qual é il tuo problema?" Gli chiese Ushiwaka, le braccia conserte e le sopracciglia aggrottate, anche se Satori avrebbe giurato di averlo visto arrossire qualche secondo prima.
"Sono un idiota e sono nei guai." Gli rispose solo il rosso, sorridendogli prima di riaprire la porta per controllare quanta gente ci fosse.
"Questo lo sapevo già ma qual-"
"BINGO!" esclamò tutto esaltato il rosso, lasciando il suo capitano ancora piú interdetto quando lo afferrò per un polso trascinandolo con sé prima fuori al cortile e poi fuori dal cancello scolastico.
Per un paio di minuti il castano non gli fece domande, rimase solo in attesa di una sua risposta che non tardò ad arrivare.
"La mia prof di letteratura pensa che ci sia qualcosa che non va in me perché... ha visto il mio ultimo tatuaggio... vuole farmi qualche seduta psichiatrica... ma io ho qualcosa di piú importante da fare."
Il middle bloker continuò a correre anche mentre parlava, dimentico probabilmente di avere anche il castano con sé.
Dopo qualche minuto si girò ancora verso l'ace.
"Mi hai preso per un pazzo vero?"
Ushiwaka lo guardò con i suoi occhioni verdi e l'eloquenza dipinta in volto.
"Se é questo che ti preoccupa l'ho sempre pensato."
E in quel momento il rosso avrebbe voluto prendersi a schiaffi per essere un perfetto idiota proprio di fronte alla sua piú grande fonte di ispirazione, fece forza nelle gambe, fermandosi solo quando furono arrivati davanti alla stazione. Ripresero fiato per qualche secondo, poi Tendo si accorse di stringere ancora il polso di Ushijima e lo lasciò libero per poi chiedergli scusa per quel casino.
Da parte sua il castano lo sorprese non poco, con un'espressione tranquilla e i suoi bellissimi occhi che lo fissavano.
"É stato divertente."
Gli occhi del Guess Monster si illuminarono vedendolo cosí, qualsiasi altra persona lo avrebbe guardato in modo strano o con disprezzo, come quel ragazzo della sua classe, il suo capitano invece era... felice forse? Non avrebbe saputo dirlo perché Ushiwaka in realtà non stava sorridendo, ma conoscendo quanto fosse un tipo composto non si stupì molto.
"Uhm, Wakatoshi-kun, vuoi- si insomma- vuoi venire con me?"
Il castano non si scompose nemmeno un po', guardò l'ingresso della stazione incuriosito e alzando le spalle entrò precedendo il rosso. Tendo esultò silenziosamente, seguendo a ruota il suo capitano e quasi saltando dalla gioia.
Sapeva di non poterlo fare, eppure aveva una voglia incredibile di contaminare il grande ace dello Shiratorizawa.
Quando entrarono, il treno era pieno, rimasero entrambi in piedi, Tendo poggiato di fianco all'uscita e Ushijima rigido come un palo davanti a lui.
"Hai mai preso un treno?" La capacità del rosso di leggere gli altri si rivelò come sempre accurata, il castano scosse la testa negando e il rosso middle bloker sospirò, probabilmente quel ragazzo era talmente ricco che non ne aveva mai avuto bisogno.
Non ebbe comunque tempo di rimuginarci, il treno si fermò di scatto alla prima fermata e si ritrovò il compagno (che forse non aveva capito di doversi reggere da qualche parte) addosso.
"Wakatoshi-kun, reggiti a questo." Il rosso gli prese la mano poggiandola ad una sbarra di ferro e il castano lo ringraziò con un cenno del capo, iniziando subito dopo a fissarlo con attenzione.
"Tendo?"
"Mh?"
"Perché hai quella toppa sul collo?"
Il rosso piegò la testa di lato, fissando lo sguardo in quello del compagno e sorridendogli.
"Vedi, io so di essere un tipo strano, non credo di poter cambiare questa cosa, sono fatto cosí e la mia stranezza ha colmato tante volte il vuoto che ho intorno, é come se in un certo senso mi avesse riparato."
Probabilmente non era stato molto chiaro, non avrebbe nemmeno saputo come spiegare quel vuoto ad un ragazzo perfetto come Ushijima, eppure contro ogni sua aspettativa lo vide sorridere. Impercettibilmente, ma stavolta ne era certo.
"Sembri uno spaventapasseri."
Gli disse il castano e Tendo in quel momento avrebbe potuto sanguinare dal naso, il suo capitano diceva sempre tutto quello che pensava, con quella sua classica incapacità di comunicare che molti scambiavano per sarcasmo o cattiveria, ma Wakatoshi secondo lui era solo adorabile.

Tendo guidò il castano per quella stradina deserta che conduceva al negozio dove lavorava, per tutto il cammino parlarono animatamente, o meglio, lui si esaltava per ogni cosa, Ushiwaka lo ascoltava annuendo e a volte rispondendo a monosillabi.
Gli occhi gli brillavano però.
"Razza di imbecille avevamo appuntamento mezz'ora fa!" Esclamò un certo biondino con gli occhiali dalla montatura scura di sua conoscenza, quando lo vide arrivare.
"Ciao anche a te Tsukishima." Rispose mellifluo il rosso.

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