Erano le sei di sera quando arrivammo a casa. Lottie salutò Harry con un bacio sulla guancia.
<<Cosa ci fai qui, riccioletto?>>
Harry si morse il labbro ed entrò in casa non aprendo bocca.
<<Non è in sé da ieri sera... Non chiedergli niente.>> Le intimai all'orecchio prima di sorpassare l'uscio della porta e far segno ad Harry di salire le scale con me.
Entrai in camera, l'unica volta che Harry era entrato in questa stanza mi aveva trovato nudo sulle coperte del letto ed aveva cominciato a piangere, sospirai.
<<Non abbiamo altri letti ma non penso sia un problema dormire con me. Puoi stare qui mentre preparo la valigia, Lottie ordinerà la pizza, credo.>> Dissi mentre lui si buttava a pancia in giù nel letto stringendo poi il mio cuscino, una gamba piegata e i ricci a ricadergli sul viso, sembrava così piccolo.
Cercai di prendere la valigia dall'armadio, mancavano pochi centimetri e l'avrei presa, ma come al solito, i miei sforzi non servirono a nulla, sbuffai. Trascinai la sedia della scrivania fin sotto l'armadio, sentendo gli occhi di Harry bruciare su di me. Qualche minuto dopo lanciai la valigia sul letto evitando di colpire i piedi scalzi di Harry, quest'ultimo aveva riso per tutto il tempo con le lacrime agli occhi e lo stava facendo anche adesso. Mi buttai sul letto e mi sedetti sul suo grembo.
<<Non ridere, piccolo stronzetto!>> Gli lasciai un pugno scherzoso sul petto, facendogli spuntare le fossette.
<<Quello "piccolo" qui sei tu, caro.>> All'inizio pensai si riferisse all'altezza, ma quando mi lasciò uno schiaffo sul cavallo dei pantaloni del pigiama rimasi a fissarlo confuso mentre lui sorrideva vincente.
Lo aveva davvero detto? Sì, l'aveva fatto.
Portai una mano sui suoi jeans, stringendo il tessuto nelle mani. <<Vaffanculo, Harold.>> Harry urlò per il dolore e notai una lacrima uscire dagli occhi. Smisi subito di toccarlo aggiustandogli il jeans.
<<Che succede?>> Lui sospirò piano per poi fare un cenno con la mano che stava a significare "tranquillo, sto bene", ma mi preoccupai lo stesso. <<Stai male? Ho stretto troppo?>> Chiesi confuso anche se sapevo benissimo di aver stretto il sufficiente da farlo male ma non abbastanza da farlo piangere.
<<Sto benissimo, Louis. Prepara la valigia.>> Disse lui spingendomi lontano dal suo corpo, si girò di fianco chiudendo gli occhi.
Avevo ormai finito di preparare la valigia e Harry non si era mosso dal suo posto. Mi avvicinai a lui asciugandogli le lacrime con il pollice.
<<Va' via, Louis.>>, sussurrò con la voce strozzata.
<<No, Harold, dimmi cosa succede.>> Sbottai stendendomi affianco a lui e portando una mano tra i suoi capelli ormai più corti del solito, feci un sospiro e accarezzai piano il suo naso con il mio, aspettando che il riccio aprisse gli occhi e quando lo fece sussurrai vicino al suo viso: <<Perché non ti apri con me?>>
I suoi occhi verdi luccicarono, ma non rispose.
Cominciò tutto all'improvviso: Harry abbassò lo sguardo sulle mie labbra rosee, e poi si avvicinò leggermente, sfiorando il mio labbro inferiore con il suo superiore. Rimasi immobile con gli occhi spalancati mentre il riccio continuava ad osservare le mie labbra.
<<Non credo di aver mai visto labbra più rosse e sottili delle tue, sono fantastiche...>> Sussurrò sulla mia bocca, i nostri sguardi si incrociarono mentre Harry posò un casto bacio sulle mie labbra, non riuscivo a respingerlo e il mio cuore batteva troppo forte in quel momento.
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How did him reduce you? || Larry Stylinson
FanficHarry Styles e Louis Tomlinson vivono in un paesino in Inghilterra, entrambi si incontrano in una notte di ottobre. Quel giorno, Harry era particolarmente triste e cercava conforto guardando il blu del mare che gli ricordava davvero tanto sua sorel...