3 - scoperte

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SICARIO INTERCETTATO DALLO SHIELD, SPIA NON ANCORA RICONOSCIUTA.

Un uomo si è intrufolato nella base di New York, senza essere fermato. La spia ha tentato di rubare alcuni dei documenti e piani top secret di cui tratta l'organizzazione antiterroristica dello S.H.I.E.L.D..
Fortunatamente è stato scoperto poco dopo la sua intrusione dagli agenti speciali americani, che hanno poi ucciso erroneamente l'intruso. La cosa particolare? La spia dimostrava doti di combattimento e spionaggio fuori dal comune, e gli stessi funzionari ai piani alti dello SHIELD ne solo rimasti impressionati.

L'uomo, poco più che un venticinquenne, non è stato riconosciuto e sembra essere saltato fuori dal nulla. Nessuno sa chi sia il suo mandante e per chi lavora. N. J. Fury che è stato brevemente intervistato è sembrato piuttosto spaventato dal sicario, che dopo aver rubato i documenti aveva attentato alla sua vita.

«Ci preoccupa. Ha dimostrato capacità che non vedevamo da molto tempo, eppure era evidentemente solo un mezzo per arrivare al fine. Indagheremo sul mandante e faremo l'autopsia sul corpo del ragazzo per capirne di più» ha rilasciato brevemente il pezzo grosso dello SHIELD...

Dopodiché l'articolo del New York Times divagava, ma la cosa che più shockò Hazel...

«La foto. Ragazzi, è Reed Yankee.» disse Gabriel, mentre leggeva a tutti i presenti lo straccio di giornale che aveva trovato in un cassonetto accanto alle case degli istruttori.

«Reed Yankee? Il ragazzo quello che lanciava i pesi a cento metri di distanza? Vostro compagno di bungalow fino a qualche mese fa?» chiese Miranda osservando la foto, che ritraeva un ragazzo dal volto taurino, coi capelli neri rasati e la barba corta.

«Proprio lui. Avevamo fatto pure una festa d'addio, perché ci avevano detto che Reed aveva trovato un lavoro molto importante. E dove lo troviamo quattro mesi dopo? Ucciso, perché doveva rubare dei documenti mondiali. Ragazzi, non doveva rubare delle uova. Qui si parla di moduli della sicurezza del globo. È lo SHIELD che ha attuato il progetto Avengers...»

Notando le facce stranite dei compagni, Karl scacciò l'informazione con la mano.

«Comunque, non avete capito?» domandò Bill, intromettendosi. «Ci stanno addestrando per...»

«Diventare spie per le organizzazioni segrete» concluse Hazel, che non aveva mai avuto un quadro così chiaro della situazione fino ad allora

«Siamo quasi tutti orfani, o abbandonati da chi ci ha messo al mondo. Siamo stati messi qui da piccoli, isolati, senza possibilità di contatti con la realtà. E ci addestrano. Innocentemente, in realtà stiamo diventando tutti spie e sicari perfetti. Tutto, le lezioni di lingue, i corsi di sopravvivenza e camuffamento. Questo è il destino che hanno riservato per noi.»

Spiegò la rossa a tutti. Un silenzio glaciale calò nel container, che improvvisamente apparve a tutti piccolo e soffocante.

«e... ora che si fa?» chiese Miranda rompendo il silenzio. Gabriel le mise un braccio intorno alle spalle con l'aria di uno che ne ha vissuta una più del diavolo, e ad Hazel non sfuggì il sorrisetto che era comparso sulle labbra dell'amica al contatto con il cileno.

«Ora mia cara Miranda» iniziò, poi guardò tutti uno ad uno.

«si fa casino.» concluse platealmente, e Annabeth alzò il sopracciglio, chiudendo di scatto il libro di spagnolo.

«Di che tipo?» fece la più piccola.

«Ovunque. Dobbiamo capire fino a che punto vogliono arrivare. Alzare una ribellione, e tentare di uscire da qui.»

«Non possiamo semplicemente scappare tutti?» chiese Clara.

«Ci prenderebbero. Hai visto di che mezzi dispongono? E poi saremmo tanti, ci troverebbero subito. No, dobbiamo ribellarci qui.» Rispose Bill, capendo al volo il piano di Gabriel.

«Allora è deciso. Io inizierei a rendere inagibile il magazzino delle armi. Che ne so, lo allaghiamo, o robe così.» fece Miranda, battendo il cinque al cileno, e tutti assentirono. Era una buona idea.

«Hazel... vieni con me un momento?» chiese Bill prendendole la mano, e indicò la porta.

La rossa annuì e lo seguii fuori nella notte.

«Le vostre cose non potete farle quando noi dormiamo? Dai, non ci lasciate» scherzò Gabriel vedendo i due uscire insieme, ed Hazel rispose facendogli la linguaccia.

«Dai, ti sono mancata così tanto oggi da non poter stare con gli altri? Stanotte sarei comunque andata sul tetto del container verde» fece Hazel lasciando un bacio sulle labbra di Bill, che le cinse la vita, ma restò serio.

«Haz, Reed era come te.» fece preoccupato. La ragazza si scostò da Bill per guardarlo meglio negli occhi.

«Cosa?»

«Era forte di suo. Non aveva bisogno di allenamenti quasi. Mai convocato. Un giorno gli hanno detto che gli avevano trovato un lavoro, e quattro mesi dopo era sul giornale come spia mondiale. Ho paura per te.»

Hazel restò di sasso. Non aveva tutti i torti. Si tirò su la manica sinistra della termica e fissò l'avambraccio, dove inciso con inchiostro rosso c'era una clessidra stilizzata, piccolina, ma sempre lì, da quando aveva memoria. 

Era quasi come una voglia, un segno. Era l'unica cosa, insieme al suo nome, Hazel, che proveniva dal suo passato.

«Anche quella clessidra, Hazel, come mai tu non ricordi e non sai niente di te? Nessuno ti ha mai detto niente, nemmeno il tuo cognome. Io so chi erano i miei, Mark e Lily Antonin, morti dopo una fuga di gas. E così la maggior parte dei ragazzi al Campo. Chi sei, Hazel?» fece Bill mentre l'abbracciava preoccupato.

«Hai paura di me?» chiese Hazel con voce flebile.

«No. Ho paura di cosa potresti diventare.»

«Bill... io non lo so. Non so chi sono. Non so perché sono così o cosa significa il tatuaggio. Ma forse dovrei scoprirlo. Non lo so, ho paura. Ho paura per la prima volta in vita mia forse. La mia certezza, questo campo, si è sgretolata in pochi minuti. Eppure so che ciò che abbiamo intuito è vero. Non è normale insegnare a degli adolescenti come uccidere. Sono... sola.»

Il ragazzo le prese il viso tra le mani, trattandolo come se fosse la cosa più fragile ed importante dell'universo.

«Non sei sola, fragolina. Ci sono io, sempre. E ti prometto sulla Croce del Sud che uscirai da qui, e che capirai chi sei. Hazel, io sono qui, per te. Non ti abbandonerò mai.» fece baciandola.

La strinse a sé, con passione e gelosia, stando attento a non farle male, mentre Hazel passava una mano tra i suoi capelli morbidi. Si staccarono un attimo, creando un canale visivo tra gli occhi blu e quelli neri di lui. Hazel, avida delle labbra di Bill si riavvicinò, quando un fischio sommesso interruppe quel momento magico. I due si voltarono di scatto e videro Karl e Gabriel che stavano per rientrare nel loro bungalow.

«Antonin, le mani si mettono più giù! ed Hazel, è proprio una troietta, complimenti!» Gridò Miranda facendo il verso all'istruttore Smith.

«Mai un momento che possiamo stare soli, oh» fece Bill battendo il cinque di Gabriel.

«Ci vediamo dopo» fece Hazel mentre Bill e gli altri si allontanavano, poi rientrò con Miranda nel loro container.

La rivoluzione era appena cominciata.

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ragazzi due capitoli in due giorni!
la verità è che sta parte della storia mi fa cagare e voglio entrare nel vivo ahahahah ma dettagli.
niente, ora torno ad immergermi nella grammatica greca che dopodomani ho una verifica di ripasso😵😵😵
un bascione❤️
-Cris

INHERITANCE ~ Hazel RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora