7 - questa non me la sarei mai aspettata

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La mattina dopo, Hazel andò a lezione, turbata e pronta a qualsiasi rappresaglia da parte dei responsabili del campo, ma durante le ore mattutine di tiro al bersaglio e di ginnastica artistica, non successe niente di eclatante.

A pranzo, più confusa che mai, cercò i suoi amici che erano stati selezionati, e chiese loro qualche notizia di Bill.

«Svanito nel nulla. Non hanno parlato della sua assenza, come se non fosse mai esistito. E gli altri compagni non hanno fatto domande.»

Le fece Gabriel mentre si tuffava in un piatto di riso bollito con cotiche e fagioli.

Il ragazzo di Hazel non si fece vivo nemmeno nel pomeriggio, e gli amici iniziarono a temere il peggio. Verso le due, la rossa e i ragazzi più piccoli si diressero verso le aule scolastiche.

In classe i professori non dissero niente, così la ragazza seguì le lezioni con la testa altrove, tranne quando l'insegnante di matematica, Paolo Rosso, aggiunse alla fine della sua spiegazione un breve avvertimento.

«Fate i bravi e non uscite la notte, è pericoloso.»

Fece, senza dare peso alle parole che uscivano dalla sua stessa bocca.

Hazel confrontò il suo orario con quello di Katia, che aveva un anno appena in meno di lei, e scoprì che dopo le ore di scuola partecipavano entrambe al corso di meccanica, così si avviarono insieme verso il capannone dall'altra parte del campo.

«Oggi vi insegnerò a modificare una motocicletta. Non è difficile, se mi ascolterete attentamente alla fine potreste riuscire a farlo da soli in autonomia»

Iann McGarreth iniziò la sua spiegazione, e subito Hazel rizzò le orecchie e scrocchiò i polsi.

La meccanica, in particolare auto e moto e tutta la manutenzione che ci stava dietro, era una delle cose che più le piaceva e rilassava fare, e negli anni era diventata anche abbastanza brava.

Forse era l'unica cosa che poteva considerare "sua": una passione che aveva coltivato nel tempo, diventando sempre più brava. Non era come la lotta e la sua forza fisica: quelle le aveva già, e ogni tanto si sentiva schiacciata e considerata solo per quel suo dono.

Seguì la lezione con interesse, e dopo due ore era sporca dalla testa ai piedi di olio per motori, ma era l'unica ad essere riuscita ad aumentare la cilindrata di un Liberty 50, facendolo andare più veloce.

McGarreth si complimentò con lei, e le chiese se voleva aumentare le sue ore di lezione così da poterle dare più consigli sull'argomento, ed Hazel accettò senza troppi indugi.

Uscendo dal capannone, la ragazza notò Constant, con addosso una camicia e i suoi soliti pantaloni stirati. Era l'ultima della fila ad uscire, ma l'uomo le fece cenno di rientrare nell'officina.

Hazel si voltò verso l'uomo e il ceffone arrivò rapido come un fulmine, ma istintivamente lo schivò roteando la testa.

«Ragazzina, non bastavano gli avvertimenti di ieri? Stai giocando col fuoco.»

«Non so di che cosa tu stia parlando.» rispose Hazel mantenendo la faccia di bronzo.

«Ti stai mettendo nei casini, ragazza. bada a te.»

«Ho pieno controllo e cura di me stessa, grazie.» concluse Hazel beffarda, e senza troppe cerimonie si diresse verso l'uscita.

«Forse per poco ancora» bofonchiò tra sé Constant, ma la ragazza lo sentì, e rabbrividì, leggermente preoccupata. Quell'uomo sapeva dare i brividi, con il suo fare misterioso e i suoi piani segreti.

Camminando nei campi, in direzione dei container, le sembrò che tutti la osservassero, come per capire le sue prossime mosse e per giudicare le sue azioni.

INHERITANCE ~ Hazel RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora