24 - la talpa

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Estenuanti ore di osservazione, pedinamenti furtivi per le strade di Manhattan. Appuntare tutte le cose scoperte, tornare a casa stando attenta a non essere seguita, poi cucinare qualcosa tentando di non far saltare in aria la cucina, e dopocena studio.

Questa era diventata la mia routine da ormai una decina di giorni. Avevo trovato una finestra che dava sull'ingresso principale della sede dello S.H.I.E.L.D., situata nel bagno al terzo piano del palazzo di fronte, che era un museo. Mi chiudevo lì, posizionando davanti all'entrata del bagno un cartello "guasto", e avevo il mio punto di osservazione.

Il mio obbiettivo? Cercare di individuare chi oltre a Novgorod poteva essere un'infiltrato dell'IAHP. Ero quai certa che fosse stato lui a rubare le mie lettere qualche giorno prima, e ora poteva salvarmi la vita scoprire se c'erano altre talpe dentro lo S.H.I.E.L.D.. Con qualche prova in più avrei potuto convincere l'intelligence della mia storia e finalmente tornare sulle Ande per salvare i miei amici.

Dopo tutte quelle ore avevo appuntato solo un paio di nomi che potevano essere sospetti, che vedevo spesso uscire dal grattacielo base insieme a Novgorod; e lo avevo pedinato scoprendo l'appartamento dove alloggiava e i luoghi che spesso visitava, lo stesso tabaccaio all'angolo con la cinquantaquattresima, l'alimentari dove faceva la spesa...

Così avevo deciso di intrufolarmi nei suoi alloggi per recuperare le mie lettere e cercare ulteriori prove. L'uomo non poteva sospettare niente, perché ero stata attenta a non lasciare tracce e a non farmi vedere durante i pedinamenti, ma sapevo che probabilmente mi stava cercando.

La notte del sei settembre decisi di entrare in azione. Pedinai Novgorod e mi assicurai che tornasse a casa sua, dopodiché tornai in fretta ad El Barrio. Nel mentre rischiai di investire una ragazzina bionda con una camicia bianca ed una gonna blu, che mi urlò dietro mandandomi a quel paese praticamente, ma non avevo tempo da perdere e mi scaraventai a casa senza fermarmi a chiederle scusa. Affilai la katana, anche se avevo notto che la lega in vibranio non perdeva mai il filo, e caricai entrambe le pistole.

Indossai la tuta della Vedova Nera, e assicurai le APX RDO nei foderi sulle cosce, insieme al coltello Cree di Miranda. Controllai che il bracciale sul braccio sinistro funzionasse. Qualche giorno prima avevo scoperto infatti che quello era dotato di colpi teaser, che riuscivano a paralizzare un uomo per qualche minuto. Infilai la giacca di pelle nera, un po' per non dare eccessivamente nell'occhio, un po' per coprire lo stemma dello S.H.I.E.L.D. che era stampato sulla spalla destra. Ero pronta.

Aspettai l'una di notte, e che la frenesia della Grande Mela si riducesse, solo allora infilai le cuffie dell'iPod che avevo rubat... preso in prestito e una chitarra elettrica iniziò a suonare le prime inconfondibili note di Thunderstruck degli AC/DC. Scesi nel garage di Rosa e in tre minuti ero nell'Upper East Side. Parcheggiai la mia Harley in un vicolo dimenticato, a due isolati da dove Novgorod alloggiava.

Penetrare nell'appartamento del capo delle guardie del Campo fu più facile del previsto. Mi arrampicai sulle scale antincendio per due piani ed entrai da una finestra non chiusa bene. Furtiva mi aggirai per il salotto incasinato di Novgorod, seguendo il suo respiro pesante.

«Svegliati, sukin syn» mormorai in russo, scuotendolo con forza. L'uomo sussultò e scivolò fuori dalle coperte e con una mano tentò di raggiungere qualcosa sotto al letto, ma gliela pestai sotto l'anfibio, sentendo le sue falangi scricchiolare.

L'uomo mi squadrò da capo a piedi soffermandosi sulla clessidra nella fibbia della mia cintura. Rise di schermo rispondendomi nella nostra lingua madre.

«Benvenuta della mia magione, Romanova» Lo afferrai per il bavero, scuotendolo.

«Lo sano i tuoi "colleghi" che sei una spia schifosa? Eh? Che cosa sei venuto a fare nello S.H.I.E.L.D.? Parla, Novgorod! Immagino ti abbiano mandato quegli avvoltoi di Constant e della Cartas... Dove sono le mie lettere?»

INHERITANCE ~ Hazel RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora