Requiem

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"Cosa ci fai qua Akashi?"
L'espressione dell'argenteo sembrava molto interdetta mentre i suoi occhi dorati sondavano la stanza che avrebbe dovuto essere il loro camerino, quasi avesse paura di entrarci.
"Kuro-san mi ha parlato del concerto e sono venuto con lui. É stato scortese da parte tua non dirmi niente." Disse il moro dagli occhi di ghiaccio, fissandolo con sufficienza e facendolo alterare ancora di piú.
"Probabilmente voleva evitare qualche scenata inutile." Iwaizumi aveva compreso subito la rabbia del suo migliore amico e aveva risposto all'altro ragazzo quasi per istinto, non che Akashi gli stesse particolarmente simpatico, ma voleva evitare l'ira del gufo.
"Tipo la stupida rissa con Oikawa dell'altro giorno? Non credo di essere io quello piú immaturo qua e credo anche tu sappia di chi é la colpa." La voce dell'alzatore del Fukurodani risuonò forte nella stanza, dal suo tono si poteva percepire delusione piú che rabbia.
Tuttavia Bokuto, -che non era mai stato bravo a leggere le persone- perse anche quel poco di pazienza che già normalmente faceva fatica ad avere, si avvicinò al suo compagno di squadra indispettito, afferrandolo per un polso.
"Piantala adesso, Iwaizumi non ha colpe, sei arrabbiato con me no? Fammi quello che vuoi ma non prendertela con nessun altro."
Keiji tentò di strattonare via il suo polso dagli artigli di Bokuto, ma la sua presa ferrea non accennava ad affievolirsi e una smorfia gli si dipinse in volto.
"La nostra pausa é quasi finita." Tendo si intromise come suo solito, poggiando la mano sulla spalla dell'argentato e convincendolo a mollare la presa. Akashi tirò via il braccio massaggiandosi il polso indolenzito e arrossato.
"Scusami." Biascicò Bokuto, dopo essersi reso conto di quanta forza ci avesse effettivamente messo in quella stretta. Non avrebbe saputo come giustificarsi in quel momento; il fatto che il suo alzatore ce l'avesse con lui non gli piaceva per niente, cosí come il pensiero di non sapere come aggiustare le cose tra di loro.
Akashi non era stato solo un suo kouhai, era il rapporto piú confidenziale che avesse mai stretto con qualcuno, quell'unica persona che non gli avesse mai reso le cose complicate. Era stato in grado di fargli respirare un po' di aria pura, di purificare quel poco del suo animo che non era ancora completamente contaminato dall'erba e dal catrame.
Tuttavia, l'unica cosa che poté fare in quel momento, fu porgergli quelle misere scuse e girare sui tacchi per evitare di guardare nei suoi piccoli occhi blu oltremare.
Una volta tornati sul palco, i Bison iniziarono a suonare ancora piú forte, consapevoli ognuno della tristezza degli altri e Bokuto si soffermò su ogni singolo volto tra la folla di spettatori di quel requiem incompreso.
Quasi nessuno faceva caso alla musica, erano tutti troppo impegnati a ballare sfrenatamente -chi fatto, chi ubriaco, chi troppo sobrio per quell'ambiente infernale. Poi, in mezzo a tutti quegli altri, aveva riconosciuto i volti di amici e rivali dei suoi anni di pallavolo e si era sentito felice di averli là, perfino Oikawa non era cosí male con quell'espressione preoccupata dipinta in volto.
Il grigio si girò verso Tendo euforico, un nuovo calore gli stava irradiando il petto. Gli fece un cenno e il rosso capí immediatamente, sorrise sghembo cambiando il ritmo della musica per accompagnarlo nella sua canzone, gli sguardi di fuoco di Iwaizumi e Tsukishima gli fecero capire che quel cambio di programma non gli era andato a genio.
Load up on guns, bring your friends
It's fun to lose and to pretend
She's over-bored and self-assured
Oh no, I know a dirty word
In molti tra la folla riconobbero la canzone, alzando inconsciamente le braccia al cielo e urlacchiando di tanto in tanto. Ushijima era lo spettacolo piú divertente da osservare; si guardava intorno spaesato e incuriosito allo stesso tempo, evitando gli spintoni e le innumerevoli ragazze che cercavano di approcciarlo. Bokuto rise sotto ai baffi, non gli servì nemmeno guardare il suo amico batterista per capire quanto la cosa gli desse sui nervi, percepiva il suo sguardo di fuoco trapassargli la schiena per poter osservare tutti gli spostamenti del suo capitano.
Hello, hello, hello, how low
Hello, hello, hello, how low
Hello, hello, hello, how low
Hello, hello, hello...
Il suono di vetro che si frantuma si espanse per tutto il locale, il chitarrista si voltò in quella direzione incuriosito. Poco lontano dalla pista, c'era un'area piena di piccoli divanetti neri delimitati da nastro rosso; una piccola aria riservata, abbastanza semplice, Bokuto ne aveva viste di piú belle, ma poteva dire di odiare quelle cose profondamente.
Odiava gli snob che generalmente erano gli ospiti di quelle stupide parate di pagliacci, idioti presuntuosi e con la puzza sotto al naso; reggevano sempre in mano un bicchiere di Don Perignon, stappando bottiglie su bottiglie, per dimostrare la loro viscida ricchezza.
Fu per questo che non gli piacque per niente quello che vide; uno dei pagliacci, un ragazzo giovane e dai capelli grigio scuro, -con un volto che gli sembrava di aver già visto- aveva fracassato una di quelle stupide bottiglie in terra, dopo averne spruzzato tutto il contenuto addosso ad un ragazzino.
Bokuto non lo vide in faccia, poiché il ragazzo diede le spalle al palco per tutto il tempo, però aveva dei corti capelli color pesca, anche quelli dall'aria familiare. Nel privé tutti avevano riso a quella scena, poi il ragazzino, probabilmente troppo ubriaco si era posizionato a cavalcioni dell'altro ragazzo, lasciando il gufo molto interdetto.
With the lights out, it's less dangerous
Here we are now, entertain us
I feel stupid and contagious
Here we are now, entertain us
A mulatto, an albino, a mosquito, my libido
Yeah, hey...
Ruotando lo sguardo verso la pista si rese conto di non vedere Kuro da nessuna parte, cercò di adocchiato per un bel po' ma non ci riuscí e la cosa gli sembrò parecchio strana. Vide ricomparire il moro quasi alla fine della canzone, aveva i capelli in disordine e un'espressione di pura confusione dipinta in volto. Il grigio sapeva che avrebbe dovuto preoccuparsi per lui, ma quando Akashi comparve al suo fianco, il mondo dell'ace del Fukurodani si ridusse alla sola figura del suo compagno di squadra.
I suoi piccoli occhi azzurri, passarono velocemente dalla figura del moro al suo fianco, a quella del grigio sul palco. I battiti del suo cuore a quel punto diventarono quasi dolorosi, gli risuonavano nella cassa toracica come a volerla rompere e a Bokuto non importava.
Perché Akashi Keiji aveva occhi solo per lui in quel momento.
Il gufo ebbe la sensazione di avere sempre quello sguardo su di sé, come se Akashi fosse il suo oceano personale; bellissimo e sereno, ma che aveva il potere di farlo annegare ogni volta che si faceva cogliere impreparato.
And I forget just why I taste
Oh yeah, I guess it makes me smile
I found it hard, it's hard to find
Oh well, whatever, never mind

Marphy's law|| Haikyuu MultishipDove le storie prendono vita. Scoprilo ora