17 - questa è la nostra realtà, e ci tocca affrontarla

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Quando aprii le palpebre, notai subito il sole che filtrava forte tra le persiane semichiuse.
C'era un odore di colazione, di casa, che aleggiava nell'aria, e avrei potuto rimanere tutto il giorno tra quelle lenzuola, erano quasi due settimane che non dormivo in un letto vero.    

Mi costrinsi ad alzarmi in piedi, e notai l'orario sulla sveglia poggiata sul comodino: avevo dormito fino alle dieci e mezza. Guardai il mio riflesso nell'anta dell'armadio scuro, e per una volta non mi salirono i sensi di colpa, e così, riposata da un sonno ristoratore, raccolsi i capelli in una treccia, e infilata una maglietta larga, scesi le scale di legno trovando in cucina tutta la famiglia Barton al gran completo che mangiava ogni sorta di ben di dio. pensando ai tramezzini in busta comprati nei discount con i quali mi ero sfamata nei giorni precedenti mi avvicinai con l'acquolina in bocca.

«Buongiorno Hazel. Come va la spalla?»

Mi chiese Clint, porgendomi un bicchiere di spremuta. Mugugnai qualcosa in risposta e mi sedetti tra Nate e Cooper, e il più piccolo iniziò a tempestarmi di domande, visto che era l'unico della famiglia Barton che non aveva sentito il mio racconto la notte prima, e che non mi aveva conosciuto in quegli anni passati da loro.

«Papà ha detto che combatti. Dopo mi fai vedere qualcosa?»

Sorrisi al ragazzino e gli scompigliai i capelli biondi, e Laura lanciò un occhiata di rimprovero al figlio come a dire: "giusto ieri sera le ho ricucito il braccio, vuoi proprio annientarla?" ma si intromise anche Cooper nel discorso.

«Se dopo stai bene, sarei contento di sfidarti. Lila è una schiappa nel combattimento e papà sta cominciando a diventare troppo vecchio.»

«Oooh questo lo prendo sul personale. Guarda che Hazel potrebbe stenderti con un pugno, gradasso.» aggiunse Clint. Io confusa scoppiai in una risata.

«Ma non mi avete mai vista combattere, non sono così brava.»

Lila alzò un sopracciglio mentre sorseggiava il tè da una tazza di ceramica blu e bianca.

«Hai detto che eri la migliore al campo.»

«Beh si...»

«Hai rapinato una villa di massima sicurezza, buttato un'agente dell'IAHP giù dal un battello e sorpreso un manipolo di agenti dello shield. Si, sei sicuramente scarsissima»

«Si ma ero armata...»

«Uau, due pistole contro mitragliatori e armi tecnologiche.»

«E una katana.»

«E dove sarebbe?»

«Si è spezzata qualche giorno fa.»

«Va bene, va bene abbiamo capito. Nel pomeriggio, SOLO se Hazel se la sente potete sfidarla in combattimento» sbottò Laura tentando di chiudere la conversazione.

«Allora abbiamo trovato un'accordo. Ora l'unica cosa che voglio battere sono questi croissant alla marmellata, grazie.» Aggiunsi, e continuammo a scherzare finendo la colazione.

Un'ora dopo entrai in doccia, e godetti dell'acqua tiepida che scorreva sul mio corpo, e lavai i capelli che stavamo diventando ingovernabili.
Asciugata, infilai i miei soliti vestiti, leggins neri, e non potendo mettere la termica per il caldo estivo, infilai una canottiera anch'essa nera, da allenamento.

«Sai cucinare?» mi chiese Laura appena mi vide scendere le scale. Io scossi la testa e osservai i movimenti precisi che faceva la donna, sbattendo uova e farina in una ciotola.

«Una delle poche volte che sono entrata in una cucina era per introdurci un puma montano di nascosto» risposi ironica, e la signora Barton scoppiò a ridere.

INHERITANCE ~ Hazel RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora