15 - arrivata?

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Lista dei luoghi da non visitare mai più:
-Laboratorio sotterraneo al campo
-Villa Aceval
-Kentucky

E ho detto tutto.

Veramente, non me ne è andata bene una da quando ho lasciato alle spalle quegli uomini incontrati sulla strada.

Arrivai in Kentucky quattro giorni dopo essere partita da New Orleans, e mi recai immediatamente all'indirizzo. La mia destinazione era una casa a due piani, nella periferia della cittadina, e bussai alla porta mentre il sole tramontava dietro le colline.

Mi accolse un uomo di mezza età, che mi guardò sorpreso. Tentai di cercare nella memoria il volto dell'uomo, ma niente: probabilmente era la prima volta che lo vedevo.

-Posso esserle utile, signorina?- disse mentre mi squadrava.

-Cerco Barton. Mi avevano detto che viveva qui.-
risposi all'uomo tutto d'un fiato, che mi scrutò pensieroso.

-Ho comprato la casa quasi quindici anni fa... potrei guardare da chi l'ho comprata. Aspetti un attimo qui, grazie- disse, e rientrò nella casa lasciando la porta accostata.

Non stavo più nella pelle, ma ero stata ingenua: ero stata portata al campo che avevo tre anni, quindi l'indirizzo risaliva a sedici anni prima: era logico che non avevo tante probabilità di trovare ancora
qualcuno li.
Due minuti dopo l'uomo tornò con i documenti di proprietà della casa.

-Si, ragazza. Hai un vecchio indirizzo. Comprai la casa da un certo C. F. Barton... mmmm... ecco, guarda qui, c'è un altro indirizzo: Ephrata, in Pennsylvania...- mi disse.

-Grazie mille signore! Mi ha salvata!- risposi, e mi allontanai dalla casa, lasciando l'uomo piuttosto confuso, con la mano ancora alzata in segno di saluto.

Non era molto, non avevo la certezza che Barton vivesse ancora ad Ephrata, ma era l'unica pista che avevo.

Viaggiai fino alla cittadina successiva, e decisi che potevo permettermi un caffè in un bar per consultare la mappa.

Entrai in un locale deserto, vista l'ora tarda, e ordinai al barista che puliva i bicchieri il caffè più forte che potesse preparare, poi mi abbandonai su un tavolino e tirai fuori la mappa delle strade.
Viaggiando solo di notte, sarei arrivata ad Ephrata circa il 20 luglio, tre/quattro giorni mi sarebbero bastati.

Proprio mentre sorseggiavo il caffè immersa nel torpore, entrarono nel bar quattro uomini, vestiti da operai, che si sedettero accanto al mio tavolo. Istintivamente caricai una delle pistole sotto al tavolo, e sentii la mancanza della katana che era andata distrutta.

Non degnai i quattro di uno sguardo, ma assunsi una posizione di combattimento, pronta a scappare.
Come temevo sentii uno degli uomini alzarsi alle mie spalle, e fermarsi proprio dietro di me.

-Cosa ci fai tutta sola, bellezza?-

Disse una voce, e avverti la presenza di due uomini ai miei fianchi.
Lentamente alzai gli occhi dal mio caffè, e mi rivolsi a quello alla mia sinistra.

-I cazzi miei, come può ben vedere.-

Strinsi la presa sul manico della pistola sotto il tavolo, ma mi sentii nella schiena la canna fredda di un arma da fuoco.

-Posa il ferro, ragazzina.-

Il barista era rientrato nel magazzino, per cui ero sola. ruotai la mano e colpii all'inguine l'uomo alla sinistra con la pistola, e approfittai nella breve confusione per alzarmi, afferrare la sedia e rotearla intorno a me, per farmi strada.

Sentii un pugno sull'orecchio, così lanciai la sedia su uno degli aggressori, e saltai oltre il tavolo, per poi ribaltarlo contro di loro.

Il legno della tavola parò alcuni colpi di mitragliatore, così tolsi la sicura alla mia pistola, e aspettando una pausa tra le scariche, uscii allo scoperto e sparai tre proiettili, due andarono a segno, uno infranse uno dei bicchieri sul bancone.

INHERITANCE ~ Hazel RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora