18 - certe notti

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Some nights I stay up
Cashing in my bad luck
Some nights, I call it a draw

Some nights
I wish that my lips could build a castle
Some nights, I wish they'd just fall off

Le giornate trascorrevano nella loro semplicità e nel caldo estivo della Pennsylvania. Aiutavo la famiglia Barton nei lavori quotidiani, certe volte facevo le faccende in casa, oppure aiutavo nelle cose della fattoria. Mi piaceva svolgere quei lavori manuali, che sia guidare il trattore o spazzare pavimenti, mi manteneva nella realtà senza che potessi perdermi nei miei pensieri.

Certe volte, prima di cena, scambiavo qualche colpo con i figli più grandi di Clint. Nonostante il padre avesse praticamente cessato l'attività per lo SHIELD e per gli Avengers, sia Cooper che Lila volevano diventare agenti dell'intelligence, in particolare Lila che aveva particolarmente ereditato il dono dell'occhio di falco di suo padre.
Però i due ragazzi avevano entrambi deciso che avrebbero aspettato di finire gli studi prima di iniziare a lavorare per lo Shield.

Così Cooper frequentava il primo anno di biologia, in università, mentre Lila essendo un anno più piccola di me faceva ancora il penultimo anno di liceo.

Con i Barton avevo parlato del mio futuro. L'unica cosa che potevo fare, per aiutare i miei amici, era chiedere aiuto allo shield, e la situazione con loro era delicata. Clint mi avrebbe aiutato, chiedendo un colloquio con il direttore generale dell'intelligence, Nick Fury, che mi avrebbe ascoltato fidandosi anche del suo ex avenger; e sopratutto avrebbe cercato di chiudere un'occhio (-anzi, l'unico occhio che gli rimane- aveva commentato Clint) sulla questione della mia aggressione nei confronti dei suoi agenti, ma io avevo agito per legittima difesa.

Avevamo deciso di tornare a New York a fine agosto, per far sbollire un po' la situazione, mentre io indagavo da remoto sugli ex agenti dello shield infiltrati dell'Hydra, e su cosa era successo quattordici anni prima, quando Clint mi aveva portato a quel campo.

Mi sentivo in pace finalmente, e la famiglia Barton mi tranquillizzava, convinti che tutto sarebbe andato per il meglio, e grazie a loro mi ero anche permessa di pensare un po' più concretamente al mio futuro. Mentre aiutavo a ripassare Lila, una di quelle sere, avevo capito cosa avrei voluto fare: fisica. Questo grazie anche ai racconti di Clint sui viaggi nel tempo attraverso il regno quantico, che mi avevano incuriosita. Oltre al colloquio con Fury, avevo contattato l'università di Brooklyn, e se tutto sarebbe andato per il verso giusto, avrei iniziato il primo anno i primi di settembre.

Uno degli ostacoli erano i miei documenti. Per lo stato americano, io non esistevo, e mia madre non aveva conservato niente che potesse attestare la mia esistenza. Barton sperava che lo shield avrebbe potuto rimediare anche su questo, io cercavo di essere positiva come il migliore amico di mia mamma.

Probabilmente avevo ucciso tre dei loro agenti, non so quanto sarebbero stati felici di aiutarmi. Ma Occhio di Falco mi raccontava sempre che mia madre prima di essere arruolata da lui stesso, aveva ucciso decine di uomini in giro per la Russia e per il mondo, agendo per il KGB, quindi forse era vizio di famiglia.

-Guarda che tendi troppo poco la corda. Ovvio che così dai meno potenza al colpo. Hai una buona mira, ti manca solo la potenza.-

Fece Lila, osservando come tenevo in mano l'arco, così seguii il suo consiglio tendendo la corda fino all'angolo della bocca. Feci un respiro profondo mentre i bicipiti del braccio teso tremavano per lo sforzo. Dopo un ultimo sguardo al bersaglio, scoccai la freccia, che si piantò nel bordo del disco in terracotta, appeso all'albero.

-Hai visto? Mira ne hai. Mancava solo la potenza-

Disse la ragazza esultando nella luce del tramonto.
Sorrisi alla moretta, andando a recuperare le frecce che avevo sparato ovunque. Erano dieci giorni che Lila tentava di insegnarmi a tirare con l'arco, e mi divertivo anche abbastanza, ma non avevo la velocità né la mira della ragazza per poterlo usare in uno scontro. Però tuttavia me la ridevo un sacco quando la figlia di mezzo tentava di insegnarmi qualche trucchetto di tiro.

INHERITANCE ~ Hazel RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora