L'universo non è poi così grande.

L'uomo Incappucciato.

Sento ancora nella testa le urla di mia madre dopo l'incidente.
È stata una chiamata breve, ma intensa.
In poco tempo i miei genitori erano arrivati a prendermi e qualche ora dopo la macchina era stata portata via da un carro attrezzi.
Era rimasto solamente un buco nel muro e i miei ricordi.
Chi era quell'uomo che è sbucato fuori dal nulla?

08:00 AM.
Non ho chiuso occhio, sono dolorante in questo letto da circa tre ore, la mia mente corre troppo veloce e non riesco nemmeno a concentrarmi su un solo pensiero.
Squilla il cellulare, è un messaggio.
"Ho saputo dell'incidente, ci servi viva per aprire la Grotta, vediamoci fra un'ora allo chalet. Maya"

Mi alzo lentamente, prendo l'aspirina che mia madre ha lasciato sul comodino e inizio a preparami per questa nuova giornata.
Sperando non mi riservi altre sorprese.

«Dove credi di andare combinata così?»
La voce apprensiva di mia madre mi interrompe poco prima che possa mettere piede fuori dalla porta.
«Mamma ho delle cose da fare, non preoccuparti, torno presto.»
Faccio un fischio a Boris e saliamo in macchina.

In Radio passa una canzone che mio padre adorava, alzo un po' il volume ed inizio a canticchiare.
Boris è con la testa fuori dal finestrino che si gode il venticello.
Ho sempre amato i viaggi in macchina.

«Posso entrare?»
La porta è solamente accostata, la apro ed entro guardandomi intorno.
«C'è nessuno?» Grido più forte, questa casa è così grande che potrebbero non sentirmi.
«Siamo in giardino, vieni qui!» Risponde Christopher.
Esco fuori seguita da Boris, che appena vede il verde del prato inizia a correre felice.

Maya si avvicina subito verso di me.
«Come stai? Ti sei fatta male?» Chiede guardando i vari tagli nelle braccia e la ferita un po' più evidente sulla fronte.
«Sono un po' ammaccata, ma sto bene, un ragazzo mi ha salvato la vita.» Dico ripensando a Zac, è sparito subito dopo che i miei genitori sono venuti a prendermi.

«A proposito di questo devo dirvi qualcosa.» Continuo un po' titubante.
«Che succede Heater?» Si intromette Christopher.
«Dopo lo schianto, ieri sera, il mio corpo stava per lasciarmi, ero quasi sicura che sarei morta a breve, poi questo ragazzo ha ripetuto più volte una frase in latino e quella strana energia, che ho sentito quando ho fatto la mia prima magia, mi ha come riportato in vita.» Confesso velocemente, non ho più voglia di mantenere altri segreti.

«Christopher tu sapevi di altri stregoni qui a Virnes? Come facciamo a non sapere di un ragazzo con dei poteri?»
Maya è visibilmente preoccupata.
Credo che vivere nascosta per quattro anni l'abbia fatta diventare diffidente anche della sua ombra.
«Non ne sapevo nulla, te lo giuro.
Heater, chi è questo ragazzo?» Chiede Christopher guardandomi negli occhi.
Sembra quasi che quell'azzurro possa riuscire a leggermi l'anima.

«L'ho conosciuto per sbaglio in biblioteca, mi ha trasmesso strane sensazioni, ho come avuto una visione.
Nel pomeriggio l'ho incontrato al parco e abbiamo fatto quattro chiacchiere.
Si chiama Zachary, è londinese, suo zio è morto e gli ha lasciato una villetta qui a Virnes.
Ma questo non è tutto.»
Prendo un respiro profondo e continuo.
«Prima di sterzare e sbandare contro il muro una figura incappucciata è spuntata dal nulla, Zac mi ha detto che quest'uomo mi stava seguendo anche al parco.
Non so perché mi abbia protetta, ma se non ci fosse stato lui penso che adesso non sarei qui a raccontarlo.» Dico sedendomi sfinita in una delle sedie che trovo accanto a me.

«Cosa dobbiamo fare Christopher?» chiede Maya guardandolo.
Mi sembra quasi che lei veda in Christopher una figura paterna, qualcuno che riesca a proteggerla.
«Per adesso non facciamo nulla.
Heater tu cerca di scoprire più cose possibili su Zachary e la sua famiglia, sopratutto sullo zio defunto.
Appena sapremo qualcosa in più vedremo come agire.» Risponde Christopher con tono calmo, come se avesse tutto sotto controllo.
Non so davvero come faccia, io dal nervosismo e dalla preoccupazione non riesco nemmeno a tenere ferma la gamba.